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<blockquote data-quote="gcaval" data-source="post: 154662" data-attributes="member: 14014"><p>Personalmente credo che gli standard di valutazione, qualunque essi siano, possono essere solo un punto di inizio per una valutazione immobiliare. C'è comunque una componente soggettiva che non è valutabile. Solo un esempio: per lo stesso immobile io posso essere motivato a spendere anche il 20% in più, perché nel palazzo abita mia madre, rispetto ad un altro acquirente che non ha questo vantaggio. Ma la cosa potrebbe esser fatta in base a una certa veduta panoramica, piuttosto che per mille altre considerazioni. Tutte soggettive, che nessun software o algoritmo potrà valutare in meglio o in peggio.</p><p></p><p>Secondo me, se domani paradossalmente tutti dimezzassero il prezzo dell'immobile, la situazione resterebbe identica. In primis perché gli acquirenti si troverebbero di fronte alla stessa forte offerta, con la possibilità di chiedere ancora sconto. In secondo luogo, perché, per come la vedo, la crisi non è dovuta solo ad un eccesso di offerta, che pure c'è, ma piuttosto ad una serie di concause:</p><p>- chiusura drastica del credito rispetto al passato. Trovo giusto fare verifiche più approfondite, ma in alcuni casi si richiedono garanzie pari o superiori al mutuo concesso. Assurdo.</p><p>- perdita continua di posti di lavoro. Questa è la cosa più grave, e non solo per il settore immobiliare</p><p>- politica (economica, industriale, sociale, ecc.) inesistente. No comment.</p><p>- amministrazioni locali miopi, ma già da molti anni, interessate solo a fare cassa. Sono state concessi permessi di costruire e si è fatta una speculazione sui terreni convertiti da agricoli ad edificabili che ha fatto arricchire sempre e solo i soliti noti. Oggi c'è un invenduto pazzesco, case costruite male, lontane dalla vita del centro sociale (il progetto delle new town del Berlusca. Una bestemmia.)</p><p>- un patrimonio immobiliare esistente che in molti casi cade a pezzi. Come fai a vendere immobili degli anni 60, mai ristrutturati, in cui vivono diverse etnie (nulla a che fare con il razzismo, è un dato di fatto), con mille problemi di condominio, ecc.? Questa roba è fuori mercato. A Milano, ad esempio, nelle zone di via Padova, è pieno di abitazioni anche all'asta, ma nessuno (giustamente, se è sano di mente) le vuole. E parliamo di Milano... <img src="/styles/default/xenforo/smilies.emoji/people/confused.emoji.svg" class="smilie" loading="lazy" alt=":confuso:" title="Confuso :confuso:" data-shortname=":confuso:" /></p><p></p><p>Mi spiace deludervi, ma non ho una soluzione, io. Un fatto però si può osservare: chi vuol vendere, deve vendere a prezzo fortemente scontato, immobili quanto meno dignitosi, in generale (le eccezioni ovviamente ci sono), e può avvantaggiarsi del fatto che i prezzi "intorno" restano alti. Fortunatamente un po' di domanda c'è, ed è incentivata a comprare se ritiene di fare un buon affare. per il resto mi riallaccio alle conclusioni di MIL.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="gcaval, post: 154662, member: 14014"] Personalmente credo che gli standard di valutazione, qualunque essi siano, possono essere solo un punto di inizio per una valutazione immobiliare. C'è comunque una componente soggettiva che non è valutabile. Solo un esempio: per lo stesso immobile io posso essere motivato a spendere anche il 20% in più, perché nel palazzo abita mia madre, rispetto ad un altro acquirente che non ha questo vantaggio. Ma la cosa potrebbe esser fatta in base a una certa veduta panoramica, piuttosto che per mille altre considerazioni. Tutte soggettive, che nessun software o algoritmo potrà valutare in meglio o in peggio. Secondo me, se domani paradossalmente tutti dimezzassero il prezzo dell'immobile, la situazione resterebbe identica. In primis perché gli acquirenti si troverebbero di fronte alla stessa forte offerta, con la possibilità di chiedere ancora sconto. In secondo luogo, perché, per come la vedo, la crisi non è dovuta solo ad un eccesso di offerta, che pure c'è, ma piuttosto ad una serie di concause: - chiusura drastica del credito rispetto al passato. Trovo giusto fare verifiche più approfondite, ma in alcuni casi si richiedono garanzie pari o superiori al mutuo concesso. Assurdo. - perdita continua di posti di lavoro. Questa è la cosa più grave, e non solo per il settore immobiliare - politica (economica, industriale, sociale, ecc.) inesistente. No comment. - amministrazioni locali miopi, ma già da molti anni, interessate solo a fare cassa. Sono state concessi permessi di costruire e si è fatta una speculazione sui terreni convertiti da agricoli ad edificabili che ha fatto arricchire sempre e solo i soliti noti. Oggi c'è un invenduto pazzesco, case costruite male, lontane dalla vita del centro sociale (il progetto delle new town del Berlusca. Una bestemmia.) - un patrimonio immobiliare esistente che in molti casi cade a pezzi. Come fai a vendere immobili degli anni 60, mai ristrutturati, in cui vivono diverse etnie (nulla a che fare con il razzismo, è un dato di fatto), con mille problemi di condominio, ecc.? Questa roba è fuori mercato. A Milano, ad esempio, nelle zone di via Padova, è pieno di abitazioni anche all'asta, ma nessuno (giustamente, se è sano di mente) le vuole. E parliamo di Milano... :-? Mi spiace deludervi, ma non ho una soluzione, io. Un fatto però si può osservare: chi vuol vendere, deve vendere a prezzo fortemente scontato, immobili quanto meno dignitosi, in generale (le eccezioni ovviamente ci sono), e può avvantaggiarsi del fatto che i prezzi "intorno" restano alti. Fortunatamente un po' di domanda c'è, ed è incentivata a comprare se ritiene di fare un buon affare. per il resto mi riallaccio alle conclusioni di MIL. [/QUOTE]
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