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L'Esperto Immobiliare Risponde
Compravendita, Professionisti, Aste e Pignoramenti
Cantina non descritta in atto notarile ma disegnata in planimetria
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Testo
<blockquote data-quote="CheCasa!" data-source="post: 608155" data-attributes="member: 56079"><p>L'atto di provenienza presumo che oltre alla descrizione citi il fatto che l'unità oggetto di cessione sia quella corrispondente a ciò che risulta catastalmente individuato da un determinato subalterno.</p><p></p><p>Esiste quindi una contraddizione nell'atto tra la descrizione e la citazione dell'unità catastale.</p><p></p><p>A nulla ci aiuta il fatto che la cantina non sia mai stata consegnata in quanto la comprevendita si configura come un contratto ad effetti reali rispetto al quale fa fede la sottoscrizione del medesimo contratto anche in assenza del pagamento del saldo o della materiale consegna del bene.</p><p></p><p>Sarebbe quindi corretto effettuare una verifica degli atti precedenti partendo dal primo e controllare che la cantina non sia stata nel tempo scorporata dall'immobile e ceduta autonomamente oppure non abbia mai costituito una unità immobiliare a sè.</p><p></p><p>E' vero che il catasto non è di per sè probatorio, ma è altrettanto vero che non risulterebbe possibile escludere una porzione facente parte di un'unica unità immobiliare senza la presenza di una specifica indicazione o di un elaborato (in passato anche un semplice allegato all'atto) che indichi una diversa e specifica volontà delle parti.</p><p></p><p>Se ci sono degli errori riscontrabili andranno poi corretti. Ho visto casi in cui si sono fatti degli errori in quanto il subalterno catastale non corrispondeva al numero dell'interno... anche perchè se la cantina persiste sul tuo elaborato catastale, concorre alla determinazione della tua rendita (e quindi all'eventuale imposizione IMU) e viene conteggiata nella metratura ai fini della TARI...</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="CheCasa!, post: 608155, member: 56079"] L'atto di provenienza presumo che oltre alla descrizione citi il fatto che l'unità oggetto di cessione sia quella corrispondente a ciò che risulta catastalmente individuato da un determinato subalterno. Esiste quindi una contraddizione nell'atto tra la descrizione e la citazione dell'unità catastale. A nulla ci aiuta il fatto che la cantina non sia mai stata consegnata in quanto la comprevendita si configura come un contratto ad effetti reali rispetto al quale fa fede la sottoscrizione del medesimo contratto anche in assenza del pagamento del saldo o della materiale consegna del bene. Sarebbe quindi corretto effettuare una verifica degli atti precedenti partendo dal primo e controllare che la cantina non sia stata nel tempo scorporata dall'immobile e ceduta autonomamente oppure non abbia mai costituito una unità immobiliare a sè. E' vero che il catasto non è di per sè probatorio, ma è altrettanto vero che non risulterebbe possibile escludere una porzione facente parte di un'unica unità immobiliare senza la presenza di una specifica indicazione o di un elaborato (in passato anche un semplice allegato all'atto) che indichi una diversa e specifica volontà delle parti. Se ci sono degli errori riscontrabili andranno poi corretti. Ho visto casi in cui si sono fatti degli errori in quanto il subalterno catastale non corrispondeva al numero dell'interno... anche perchè se la cantina persiste sul tuo elaborato catastale, concorre alla determinazione della tua rendita (e quindi all'eventuale imposizione IMU) e viene conteggiata nella metratura ai fini della TARI... [/QUOTE]
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