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<blockquote data-quote="cafelab" data-source="post: 379640" data-attributes="member: 18536"><p>Ma questo è più che giusto, sarebbe bene che con il prossimo progettista che interpellerai tu sia molto chiaro:</p><ol> <li data-xf-list-type="ol">Ho da spendere: questa cifra<br /> </li> <li data-xf-list-type="ol">voglio: questo questo e quest'altro</li> <li data-xf-list-type="ol">voglio: poter entrare in casa entro tot giorni</li> </ol><p></p><p>quando abbiamo clienti decisi, sicuri delle loro necessità e delle loro finanze lavorare diventa un piacere, tutto è più facile e il progetto viene anche meglio.</p><p></p><p></p><p></p><p></p><p>sono d'accordo, il mio era solo un modo di dire, purtroppo la professione dell'architetto è così vituperata che per farsi capire bisogna paragonarsi a cuochi, chirurghi e artigiani.</p><p></p><p>Un computo metrico non è banale, è una rogna, deve essere estremamente preciso perchè da quello dipende il rispetto del budget, gli extra e la loro mancanza.</p><p></p><p><em>Riconosci il momento in cui l'architetto sta facendo i computi metrici al computer, dal numero di gesti inconsulti che compie in silenzio. Compone tabelle con software dedicati, ma fa uso frequente di post-it dita e pallottoliere da scrivania (perchè con i metodi vecchia maniera si sbaglia meno). </em></p><p><em>Associando il gesto alle parole ripetute in mente, l'architetto passa in rassegna tutte le piccole voci atte a descrivere (alla moviola) una lavorazione. Demolisce, ricostruisce, pone in opera guaine impermeabilizzanti, isolamenti termici, strato su strato, massetti, sottofondi, collanti speciali, ma, con la paura di dimenticarsi qualcosa, adopera la tecnica mnemonica di associare movimenti fisici diversi a lavorazioni diverse.</em></p><p><em>Dopo venti minuti lo trovi già in stato di trance, sudato come un ciclista, completamente assorto nel suo computo metrico, che si muove come ‘l’ultimo samurai’, con passi laterali e movimenti lenti e precisi delle braccia, mentre pone in opera una soglia di marmo, previa rimozione della preesistente (compresa la rottura con colpo di karaté e frattura della mano), mentre tira in alto e cala in basso cose diverse</em></p><p><em></em></p><p><a href="http://www.amazon.it/Gli-architetti-dovrebbero-ammazzarli-piccoli/dp/8873712665" target="_blank">Gli architetti... dovrebbero ammazzarli da piccoli</a></p><p><a href="http://www.amazon.it/Gli-architetti-dovrebbero-ammazzarli-piccoli/dp/8873712665" target="_blank">Matteo Clemente</a></p></blockquote><p></p>
[QUOTE="cafelab, post: 379640, member: 18536"] Ma questo è più che giusto, sarebbe bene che con il prossimo progettista che interpellerai tu sia molto chiaro: [LIST=1] [*]Ho da spendere: questa cifra [*]voglio: questo questo e quest'altro [*]voglio: poter entrare in casa entro tot giorni [/LIST] quando abbiamo clienti decisi, sicuri delle loro necessità e delle loro finanze lavorare diventa un piacere, tutto è più facile e il progetto viene anche meglio. sono d'accordo, il mio era solo un modo di dire, purtroppo la professione dell'architetto è così vituperata che per farsi capire bisogna paragonarsi a cuochi, chirurghi e artigiani. Un computo metrico non è banale, è una rogna, deve essere estremamente preciso perchè da quello dipende il rispetto del budget, gli extra e la loro mancanza. [I]Riconosci il momento in cui l'architetto sta facendo i computi metrici al computer, dal numero di gesti inconsulti che compie in silenzio. Compone tabelle con software dedicati, ma fa uso frequente di post-it dita e pallottoliere da scrivania (perchè con i metodi vecchia maniera si sbaglia meno). Associando il gesto alle parole ripetute in mente, l'architetto passa in rassegna tutte le piccole voci atte a descrivere (alla moviola) una lavorazione. Demolisce, ricostruisce, pone in opera guaine impermeabilizzanti, isolamenti termici, strato su strato, massetti, sottofondi, collanti speciali, ma, con la paura di dimenticarsi qualcosa, adopera la tecnica mnemonica di associare movimenti fisici diversi a lavorazioni diverse. Dopo venti minuti lo trovi già in stato di trance, sudato come un ciclista, completamente assorto nel suo computo metrico, che si muove come ‘l’ultimo samurai’, con passi laterali e movimenti lenti e precisi delle braccia, mentre pone in opera una soglia di marmo, previa rimozione della preesistente (compresa la rottura con colpo di karaté e frattura della mano), mentre tira in alto e cala in basso cose diverse [/I] [URL='http://www.amazon.it/Gli-architetti-dovrebbero-ammazzarli-piccoli/dp/8873712665']Gli architetti... dovrebbero ammazzarli da piccoli Matteo Clemente[/URL] [/QUOTE]
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