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<blockquote data-quote="STUDIOMINUCCI" data-source="post: 238600" data-attributes="member: 41505"><p>Io sono molto meno possibilista, per queste ragioni:</p><p> </p><p>1) in collazione vanno i beni residui del de cuius e quelli donati in vita (se non espressamente esonerati), non certamente quelli alienati a titolo oneroso, in vita, dal de cuius.</p><p>2) ne deriva che l'immobile che per atto pubblico e trascrizioni risulta venduto....per poter entrare in collazione dovrà PRIMA essere stato dichiarato simulato <u>da un Giudice</u> e previo apposito Giudizio Ordinario Civle, e non certo perchè lo dice Marco;</p><p>3) come farà il Giudice, ma soprattutto Marco, a PROVARE il carattere simulatorio della vendita....proprio non avrei idea, atteso che le dichiarazioni della sorella di Marco si trovano in un atto pubblico regoalrmente trascritto e sono nello stesso atto confermate dal padre, mentre il sospetto di Marco resta un suo sospetto personale, documentato da niente. Ma questo è il punto d partenza: nel 98 c'era soltanto l'antiriciclaggio nei limiti correttamente indicati da Cucci.</p><p>Bene : se io ammetto di aver pagato, nel 98, 3oo milioni di lire a qualcuno e di non averlo fatto per assegni come da normativa anticiriciclaggio.....NON E' che questa ammissione infìci l'efficacia delle operazioni compiute o ne metta in discussione la produttività di effetti legali, bensì comporta soltanto che io abbia commesso un illecito amministrativo, per il quale esistono delle semplici sanzioni e persino....la possibilità di sanarle pagando una modesta oblazione!!!!</p><p> </p><p>Per cui: in quale modo potrà essere DIMOSTRATO che la sorella di Marco non ha pagato niente?</p><p>Secondo me, semplicemente: in nessun modo, nè ora e nè mai.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="STUDIOMINUCCI, post: 238600, member: 41505"] Io sono molto meno possibilista, per queste ragioni: 1) in collazione vanno i beni residui del de cuius e quelli donati in vita (se non espressamente esonerati), non certamente quelli alienati a titolo oneroso, in vita, dal de cuius. 2) ne deriva che l'immobile che per atto pubblico e trascrizioni risulta venduto....per poter entrare in collazione dovrà PRIMA essere stato dichiarato simulato [U]da un Giudice[/U] e previo apposito Giudizio Ordinario Civle, e non certo perchè lo dice Marco; 3) come farà il Giudice, ma soprattutto Marco, a PROVARE il carattere simulatorio della vendita....proprio non avrei idea, atteso che le dichiarazioni della sorella di Marco si trovano in un atto pubblico regoalrmente trascritto e sono nello stesso atto confermate dal padre, mentre il sospetto di Marco resta un suo sospetto personale, documentato da niente. Ma questo è il punto d partenza: nel 98 c'era soltanto l'antiriciclaggio nei limiti correttamente indicati da Cucci. Bene : se io ammetto di aver pagato, nel 98, 3oo milioni di lire a qualcuno e di non averlo fatto per assegni come da normativa anticiriciclaggio.....NON E' che questa ammissione infìci l'efficacia delle operazioni compiute o ne metta in discussione la produttività di effetti legali, bensì comporta soltanto che io abbia commesso un illecito amministrativo, per il quale esistono delle semplici sanzioni e persino....la possibilità di sanarle pagando una modesta oblazione!!!! Per cui: in quale modo potrà essere DIMOSTRATO che la sorella di Marco non ha pagato niente? Secondo me, semplicemente: in nessun modo, nè ora e nè mai. [/QUOTE]
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