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<blockquote data-quote="ronin" data-source="post: 145782" data-attributes="member: 433"><p>Cari colleghi, cari amici buongiorno</p><p>Vi scrivo perché ieri sera, sono stato contattato dall'avv. per una causa iniziata nell'anno 2001, nei confronti d’acquirenti e venditori, e a sentire il risultato della sentenza sono rimasto senza parole, condannato al pagamento delle spese legali perché il giudice in appello non ha ritenuto che fosse scaturito il diritto alla provvigione "da premettere che anche in primo grado altro giudice diceva che non esistevano i presupposti".</p><p>Brevemente</p><p>Nell'anno 2000 2001 riesco a mediare una trattativa per un immobile di pregio; premetto che i costruttori lo avevano già compromessato al sig. Caio, ma il sig. Caio non riuscendo a adempiere , decide con l'accordo dei costruttori di rimetterlo in vendita, i costruttori avendo una certa urgenza, dicono al sig. Caio di non affidarsi ad unica agenzia, ma di interpellarne diverse ed è qui che scendo in campo anch’io, presentato dai costruttori al il sig. Caio. Vi lascio immaginare che marasma che cera su quell'immobile, mandato verbale a più agenzie, e nello stesso tempo inserzione da privato da parte del sig. Caio </p><p>In ogni caso per abbreviare, la fortuna volle che fossi io a portare l'acquirente, il sig. Tizio.</p><p>Premetto che il sig. Tizio "acquirente" non conosceva l'immobile, il sig. Caio non conosceva il sig. Tizio, ed i costruttori non conoscevano il sig. Tizio. Furono intrattenuti diversi incontri nel mio ufficio e raggiunto l'accordo, decidono di comune accordo di procedere direttamente al rogito, per evitare di redigere altro preliminare, in quest'ultimo incontro, non avendo nessun documento firmato, chiedo ai costruttori "premetto che li reputavo amici e che tra l'altro non erano soggetti al pagamento di nessuna mediazione" di tenermi aggiornato e di farmi sapere in anticipo eventuale data atto. Passano i giorni e nessuna delle parti mi aggiorna, allora decido di farmi vivo, ma la data rimaneva un mistero, a tal punto la situazione inizia a puzzarmi e richiamo i costruttori per chiedere ancora una volta di essere aggiornato in anticipo per la data del rogito, capendo che le parti volevano fare i furbi. Passa un altro mese e finalmente fui contattato dai costruttori ormai a rogito avvenuto. Frittata fatta!!!! Non vi dico ciò che è successo, allora i costruttori per rimediare "a loro dire" mi suggeriscono di intraprendere azione legale, e che loro avrebbero testimoniato. In effetti, le cose andarono cosi intrapresi azione legale forte sia della testimonianza dei costruttori, della segretaria di allora e di un idraulico che durante i sopralluoghi sull'immobile era presente, sia per le sentenze emesse fino al quel periodo (Corte di Cassazione, sez. II civile, 7 agosto 1990 n.7985 - Corte di Cassazione, sez. III civile, 14 aprile 1994 n.3472; Tribunale di Catania, 11 gennaio 1997, ed altre citate dall'avv. che adesso non ricordo). Il fatto conclusivo, Chiedo grazia e trovo ingiustizia. Non ho ancora in mano la sentenza completa per studiare se poter ricorrere in cassazione, ma io dico, la nostra categoria come dovrebbe tutelarsi da questa gente farabutta e disonesta? Oltre al danno anche la beffa. Se a qualcuno è capitato qualcosa del genere, se ha avuto modo è in che modo ha fatto prevalere il proprio diritto.</p><p>Grazie e</p><p>Buon lavoro</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="ronin, post: 145782, member: 433"] Cari colleghi, cari amici buongiorno Vi scrivo perché ieri sera, sono stato contattato dall'avv. per una causa iniziata nell'anno 2001, nei confronti d’acquirenti e venditori, e a sentire il risultato della sentenza sono rimasto senza parole, condannato al pagamento delle spese legali perché il giudice in appello non ha ritenuto che fosse scaturito il diritto alla provvigione "da premettere che anche in primo grado altro giudice diceva che non esistevano i presupposti". Brevemente Nell'anno 2000 2001 riesco a mediare una trattativa per un immobile di pregio; premetto che i costruttori lo avevano già compromessato al sig. Caio, ma il sig. Caio non riuscendo a adempiere , decide con l'accordo dei costruttori di rimetterlo in vendita, i costruttori avendo una certa urgenza, dicono al sig. Caio di non affidarsi ad unica agenzia, ma di interpellarne diverse ed è qui che scendo in campo anch’io, presentato dai costruttori al il sig. Caio. Vi lascio immaginare che marasma che cera su quell'immobile, mandato verbale a più agenzie, e nello stesso tempo inserzione da privato da parte del sig. Caio In ogni caso per abbreviare, la fortuna volle che fossi io a portare l'acquirente, il sig. Tizio. Premetto che il sig. Tizio "acquirente" non conosceva l'immobile, il sig. Caio non conosceva il sig. Tizio, ed i costruttori non conoscevano il sig. Tizio. Furono intrattenuti diversi incontri nel mio ufficio e raggiunto l'accordo, decidono di comune accordo di procedere direttamente al rogito, per evitare di redigere altro preliminare, in quest'ultimo incontro, non avendo nessun documento firmato, chiedo ai costruttori "premetto che li reputavo amici e che tra l'altro non erano soggetti al pagamento di nessuna mediazione" di tenermi aggiornato e di farmi sapere in anticipo eventuale data atto. Passano i giorni e nessuna delle parti mi aggiorna, allora decido di farmi vivo, ma la data rimaneva un mistero, a tal punto la situazione inizia a puzzarmi e richiamo i costruttori per chiedere ancora una volta di essere aggiornato in anticipo per la data del rogito, capendo che le parti volevano fare i furbi. Passa un altro mese e finalmente fui contattato dai costruttori ormai a rogito avvenuto. Frittata fatta!!!! Non vi dico ciò che è successo, allora i costruttori per rimediare "a loro dire" mi suggeriscono di intraprendere azione legale, e che loro avrebbero testimoniato. In effetti, le cose andarono cosi intrapresi azione legale forte sia della testimonianza dei costruttori, della segretaria di allora e di un idraulico che durante i sopralluoghi sull'immobile era presente, sia per le sentenze emesse fino al quel periodo (Corte di Cassazione, sez. II civile, 7 agosto 1990 n.7985 - Corte di Cassazione, sez. III civile, 14 aprile 1994 n.3472; Tribunale di Catania, 11 gennaio 1997, ed altre citate dall'avv. che adesso non ricordo). Il fatto conclusivo, Chiedo grazia e trovo ingiustizia. Non ho ancora in mano la sentenza completa per studiare se poter ricorrere in cassazione, ma io dico, la nostra categoria come dovrebbe tutelarsi da questa gente farabutta e disonesta? Oltre al danno anche la beffa. Se a qualcuno è capitato qualcosa del genere, se ha avuto modo è in che modo ha fatto prevalere il proprio diritto. Grazie e Buon lavoro [/QUOTE]
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