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Edifici in legno: mercato e pregiudizi
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Testo
<blockquote data-quote="akaihp" data-source="post: 82070" data-attributes="member: 9790"><p>La durabilità degli edifici è un problema sia normativo che reale di stima e manutenzione.</p><p></p><p>Al contrario di quanto avviene per altri prodotti come ad esempio i computer o le autovetture, negli edifici non si è affermato, almeno in Italia, il concentto di costo globale nel tempo (in inglese TCO) o di vita utile (Service Life).</p><p>Quella che a livello europeo è un norma (CE Guidance paper F “Durabilità e la Direttiva sui prodotti per la costruzione”) in realtà in Italia o è ignorata o è verificata solo per i prodotti in ventita anche all'estero e senza specifiche ulteriori sulla posa (viene verificata cioè sul prodotto ma non per prodotto applicato).</p><p>Per gli edifici c'è da considerare che non esiste una casistica ampia verificata (è in costruzione in questi anni a opera di ricerche sperimentali) anche in considerazione della poca standardizzazione delle tecnologie di costruzione.</p><p>Nei casi di costruzione stratificata a secco e prefabbricata in particolare, sia le prove sperimentali che le stime previsionali della vita utile dei componenti sono ad un buon livello di approssimazione e possono essere considerate attendibili. </p><p>E' per questo quindi che le case in legno <em>sembrano </em>meno longeve di quelle realizzate con altre tecniche costruttive: perchè per le prime si conoscono i tempi di manutenzione e di vita utile, per le altre non si hanno notizie.</p><p></p><p>Giusto in queste settimane sto partecipando ad un seminario dell'Assimpredil che coinvolge il Dipartimento Best del Politecnico di Milano e altri sugli aggiornamenti e lo "stato dell'arte" su risparmio energetico e durabilità degli edifici.</p><p>La sostanza è:</p><ol> <li data-xf-list-type="ol">per la durabilità e la manutenzione programmata non siamo pronti ma ci stiamo lavorando. (e abbiamo una normativa farraginosa, incompleta e per molti versi inapplicabile)</li> <li data-xf-list-type="ol">per il risparmio energetico siamo messi un po' meglio ma in sostanza affrontiamo l'argomento in maniera troppo frammentaria per poter permettere alle imprese di approntare delle regole universalmente valide (differenze regionali) e non prendiamo in considerazione dei parametri che da soli servirebbero a dimezzare veramente il fabbisogno energetico degli edifici per i nostri climi (surriscaldamento estivo)</li> </ol><p>Come si evince da questa discussione inoltre manca l'informazione al pubblico e quindi anche la ricerca tecnologica non viene vista come valore aggiunto e di conseguenza non viene ricercata dagli operatori del settore.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="akaihp, post: 82070, member: 9790"] La durabilità degli edifici è un problema sia normativo che reale di stima e manutenzione. Al contrario di quanto avviene per altri prodotti come ad esempio i computer o le autovetture, negli edifici non si è affermato, almeno in Italia, il concentto di costo globale nel tempo (in inglese TCO) o di vita utile (Service Life). Quella che a livello europeo è un norma (CE Guidance paper F “Durabilità e la Direttiva sui prodotti per la costruzione”) in realtà in Italia o è ignorata o è verificata solo per i prodotti in ventita anche all'estero e senza specifiche ulteriori sulla posa (viene verificata cioè sul prodotto ma non per prodotto applicato). Per gli edifici c'è da considerare che non esiste una casistica ampia verificata (è in costruzione in questi anni a opera di ricerche sperimentali) anche in considerazione della poca standardizzazione delle tecnologie di costruzione. Nei casi di costruzione stratificata a secco e prefabbricata in particolare, sia le prove sperimentali che le stime previsionali della vita utile dei componenti sono ad un buon livello di approssimazione e possono essere considerate attendibili. E' per questo quindi che le case in legno [I]sembrano [/I]meno longeve di quelle realizzate con altre tecniche costruttive: perchè per le prime si conoscono i tempi di manutenzione e di vita utile, per le altre non si hanno notizie. Giusto in queste settimane sto partecipando ad un seminario dell'Assimpredil che coinvolge il Dipartimento Best del Politecnico di Milano e altri sugli aggiornamenti e lo "stato dell'arte" su risparmio energetico e durabilità degli edifici. La sostanza è: [LIST=1] [*]per la durabilità e la manutenzione programmata non siamo pronti ma ci stiamo lavorando. (e abbiamo una normativa farraginosa, incompleta e per molti versi inapplicabile) [*]per il risparmio energetico siamo messi un po' meglio ma in sostanza affrontiamo l'argomento in maniera troppo frammentaria per poter permettere alle imprese di approntare delle regole universalmente valide (differenze regionali) e non prendiamo in considerazione dei parametri che da soli servirebbero a dimezzare veramente il fabbisogno energetico degli edifici per i nostri climi (surriscaldamento estivo) [/LIST] Come si evince da questa discussione inoltre manca l'informazione al pubblico e quindi anche la ricerca tecnologica non viene vista come valore aggiunto e di conseguenza non viene ricercata dagli operatori del settore. [/QUOTE]
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