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<blockquote data-quote="Zagonara Emanuele" data-source="post: 594715" data-attributes="member: 70606"><p>Sforneranno pure panini e patatine a nastro, e saranno disseminati su tutto il pianeta (e magari fra poco apriranno anche sulla luna) ma rimane sempre un ristorante che propone "cibo spazzatura", buono solo per una volta ogni tanto e per gli allocchi abituali, per quanto mi riguarda preferisco sempre un buon piatto di tagliatelle al ragù seguito da una bella grigliata mista con tanto di patate arrosto, il tutto innaffiato da un buon Sangiovese (altro che Coca Cola), così come si usa nella provincialotta Forlì.</p><p></p><p>Contrariamente da quanto asserisci tu, il numero della clientela non è di per sè una garanzie della bontà del cibo.</p><p>Anzi, a parer mio, nello specifico caso in questione può sottolineare la diffusa stupidità della gente.</p><p></p><p>In altre parole, uno può pure avere 1.000 punti vendita ed essere seguito e adorato da stuoli di clienti, ma se agisce come un pirata rimane sempre un misero approfittatore; non diventa automaticamente un serio professionista.</p><p></p><p>L'esempio citato poc'anzi dal collega bruno2301 dimostra che esiste anche un altro modo di comportarsi e di agire, forse più difficie e scomodo, probabilmente meno redditizio, ma senz'altro molto più corretto (e se tale correttezza fosse propria a tutti noi, sarebbe di grande vantaggio per la categoria e per la clientela, ma grazie alle eccezzioni così purtroppo non è).</p><p></p><p>Perciò, e siamo alle solite, poichè la pensiamo diversamente direi che entrambi possiamo avvalerci della libertà di agire come meglio crediamo: tu continua a vendere panini e patatine, io cercherò di vendere tagliatelle e carne alla griglia (questa ovviamente è la mia personale visione delle cose e non vangelo).</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Zagonara Emanuele, post: 594715, member: 70606"] Sforneranno pure panini e patatine a nastro, e saranno disseminati su tutto il pianeta (e magari fra poco apriranno anche sulla luna) ma rimane sempre un ristorante che propone "cibo spazzatura", buono solo per una volta ogni tanto e per gli allocchi abituali, per quanto mi riguarda preferisco sempre un buon piatto di tagliatelle al ragù seguito da una bella grigliata mista con tanto di patate arrosto, il tutto innaffiato da un buon Sangiovese (altro che Coca Cola), così come si usa nella provincialotta Forlì. Contrariamente da quanto asserisci tu, il numero della clientela non è di per sè una garanzie della bontà del cibo. Anzi, a parer mio, nello specifico caso in questione può sottolineare la diffusa stupidità della gente. In altre parole, uno può pure avere 1.000 punti vendita ed essere seguito e adorato da stuoli di clienti, ma se agisce come un pirata rimane sempre un misero approfittatore; non diventa automaticamente un serio professionista. L'esempio citato poc'anzi dal collega bruno2301 dimostra che esiste anche un altro modo di comportarsi e di agire, forse più difficie e scomodo, probabilmente meno redditizio, ma senz'altro molto più corretto (e se tale correttezza fosse propria a tutti noi, sarebbe di grande vantaggio per la categoria e per la clientela, ma grazie alle eccezzioni così purtroppo non è). Perciò, e siamo alle solite, poichè la pensiamo diversamente direi che entrambi possiamo avvalerci della libertà di agire come meglio crediamo: tu continua a vendere panini e patatine, io cercherò di vendere tagliatelle e carne alla griglia (questa ovviamente è la mia personale visione delle cose e non vangelo). [/QUOTE]
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