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<blockquote data-quote="Avv Luigi Polidoro" data-source="post: 357138" data-attributes="member: 53081"><p>Marcellogall ha pienamente ragione, i battibecchi non riescono a chiarire le idee a nessuno.</p><p>Ricapitolando, ogni erede può vendere la propria quota rispettando, però, il diritto di prelazione dei coeredi. I coeredi possono acquistare la quota alle medesime condizioni offerte ai terzi (esercitando il diritto di prelazione).</p><p>Non possono impedire la vendita. </p><p>Qualora la vendita della quota non dovesse riuscire (probabile, temo che poche persone abbiano interesse ad acquistare una frazione di un immobile che dovranno poi amministrare e gestire assieme ad estranei), la madre avrà un unico modo per liquidare il valore del bene: quello di chiedere lo scioglimento <em>giudiziale </em>della comunione.</p><p>I tempi della liquidazione giudiziale sono notoriamente lunghi.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Avv Luigi Polidoro, post: 357138, member: 53081"] Marcellogall ha pienamente ragione, i battibecchi non riescono a chiarire le idee a nessuno. Ricapitolando, ogni erede può vendere la propria quota rispettando, però, il diritto di prelazione dei coeredi. I coeredi possono acquistare la quota alle medesime condizioni offerte ai terzi (esercitando il diritto di prelazione). Non possono impedire la vendita. Qualora la vendita della quota non dovesse riuscire (probabile, temo che poche persone abbiano interesse ad acquistare una frazione di un immobile che dovranno poi amministrare e gestire assieme ad estranei), la madre avrà un unico modo per liquidare il valore del bene: quello di chiedere lo scioglimento [I]giudiziale [/I]della comunione. I tempi della liquidazione giudiziale sono notoriamente lunghi. [/QUOTE]
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