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Il festival di Sanremo del 2013.
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<blockquote data-quote="Graf" data-source="post: 275612" data-attributes="member: 9824"><p>Ho sempre seguito Sanremo dall'età della ragione, più o meno, ad eccezione dell'edizione del 1985, in quanto quell'anno svolgevo il servizio militare.</p><p>L'edizione che ricordo con maggiore piacere e che reputo la migliore tra quelle da me seguite è quella del 1981, quando vinse il brano "Per Elisa" cantata da Alice.</p><p>Quella storica edizione fu straricca di canzone straordinarie:inutile ricordale ad una ad una perché si possono trovare ed ascoltare facilmente e con diletto su Internet.</p><p>Quest'anno ho interrotto la catena della tradizione, per me una vera rivoluzione. Un cambiamento radicale delle mie consolidate abitudini.</p><p>Per vari motivi non ho potuto e voluto seguire nessuna serata dell'edizione del 2013 del Festival di Sanremo. Non ero nello spirito giusto.</p><p>E mi sono accorto che, in fondo, non mi mancava per nulla.</p><p>Comunque, poco fa, mi sono fatto parte diligente, mi sono informato e ho sentito un paio di volte la canzone trionfatrice.</p><p>Ho letto che ha vinto questa edizione un certo Marco Mengoni.</p><p>Mai visto e sentito prima di adesso. Voce discreta ed intonata ma niente di che.</p><p>Però la sua canzone "L'essenziale" è abbastanza bella e poetica. Un pezzo intimo e sofferto e per niente consolatorio. Non la solita canzonetta, facile, orecchiabile, spensierata e tipicamente festivaliera. Ma una canzone dolente in sintonia con i tempi per niente allegri che stiamo vivendo.</p><p>A giudicare da essa, Sanremo si conferma infallibile specchio della società italiana.</p><p>L'italia non vola più "nel blu dipinto di blu" come accadeva nel 1958 ai tempi degli entusiasmi e delle speranze del boom economico ma "sta cadendo a pezzi" come ripete spesso e con il cuore in mano Mengoni nella sua canzone fresca vincitrice. E se tutto diventa macerie intorno a noi, egli ci invita ad evitare gli eccessi e a tornare all'origine, all' "essenziale". Più che una canzone, un bagno di realismo.</p><p>Come dargli torto?</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Graf, post: 275612, member: 9824"] Ho sempre seguito Sanremo dall'età della ragione, più o meno, ad eccezione dell'edizione del 1985, in quanto quell'anno svolgevo il servizio militare. L'edizione che ricordo con maggiore piacere e che reputo la migliore tra quelle da me seguite è quella del 1981, quando vinse il brano "Per Elisa" cantata da Alice. Quella storica edizione fu straricca di canzone straordinarie:inutile ricordale ad una ad una perché si possono trovare ed ascoltare facilmente e con diletto su Internet. Quest'anno ho interrotto la catena della tradizione, per me una vera rivoluzione. Un cambiamento radicale delle mie consolidate abitudini. Per vari motivi non ho potuto e voluto seguire nessuna serata dell'edizione del 2013 del Festival di Sanremo. Non ero nello spirito giusto. E mi sono accorto che, in fondo, non mi mancava per nulla. Comunque, poco fa, mi sono fatto parte diligente, mi sono informato e ho sentito un paio di volte la canzone trionfatrice. Ho letto che ha vinto questa edizione un certo Marco Mengoni. Mai visto e sentito prima di adesso. Voce discreta ed intonata ma niente di che. Però la sua canzone "L'essenziale" è abbastanza bella e poetica. Un pezzo intimo e sofferto e per niente consolatorio. Non la solita canzonetta, facile, orecchiabile, spensierata e tipicamente festivaliera. Ma una canzone dolente in sintonia con i tempi per niente allegri che stiamo vivendo. A giudicare da essa, Sanremo si conferma infallibile specchio della società italiana. L'italia non vola più "nel blu dipinto di blu" come accadeva nel 1958 ai tempi degli entusiasmi e delle speranze del boom economico ma "sta cadendo a pezzi" come ripete spesso e con il cuore in mano Mengoni nella sua canzone fresca vincitrice. E se tutto diventa macerie intorno a noi, egli ci invita ad evitare gli eccessi e a tornare all'origine, all' "essenziale". Più che una canzone, un bagno di realismo. Come dargli torto? [/QUOTE]
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