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<blockquote data-quote="roberto.spalti" data-source="post: 141319" data-attributes="member: 553"><p>La giurisprudenza però va nella direzione opposta a quanto auspichi; tante sono le sentenze che recitano che il mediatore deve informare i clienti sui fatti a lui noti o conoscibili con la media diligenza (e qui sta l'inghippo).</p><p>Una pratica urbanistica è conoscibile, basta fare una richiesta di accesso agli atti, così come la storia catastale e quella ipotecaria; il cliente può sempre dire: perché non hai controllato se potevi e se mi hai detto che lo avresti fatto?</p><p></p><p>Se non hai la competenza per fare da solo, come è giusto che sia, fai fare i controlli da chi le ha.</p><p></p><p>Nessuna responsabilità a tuo carico, quella la lasci ai tecnici che controllano.</p><p></p><p>I notai lasciamoli perdere, loro possono; inoltre il notariato sta andando nella direzione di rendere "obbligatoria" una relazione di conformità urbanistica.</p><p></p><p><em>Aggiunto dopo 13 minuti </em>:</p><p></p><p>Quindi, in sintesi, come lavoro io (non pretendo che sia vangelo ma mi trovo bene):</p><p>- in acquisizione mi faccio dare atto di provenienza e planimetria catastale (o delega al ritiro) da cui posso vedere se ci sono condoni (e in quel caso dico al venditore di far controllare) o cose macroscopiche; mi faccio dire se ci sono ipoteche o mutui</p><p>- trovato l'acquirente faccio sottoscrivere una proposta (che non diventa preliminare) subordinata alla conformità e alla assenza di vincoli</p><p>- faccio fare i controlli approfonditi e "freschi" per evitare sosprese dell'ultimo minuto</p><p>- vado al preliminare con: relazione ipocatastale, relazione tecnica di un tecnico che certifica la conformità urbanistica e catastale (o le possibili piccole difformità sanabili con tempi, modi e costi).</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="roberto.spalti, post: 141319, member: 553"] La giurisprudenza però va nella direzione opposta a quanto auspichi; tante sono le sentenze che recitano che il mediatore deve informare i clienti sui fatti a lui noti o conoscibili con la media diligenza (e qui sta l'inghippo). Una pratica urbanistica è conoscibile, basta fare una richiesta di accesso agli atti, così come la storia catastale e quella ipotecaria; il cliente può sempre dire: perché non hai controllato se potevi e se mi hai detto che lo avresti fatto? Se non hai la competenza per fare da solo, come è giusto che sia, fai fare i controlli da chi le ha. Nessuna responsabilità a tuo carico, quella la lasci ai tecnici che controllano. I notai lasciamoli perdere, loro possono; inoltre il notariato sta andando nella direzione di rendere "obbligatoria" una relazione di conformità urbanistica. [i]Aggiunto dopo 13 minuti [/i]: Quindi, in sintesi, come lavoro io (non pretendo che sia vangelo ma mi trovo bene): - in acquisizione mi faccio dare atto di provenienza e planimetria catastale (o delega al ritiro) da cui posso vedere se ci sono condoni (e in quel caso dico al venditore di far controllare) o cose macroscopiche; mi faccio dire se ci sono ipoteche o mutui - trovato l'acquirente faccio sottoscrivere una proposta (che non diventa preliminare) subordinata alla conformità e alla assenza di vincoli - faccio fare i controlli approfonditi e "freschi" per evitare sosprese dell'ultimo minuto - vado al preliminare con: relazione ipocatastale, relazione tecnica di un tecnico che certifica la conformità urbanistica e catastale (o le possibili piccole difformità sanabili con tempi, modi e costi). [/QUOTE]
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