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Integrare il Codice Civile con l'Istituto della Mediazione. Sarà mai possibile?
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<blockquote data-quote="Graf" data-source="post: 67815" data-attributes="member: 9824"><p>Nel nostro codice civile, datato 1942, manca un riferimento preciso all’ istituto della Mediazione.</p><p>Si individua il profilo del mediatore ma non si dice niente della sua attività sostanziale. Il mediatore è come fosse sospeso nello spazio giuridico del codice, tra un passato di sensale e un futuro di imprenditore. Fluttua, ondeggia, galleggia e cerca di non annegare dentro le bizantine incertezze , indeterminatezze e oscurità della nostra dottrina e giurisprudenza.</p><p>E’ una figura mutilata, appare nella sua attività, come una persona che si muova pesantemente e faticosamente in carrozzella.</p><p>La stessa magistratura, a volte, dà la netta impressione di non sapere che pesci prendere…</p><p>Non esiste una definizione netta e precisa nel contenuto e nelle cornici, nel merito sostanziale e nel profilo formale di questa importante attività professionale che presenta delle notevolissime ricadute economiche e sociali.</p><p>E che, mancando di una regolamentazione positiva, può creare, dubbi, problemi e rischi professionali a quegli operatori che pure lavorano in coscienza e buona fede.</p><p></p><p>La FIMAA la FIAIP perché, invece di pensare solo a difendere e preservare ( cosa giustissima ) la legge n.39 dell’89 e le altre prerogative dei mediatori, non organizzino e portino avanti con decisione e convinzione, un’ incisiva opera di lobbying presso il legislatore, al fine di riuscire ad integrare, completare e svecchiare finalmente il C.C. del 1942, che, peraltro splendidamente e cristallinamente redatto, appare, però, con tutte le sue rughe e le sue grinze dovute all’età?</p><p>Il 2010 non è il 1942, la società contadina di allora ha fatto posto alla società complessa e post-industriale di adesso.</p><p>La figura romantica del sensale che lavorava nelle piazze e nelle ferie di paese ha fatto spazio alle medie e grandi società anonime e ai franchising che si occupano di intermediazione immobiliare.</p><p>E’ mai possibile passare tutto il tempo ad occuparsi della legge 39 e successive modificazioni, della direttiva Bolkenstein e dimenticarsi della RADICI LONTANE?</p><p>E' mai possibile costringere la figura del mediatore immobiliare ancora nell'incertezza, se non addirittura nell' equivoco, in relazione al contenuto della sua attivita principale?</p><p>E mai possibile non rendersi conto che, una dimenticanza giustificata nel 1942, adesso, nel 2010, è diventata una negligenza inaccettabile?</p><p></p><p></p><p></p><p>Ora, se volete, trasformatevi in legislatori e, allora, pensate, progettate e mettete per iscritto qualche articolo del nuovo, ipotetico, istituto giuridico della MEDIAZIONE da inserire nel nostro Codice Civile.</p><p>Siete capaci?</p><p>Ho fiducia.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Graf, post: 67815, member: 9824"] Nel nostro codice civile, datato 1942, manca un riferimento preciso all’ istituto della Mediazione. Si individua il profilo del mediatore ma non si dice niente della sua attività sostanziale. Il mediatore è come fosse sospeso nello spazio giuridico del codice, tra un passato di sensale e un futuro di imprenditore. Fluttua, ondeggia, galleggia e cerca di non annegare dentro le bizantine incertezze , indeterminatezze e oscurità della nostra dottrina e giurisprudenza. E’ una figura mutilata, appare nella sua attività, come una persona che si muova pesantemente e faticosamente in carrozzella. La stessa magistratura, a volte, dà la netta impressione di non sapere che pesci prendere… Non esiste una definizione netta e precisa nel contenuto e nelle cornici, nel merito sostanziale e nel profilo formale di questa importante attività professionale che presenta delle notevolissime ricadute economiche e sociali. E che, mancando di una regolamentazione positiva, può creare, dubbi, problemi e rischi professionali a quegli operatori che pure lavorano in coscienza e buona fede. La FIMAA la FIAIP perché, invece di pensare solo a difendere e preservare ( cosa giustissima ) la legge n.39 dell’89 e le altre prerogative dei mediatori, non organizzino e portino avanti con decisione e convinzione, un’ incisiva opera di lobbying presso il legislatore, al fine di riuscire ad integrare, completare e svecchiare finalmente il C.C. del 1942, che, peraltro splendidamente e cristallinamente redatto, appare, però, con tutte le sue rughe e le sue grinze dovute all’età? Il 2010 non è il 1942, la società contadina di allora ha fatto posto alla società complessa e post-industriale di adesso. La figura romantica del sensale che lavorava nelle piazze e nelle ferie di paese ha fatto spazio alle medie e grandi società anonime e ai franchising che si occupano di intermediazione immobiliare. E’ mai possibile passare tutto il tempo ad occuparsi della legge 39 e successive modificazioni, della direttiva Bolkenstein e dimenticarsi della RADICI LONTANE? E' mai possibile costringere la figura del mediatore immobiliare ancora nell'incertezza, se non addirittura nell' equivoco, in relazione al contenuto della sua attivita principale? E mai possibile non rendersi conto che, una dimenticanza giustificata nel 1942, adesso, nel 2010, è diventata una negligenza inaccettabile? Ora, se volete, trasformatevi in legislatori e, allora, pensate, progettate e mettete per iscritto qualche articolo del nuovo, ipotetico, istituto giuridico della MEDIAZIONE da inserire nel nostro Codice Civile. Siete capaci? Ho fiducia. [/QUOTE]
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