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<blockquote data-quote="Bastimento" data-source="post: 295229" data-attributes="member: 6214"><p>Ho letto con una certa curiosità le vostre discussioni. Dalla notizia iniziale siete passati ad una difesa sindacale della categoria, sostanzialmente fuori tema. Rimarrei al punto iniziale, e ne trarrei queste osservazioni.</p><p> </p><p>1) Pur non conoscendo il metodo statistico e la composizione del campione, ed ammettendo quindi un notevole margine di errore, se ne deve dedurre che molte transazioni (forse più della metà, avvengono senza che "<em>compaia" </em>la azione del mediatore.</p><p>2) La scarsa propensione attuale alle compravendite, non credo dipenda dall'atteggiamento degli Ai, ma dalla precarietà delle fonti di guadagno degli italiani e dalla "saturazione" del mercato.</p><p> </p><p>Sul primo punto direi: o la vostra attività/provvigione non è giustificata dal servizio reso, o tuttora molti vs colleghi lavorano in nero (e quindi non "<em>compaiono"). </em>In tutti e due i casi, metodo o no, è bene facciate qualche riflessione in proprio.</p><p> </p><p>Sul secondo problema, non credo sia prioritaria la politica fiscale sulla casa recentemente inasprita, (la casa è sempre stata oggetto di tassazione): e nemmeno vedrei come toccasana (almeno per la generalità dei cittadini) una incentivazione immotivata delle nuove costruzioni, anche se condivido che costituirebbe un motore per l'economia: non possiamo permetterci di cementificare tutto il territorio, senza effettiva necessità. </p><p> </p><p>Si uscirà dalla crisi, e con essa dalla stasi delle compravendite, soltanto quando si adotterà un modello di sviluppo che produca un rilancio dell'occupazione in settori di cui abbiamo in casa materia prima: turismo, cultura, servizi alla persona, ecc. e gestione della precarietà del lavoro. Ammesso che sia sufficiente.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Bastimento, post: 295229, member: 6214"] Ho letto con una certa curiosità le vostre discussioni. Dalla notizia iniziale siete passati ad una difesa sindacale della categoria, sostanzialmente fuori tema. Rimarrei al punto iniziale, e ne trarrei queste osservazioni. 1) Pur non conoscendo il metodo statistico e la composizione del campione, ed ammettendo quindi un notevole margine di errore, se ne deve dedurre che molte transazioni (forse più della metà, avvengono senza che "[I]compaia" [/I]la azione del mediatore. 2) La scarsa propensione attuale alle compravendite, non credo dipenda dall'atteggiamento degli Ai, ma dalla precarietà delle fonti di guadagno degli italiani e dalla "saturazione" del mercato. Sul primo punto direi: o la vostra attività/provvigione non è giustificata dal servizio reso, o tuttora molti vs colleghi lavorano in nero (e quindi non "[I]compaiono"). [/I]In tutti e due i casi, metodo o no, è bene facciate qualche riflessione in proprio. Sul secondo problema, non credo sia prioritaria la politica fiscale sulla casa recentemente inasprita, (la casa è sempre stata oggetto di tassazione): e nemmeno vedrei come toccasana (almeno per la generalità dei cittadini) una incentivazione immotivata delle nuove costruzioni, anche se condivido che costituirebbe un motore per l'economia: non possiamo permetterci di cementificare tutto il territorio, senza effettiva necessità. Si uscirà dalla crisi, e con essa dalla stasi delle compravendite, soltanto quando si adotterà un modello di sviluppo che produca un rilancio dell'occupazione in settori di cui abbiamo in casa materia prima: turismo, cultura, servizi alla persona, ecc. e gestione della precarietà del lavoro. Ammesso che sia sufficiente. [/QUOTE]
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