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Comportamento scorretto da parte dell'agente immobiliare?
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<blockquote data-quote="liquify" data-source="post: 441053" data-attributes="member: 60165"><p>Come comportarsi in questi casi?</p><p>"Quello che vuole l'agente immobiliare è la provvigione. Appena matura il</p><p>diritto a esigerla. Ossia, quando l'affare è concluso (preliminare, o</p><p>proposta d'acquisto accettata di cui l'acquirente è venuto a conoscenza),</p><p>indifferente se poi l'affare va a buon fine (rogito notarile). Per avere</p><p>questa certezza, ad esempio, spesso procede così: casa da 200.000 ,</p><p>provvigione del 3% dal compratore e 2% dal venditore. Spettanze del</p><p>mediatore: 10.000 (3% 2%). All'atto della compilazione della proposta</p><p>d'acquisto, l'acquirente chiede: «quanto dovrei lasciare di caparra?».</p><p>L'agente fa due conti, per esempio sa che il venditore si aspetta subito il</p><p>5% di anticipo, ossia 10.000 , ma dice: «eh, sarebbe bene una caparra del</p><p>10%», e si fa fare un assegno intestato all'agenzia («garantiamo noi», è la</p><p>frase che ho sentito dire di solito) di 20.000 . Va dal venditore, e gli</p><p>dice: «lei accetta la proposta, firma qui, io le giro 14.000 del compratore</p><p>come caparra, lei mi fa in cambio un assegno di 4.000 per la sua parte di</p><p>provvigione, e siamo tutti contenti. E' come se la caparra fosse addirittura</p><p>di 14.000 , lei voleva 10.000 di anticipo ed eccoli lì, poi tanto doveva</p><p>pagarmi comunque, meglio così, no?». Bene. Torna dal compratore con la</p><p>proposta accettata, gli fa firmare l'avvenuta conoscenza dell'accettazione,</p><p>e a quel punto (con l'acquirente vincolato, che non può più tirarsi indietro</p><p>pena la perdita di quanto versato) dice: «Al venditore bastava il 7% di</p><p>caparra, comunque ora l'affare è concluso, tengo direttamente io gli altri</p><p>6.000 che in ogni caso lei mi deve come provvigione». Dopodiché, in più di</p><p>qualche caso, chi si è visto si è visto, e se ci sono poi problemi dal</p><p>notaio, affari loro. Variante al tutto: effettuare gli scambi di denaro in</p><p>contanti, con la solita scusa di risparmiare sull'IVA. Ancora meglio, e</p><p>ancora meno tutele e possibilità di rivalsa di compratore e venditore in</p><p>caso di intoppi o sorprese che possano saltare fuori dopo. Molto comodo,</p><p>l'articolo 1755. "</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="liquify, post: 441053, member: 60165"] Come comportarsi in questi casi? "Quello che vuole l'agente immobiliare è la provvigione. Appena matura il diritto a esigerla. Ossia, quando l'affare è concluso (preliminare, o proposta d'acquisto accettata di cui l'acquirente è venuto a conoscenza), indifferente se poi l'affare va a buon fine (rogito notarile). Per avere questa certezza, ad esempio, spesso procede così: casa da 200.000 , provvigione del 3% dal compratore e 2% dal venditore. Spettanze del mediatore: 10.000 (3% 2%). All'atto della compilazione della proposta d'acquisto, l'acquirente chiede: «quanto dovrei lasciare di caparra?». L'agente fa due conti, per esempio sa che il venditore si aspetta subito il 5% di anticipo, ossia 10.000 , ma dice: «eh, sarebbe bene una caparra del 10%», e si fa fare un assegno intestato all'agenzia («garantiamo noi», è la frase che ho sentito dire di solito) di 20.000 . Va dal venditore, e gli dice: «lei accetta la proposta, firma qui, io le giro 14.000 del compratore come caparra, lei mi fa in cambio un assegno di 4.000 per la sua parte di provvigione, e siamo tutti contenti. E' come se la caparra fosse addirittura di 14.000 , lei voleva 10.000 di anticipo ed eccoli lì, poi tanto doveva pagarmi comunque, meglio così, no?». Bene. Torna dal compratore con la proposta accettata, gli fa firmare l'avvenuta conoscenza dell'accettazione, e a quel punto (con l'acquirente vincolato, che non può più tirarsi indietro pena la perdita di quanto versato) dice: «Al venditore bastava il 7% di caparra, comunque ora l'affare è concluso, tengo direttamente io gli altri 6.000 che in ogni caso lei mi deve come provvigione». Dopodiché, in più di qualche caso, chi si è visto si è visto, e se ci sono poi problemi dal notaio, affari loro. Variante al tutto: effettuare gli scambi di denaro in contanti, con la solita scusa di risparmiare sull'IVA. Ancora meglio, e ancora meno tutele e possibilità di rivalsa di compratore e venditore in caso di intoppi o sorprese che possano saltare fuori dopo. Molto comodo, l'articolo 1755. " [/QUOTE]
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