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Frazionamento in sanatoria per vendere l'immobile
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<blockquote data-quote="Taigete" data-source="post: 663171" data-attributes="member: 80668"><p>Buongiorno a tutti,</p><p>Chiedo un parere circa un frazionamento per la vendita di un appartamento, senza mutuo, con agenzia immobiliare. Vi espongo l'annosa questione...</p><p></p><p>Il notaio della parte acquirente, mentre era intento a redigere il rogito, ha constato un problema relativo all’immobile in vendita.</p><p>L'immobile è un A/2 nel centro storico di un paese. L’appartamento è sito all'interno di un condominio e fu acquistato regolarmente (con atto notarile) nel 1980 da mio padre, trattasi di condominio del primo ‘900. </p><p>In principio era un appartamento unito di circa 250mq appartenente a 2 sorelle che, quando hanno venduto la loro proprietà a mio padre e ad un altro signore (tuttora proprietario e mio dirimpettaio, ndr), NON hanno partizionato/frazionato l'appartamento, o comunque partizionato in modo irregolare secondo il Notaio a cui si è rivolto l'acquirente.</p><p></p><p>Oggi, quello in possesso della mia famiglia, è l'appartamento di circa 90mq. Il Catasto ha già l'appartamento frazionato nelle loro planimetrie, così il condominio e anche il Comune visto che riceviamo tasse sui rifiuti etc. e la planimetria comunale corrispondono allo stato attuale, infatti negli anni non sono stati fatti abusi, se non il mancato frazionamento: quindi muro divisorio ed entrata in comune cd. "bussola" che porta verso due distinte porte blindate (rilievi che sono presenti sia su planimetria catastale sia comunale... infatti l'altra unità viene definita "A.U.A Aliena").</p><p></p><p>Nasce ora il problema con la vendita di uno di questi due appartamenti (quello della mia famiglia, ndr). Il Notaio, come dicevo, sostiene che nel 1980 non è stato frazionato a dovere e bisogna procedere con una sanatoria in Comune per redigere l'atto di trasferimento di proprietà.</p><p> </p><p>Abbiamo già interpellato un tecnico (ingegnere), e ha consigliato di procedere con la CILA, tuttavia ci ha avvisati che non è certo che il Comune approvi il frazionamento cioè che faccia partire la CILA in sanatoria.</p><p> </p><p>Mi domando e umilmente chiedo:</p><p>- Per casi come questi, la sanatoria è sempre possibile?</p><p>- la CILA è corretta o è più idonea una SCIA in sanatoria? Se non addirittura PdC? In rete ho trovato pareri discordanti.</p><p>- Avete consigli su come procedere?</p><p> </p><p>Qualora non fosse possibile, cosa che non mi auguro, come fare per vendere l’appartamento e sanare la difformità tra catasto e comune in modo che si possa poi rogitare?</p><p> </p><p>Ringrazio infinitamente, ed auguro buona giornata.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Taigete, post: 663171, member: 80668"] Buongiorno a tutti, Chiedo un parere circa un frazionamento per la vendita di un appartamento, senza mutuo, con agenzia immobiliare. Vi espongo l'annosa questione... Il notaio della parte acquirente, mentre era intento a redigere il rogito, ha constato un problema relativo all’immobile in vendita. L'immobile è un A/2 nel centro storico di un paese. L’appartamento è sito all'interno di un condominio e fu acquistato regolarmente (con atto notarile) nel 1980 da mio padre, trattasi di condominio del primo ‘900. In principio era un appartamento unito di circa 250mq appartenente a 2 sorelle che, quando hanno venduto la loro proprietà a mio padre e ad un altro signore (tuttora proprietario e mio dirimpettaio, ndr), NON hanno partizionato/frazionato l'appartamento, o comunque partizionato in modo irregolare secondo il Notaio a cui si è rivolto l'acquirente. Oggi, quello in possesso della mia famiglia, è l'appartamento di circa 90mq. Il Catasto ha già l'appartamento frazionato nelle loro planimetrie, così il condominio e anche il Comune visto che riceviamo tasse sui rifiuti etc. e la planimetria comunale corrispondono allo stato attuale, infatti negli anni non sono stati fatti abusi, se non il mancato frazionamento: quindi muro divisorio ed entrata in comune cd. "bussola" che porta verso due distinte porte blindate (rilievi che sono presenti sia su planimetria catastale sia comunale... infatti l'altra unità viene definita "A.U.A Aliena"). Nasce ora il problema con la vendita di uno di questi due appartamenti (quello della mia famiglia, ndr). Il Notaio, come dicevo, sostiene che nel 1980 non è stato frazionato a dovere e bisogna procedere con una sanatoria in Comune per redigere l'atto di trasferimento di proprietà. Abbiamo già interpellato un tecnico (ingegnere), e ha consigliato di procedere con la CILA, tuttavia ci ha avvisati che non è certo che il Comune approvi il frazionamento cioè che faccia partire la CILA in sanatoria. Mi domando e umilmente chiedo: - Per casi come questi, la sanatoria è sempre possibile? - la CILA è corretta o è più idonea una SCIA in sanatoria? Se non addirittura PdC? In rete ho trovato pareri discordanti. - Avete consigli su come procedere? Qualora non fosse possibile, cosa che non mi auguro, come fare per vendere l’appartamento e sanare la difformità tra catasto e comune in modo che si possa poi rogitare? Ringrazio infinitamente, ed auguro buona giornata. [/QUOTE]
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