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<blockquote data-quote="Pennylove" data-source="post: 164803" data-attributes="member: 31598"><p>Penso che prima di optare per la cedolare secca - anche i contratti stipulati per soddisfare le esigenze abitative degli studenti universitari possono rientrare tra quelli soggetti a questo regime fiscale - dovresti valutare attentamente la sua convenienza non solo sulla base dell'azzeramento delle imposte di registro e di bollo sul contratto, magari facendoti assistere da una organizzazione di categoria. </p><p></p><p>Sulla carta è allettante la promessa della cedolare, ma, al di là delle apparenze (l'imposta secca sostituisce IRPEF e relative addizionali regionali e comunali, bollo e registro), la scelta va fatta con estrema prudenza, perché non sempre si tratta di una opportunità vantaggiosa. </p><p></p><p>Le norme fiscali prevedono un regime più favorevole per i contratti di locazione stipulati a canone concordato (come, appunto, le locazioni per studenti in comuni ad alta tensione abitativa): in questo caso infatti le agevolazioni fiscali prevedono non solo la riduzione del 30% dell'imposta di registrazione del contratto, ma anche la riduzione del 40,5% sul canone annuo da denunciare nella dichiarazione dei redditi, oltre alla possibilità per i comuni di riduzione dell'ICI. E' vero che l'aliquota della cedolare per questo tipo di contratti è ridotta al 19% , ma è comunque meno conveniente perché, in sostanza, conviene quando il reddito annuo del contribuente supera i 28 mila euro. Entrano in gioco poi altre variabili (l'incidenza dell'aggiornamento annuale del canone, dinamiche inflazionistiche, oneri detraibili eventualmente spettanti in relazione al complessivo carico fiscale ecc.) che vanno attentamente ponderate. Va pero detto che nei contratti a studenti il rischio di perdita di inflazione è molto ridotto, perché la durata è breve e comunque l'adeguamento contrattuale non può superare il 75% del'indice ISTAT.</p><p></p><p>Non entro nel merito della questione "prima casa" e residenza. Mi limiterò a dirti che la puoi affittare tranquillamente, rinunciando, però, ovviamente, alle agevolazioni fiscali e comunali riservate a coloro che la utilizzano come abitazione principale (no ICI, deduzioni IRPEF ecc.).</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Pennylove, post: 164803, member: 31598"] Penso che prima di optare per la cedolare secca - anche i contratti stipulati per soddisfare le esigenze abitative degli studenti universitari possono rientrare tra quelli soggetti a questo regime fiscale - dovresti valutare attentamente la sua convenienza non solo sulla base dell'azzeramento delle imposte di registro e di bollo sul contratto, magari facendoti assistere da una organizzazione di categoria. Sulla carta è allettante la promessa della cedolare, ma, al di là delle apparenze (l'imposta secca sostituisce IRPEF e relative addizionali regionali e comunali, bollo e registro), la scelta va fatta con estrema prudenza, perché non sempre si tratta di una opportunità vantaggiosa. Le norme fiscali prevedono un regime più favorevole per i contratti di locazione stipulati a canone concordato (come, appunto, le locazioni per studenti in comuni ad alta tensione abitativa): in questo caso infatti le agevolazioni fiscali prevedono non solo la riduzione del 30% dell'imposta di registrazione del contratto, ma anche la riduzione del 40,5% sul canone annuo da denunciare nella dichiarazione dei redditi, oltre alla possibilità per i comuni di riduzione dell'ICI. E' vero che l'aliquota della cedolare per questo tipo di contratti è ridotta al 19% , ma è comunque meno conveniente perché, in sostanza, conviene quando il reddito annuo del contribuente supera i 28 mila euro. Entrano in gioco poi altre variabili (l'incidenza dell'aggiornamento annuale del canone, dinamiche inflazionistiche, oneri detraibili eventualmente spettanti in relazione al complessivo carico fiscale ecc.) che vanno attentamente ponderate. Va pero detto che nei contratti a studenti il rischio di perdita di inflazione è molto ridotto, perché la durata è breve e comunque l'adeguamento contrattuale non può superare il 75% del'indice ISTAT. Non entro nel merito della questione "prima casa" e residenza. Mi limiterò a dirti che la puoi affittare tranquillamente, rinunciando, però, ovviamente, alle agevolazioni fiscali e comunali riservate a coloro che la utilizzano come abitazione principale (no ICI, deduzioni IRPEF ecc.). [/QUOTE]
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