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Immobilmente: Da settembre prezzi in retromarcia
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Testo
<blockquote data-quote="il Custode" data-source="post: 1928" data-attributes="member: 2"><p>Titolo originale Da settembre prezzi in retromarcia </p><p></p><p><a href="http://immobilmente.blogspot.com/2008/12/da-settembre-prezzi-in-retromarcia.html" target="_blank">Link all'articolo</a></p><p></p><p>"Prezzi delle case in discesa nell'ultima parte del 2008."</p><p>Dopo il rallentamento delle compravendite – iniziato già l'anno scorso – la crisi del mattone fa sentire i propri effetti sulle quotazioni degli immobili. Le rilevazioni di Scenari Immobiliari offrono una fotografia dettagliata della situazione.</p><p>"Confrontati con quelli di dodici mesi fa, i prezzi di oggi sono ancora in aumento", almeno a livello nominale (cioè senza considerare l'inflazione): mediamente, ad esempio, il valore delle abitazioni è cresciuto dell'1,4 per cento. Ma se si compara il prezzo di oggi con quello di fine settembre, si nota un saldo negativo del 2 per cento</p><p></p><p>Guardare alle singole città, poi, consente di evidenziare le situazioni di maggiore difficoltà. Quasi sempre – se si esamina la variazione rispetto al trimestre precedente – le più colpite risultano le aree periferiche: come accade a Bari (-7,5%), Roma (-5%), Firenze (-5%), Genova (-4%) e Milano (-3%). Le zone centrali, invece, mostrano una discreta tenuta, mentre quelle semicentrali si collocano a metà strada tra i due estremi.</p><p>Come interpretare questo dato? «L'attuale crisi – spiega Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari – colpisce maggiormente il mercato residenziale e, in particolare, i redditi medio-bassi perché è più difficile ottenere un mutuo, a causa delle garanzie bancarie aggiuntive richieste. Questo provoca un vero e proprio stallo e implica a sua volta un calo dei prezzi nelle zone periferiche e nelle case in costruzione. Inoltre anche le compravendite agli stranieri, che pesa per un quinto sul totale, si è ridotta in un anno del 30 per cento».</p><p>Leggermente migliore – come si diceva – lo scenario nei centri cittadini, dove i prezzi sono rimasti sostanzialmente stabili. «Non c'è stimolo alla compravendita – spiega ancora Breglia – perché non ci sono investimenti alternativi al mattone interessanti, anzi la casa rappresenta attualmente un bene rifugio. Questa è una grande differenza rispetto al calo del settore immobiliare degli anni 90, quando invece si era pronti a venderla e comprare i ben più remunerativi titoli di Stato».</p><p>Analizzando gli altri comparti, c'è stato un forte calo nel settore turistico – con una drastica riduzione nelle compravendite di seconde case – a tutto beneficio di quello alberghiero e del mercato business (uffici) con domanda e transazioni in calo. Sempre con riferimento al dato medio nazionale, da settembre a dicembre i prezzi del settore terziario sono diminuiti dello 0,8% e il settore industriale ha perso il 2,5 per cento, mentre il settore commerciale ha visto le quotazioni in progresso frazionale (+0,3%). Conclude Breglia: «In uno scenario 2009 caratterizzato da bassa inflazione e costo del denaro calante, l'attrattiva degli investimenti immobiliari a buon reddito, quali uffici e commercio, ritorna forte».</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="il Custode, post: 1928, member: 2"] Titolo originale Da settembre prezzi in retromarcia [url=http://immobilmente.blogspot.com/2008/12/da-settembre-prezzi-in-retromarcia.html]Link all'articolo[/url] "Prezzi delle case in discesa nell'ultima parte del 2008." Dopo il rallentamento delle compravendite – iniziato già l'anno scorso – la crisi del mattone fa sentire i propri effetti sulle quotazioni degli immobili. Le rilevazioni di Scenari Immobiliari offrono una fotografia dettagliata della situazione. "Confrontati con quelli di dodici mesi fa, i prezzi di oggi sono ancora in aumento", almeno a livello nominale (cioè senza considerare l'inflazione): mediamente, ad esempio, il valore delle abitazioni è cresciuto dell'1,4 per cento. Ma se si compara il prezzo di oggi con quello di fine settembre, si nota un saldo negativo del 2 per cento Guardare alle singole città, poi, consente di evidenziare le situazioni di maggiore difficoltà. Quasi sempre – se si esamina la variazione rispetto al trimestre precedente – le più colpite risultano le aree periferiche: come accade a Bari (-7,5%), Roma (-5%), Firenze (-5%), Genova (-4%) e Milano (-3%). Le zone centrali, invece, mostrano una discreta tenuta, mentre quelle semicentrali si collocano a metà strada tra i due estremi. Come interpretare questo dato? «L'attuale crisi – spiega Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari – colpisce maggiormente il mercato residenziale e, in particolare, i redditi medio-bassi perché è più difficile ottenere un mutuo, a causa delle garanzie bancarie aggiuntive richieste. Questo provoca un vero e proprio stallo e implica a sua volta un calo dei prezzi nelle zone periferiche e nelle case in costruzione. Inoltre anche le compravendite agli stranieri, che pesa per un quinto sul totale, si è ridotta in un anno del 30 per cento». Leggermente migliore – come si diceva – lo scenario nei centri cittadini, dove i prezzi sono rimasti sostanzialmente stabili. «Non c'è stimolo alla compravendita – spiega ancora Breglia – perché non ci sono investimenti alternativi al mattone interessanti, anzi la casa rappresenta attualmente un bene rifugio. Questa è una grande differenza rispetto al calo del settore immobiliare degli anni 90, quando invece si era pronti a venderla e comprare i ben più remunerativi titoli di Stato». Analizzando gli altri comparti, c'è stato un forte calo nel settore turistico – con una drastica riduzione nelle compravendite di seconde case – a tutto beneficio di quello alberghiero e del mercato business (uffici) con domanda e transazioni in calo. Sempre con riferimento al dato medio nazionale, da settembre a dicembre i prezzi del settore terziario sono diminuiti dello 0,8% e il settore industriale ha perso il 2,5 per cento, mentre il settore commerciale ha visto le quotazioni in progresso frazionale (+0,3%). Conclude Breglia: «In uno scenario 2009 caratterizzato da bassa inflazione e costo del denaro calante, l'attrattiva degli investimenti immobiliari a buon reddito, quali uffici e commercio, ritorna forte». [/QUOTE]
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