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<blockquote data-quote="Pennylove" data-source="post: 214766" data-attributes="member: 31598"><p><span style="font-family: 'Verdana'">Scusate l’intromissione notturna, ma volevo sommessamente esprimere il mio pensiero. Vorrei fare una considerazione partendo dal tema in discorso, peraltro già ampiamente dibattuto.</span></p><p> </p><p><span style="font-family: 'Verdana'">Non esercito la professione di agente immobiliare, eppure in questi mesi di permanenza su <em>immobilio</em>, pur non intervenendo, ho sempre frequentato codesta sezione del forum che ha allargato non poco i miei orizzonti. Che cosa ho imparato da profana leggendo i topic e gli appassionati interventi che la animano? Che per molti aspetti dell’attività del mediatore non vi sono opinioni concordi. Ed è proprio questo che volevo rimarcare: come dire….la natura sfuggente della mediazione. Il punto è che la mediazione – seppure disciplinata dal codice civile e dalla legge – presenta spesso una casistica difficilmente inquadrabile nella normativa, anche perché di frequente le parti stipulano dei patti “atipici” che deformano i caratteri classici della fattispecie.</span></p><p> </p><p><span style="font-family: 'Verdana'">Si rifletta un attimo sul fatto che nella pratica è a volte difficile distinguere tra mediazione (atipica o meno) e mandato (verbale o scritto), quando l’intermediario agisce su incarico di una parte, o tra mediatore e figure affini. Per non parlare, poi, che ancor oggi è controverso se la mediazione abbia natura contrattuale o meno: se, cioè, tragga origine da un accordo esplicito o implicito tra le parti o se sia fondata sul semplice fatto della interposizione del mediatore tra due potenziali contraenti, con la conseguenza che è la stessa ambigua natura della mediazione a provocare a cascata dubbi e controversie circa la spettanza o meno del compenso. </span></p><p> </p><p><span style="font-family: 'Verdana'">D’altro canto – e qui chiudo, ritirandomi, in buon ordine, nella sezione “Locazione e altri disastri” <img src="/styles/default/xenforo/smilies.emoji/people/grin.emoji.svg" class="smilie" loading="lazy" alt=":sorrisone:" title="Sorrisone :sorrisone:" data-shortname=":sorrisone:" /> (dove mi sento più a casa) – la frequenza del contenzioso è alimentata dal fatto che, nei casi in cui manca un incarico formale all’agente immobiliare, risulta spesso sfuggente la prova del suo intervento nell’affare e soprattutto quello del nesso casuale tra la sua attività e la conclusione del contratto. Tanto più che nella pratica ricorrono molteplici modalità di “messa in relazione” delle parti, e più l’intervento del mediatore diventa evanescente, più la dimostrazione dell’efficacia del suo intervento si fa ardua. Ma probabilmente ciò deriva da una ambiguità per così dire ontologica della fattispecie che neppure il codice civile è riuscito a definire, limitandosi a delineare sì la figura del mediatore, ma senza prendere posizione sulla natura dell’istituto.</span></p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Pennylove, post: 214766, member: 31598"] [FONT=Verdana]Scusate l’intromissione notturna, ma volevo sommessamente esprimere il mio pensiero. Vorrei fare una considerazione partendo dal tema in discorso, peraltro già ampiamente dibattuto.[/FONT] [FONT=Verdana]Non esercito la professione di agente immobiliare, eppure in questi mesi di permanenza su [I]immobilio[/I], pur non intervenendo, ho sempre frequentato codesta sezione del forum che ha allargato non poco i miei orizzonti. Che cosa ho imparato da profana leggendo i topic e gli appassionati interventi che la animano? Che per molti aspetti dell’attività del mediatore non vi sono opinioni concordi. Ed è proprio questo che volevo rimarcare: come dire….la natura sfuggente della mediazione. Il punto è che la mediazione – seppure disciplinata dal codice civile e dalla legge – presenta spesso una casistica difficilmente inquadrabile nella normativa, anche perché di frequente le parti stipulano dei patti “atipici” che deformano i caratteri classici della fattispecie.[/FONT] [FONT=Verdana]Si rifletta un attimo sul fatto che nella pratica è a volte difficile distinguere tra mediazione (atipica o meno) e mandato (verbale o scritto), quando l’intermediario agisce su incarico di una parte, o tra mediatore e figure affini. Per non parlare, poi, che ancor oggi è controverso se la mediazione abbia natura contrattuale o meno: se, cioè, tragga origine da un accordo esplicito o implicito tra le parti o se sia fondata sul semplice fatto della interposizione del mediatore tra due potenziali contraenti, con la conseguenza che è la stessa ambigua natura della mediazione a provocare a cascata dubbi e controversie circa la spettanza o meno del compenso. [/FONT] [FONT=Verdana]D’altro canto – e qui chiudo, ritirandomi, in buon ordine, nella sezione “Locazione e altri disastri” :mrgreen: (dove mi sento più a casa) – la frequenza del contenzioso è alimentata dal fatto che, nei casi in cui manca un incarico formale all’agente immobiliare, risulta spesso sfuggente la prova del suo intervento nell’affare e soprattutto quello del nesso casuale tra la sua attività e la conclusione del contratto. Tanto più che nella pratica ricorrono molteplici modalità di “messa in relazione” delle parti, e più l’intervento del mediatore diventa evanescente, più la dimostrazione dell’efficacia del suo intervento si fa ardua. Ma probabilmente ciò deriva da una ambiguità per così dire ontologica della fattispecie che neppure il codice civile è riuscito a definire, limitandosi a delineare sì la figura del mediatore, ma senza prendere posizione sulla natura dell’istituto.[/FONT] [/QUOTE]
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