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<blockquote data-quote="Bastimento" data-source="post: 439567" data-attributes="member: 6214"><p>Grazie a Taraka e ab.qualcosa per l'interessante discussione.</p><p></p><p>Pur non avendo nè esperienza nè titolo per esprimere un giudizio, a logica condividerei la interpretazione di ab.qualcosa: mi sono infatti sempre chiesto come potesse essere praticabile (leggi conveniente) applicare un canone concordato, fermo al 1996 o giù di li.</p><p></p><p>Adesso mi pare del tutto ovvio che la risposta logica sta proprio nella "attualizzazione" delle tariffe sulla base degli indici di rivalutazione dell'istat, ed a maggior ragione applicati al 100%, per quanto riguarda la Attualizzazione del canone base di partenza. </p><p>Certamente in seguito non si potrà andare oltre il 75% della variazione assoluta. Che quest meccanismo porti a rendere accettabili i canoni, non l'ho verificato, ma certo potrebbero rendersi più appetibili.</p><p></p><p>Un conto quindi è la "attualizzazione" degli importi dell'accordo di riferimento riferimento.</p><p>Un altro è l'adeguamento successivo del canone corrente (che non potrà mai superare il 75% della variazione assoluta)</p><p></p><p>Se gli accordi di milano sono del 1997 (o 96') la rivalutazione da considerare (vedi tav5 istat) è quasi del +40%....</p><p></p><p>Quanto alla affermazione di Taraka circa un ipotetico regolamento locale di Milano che renda fuori legge i canoni concordati, rimango perplesso. Premesso che non faccio il vostro mestiere e non mi è mai capitato e mai considerato interessante imbarcarmi in un tale contratto, prsumo anche qui ci sa una sorta di equivoco</p><p></p><p>Non è che la riconduzione al classico 4+4 avviene per il semplice fatto che i contratti spesso non si attengono correttamente entro i limiti dell'accordo territoriale?</p><p></p><p>Per quel che avevo capito, gli accordi territoriali sono stati concepiti proprio per far fronte alle emergenze nei comuni ad alta tensione abitativa: e Milano per la medesima situazione opta per la strada opposta, dopo aver stipulato un accordo territoriale per canoni concordati? Non torna: va bene che la logica non sempre sta di casa in queste situazioni, ma proprio contro-logica mi sembra troppo.</p><p></p><p>Mi lancio in un commento a quanto ho anche letto nel corso della discussione: nella mia esperienza come provvigione mi è sempre stata chiesta una mensilità. Confermo che si crea una certa fidelizzazione: ma non mi è mai capitato di ricevere servizi post contratto, tipo avvisi di rinnovo annualità, scadenze ecc. Anzi</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Bastimento, post: 439567, member: 6214"] Grazie a Taraka e ab.qualcosa per l'interessante discussione. Pur non avendo nè esperienza nè titolo per esprimere un giudizio, a logica condividerei la interpretazione di ab.qualcosa: mi sono infatti sempre chiesto come potesse essere praticabile (leggi conveniente) applicare un canone concordato, fermo al 1996 o giù di li. Adesso mi pare del tutto ovvio che la risposta logica sta proprio nella "attualizzazione" delle tariffe sulla base degli indici di rivalutazione dell'istat, ed a maggior ragione applicati al 100%, per quanto riguarda la Attualizzazione del canone base di partenza. Certamente in seguito non si potrà andare oltre il 75% della variazione assoluta. Che quest meccanismo porti a rendere accettabili i canoni, non l'ho verificato, ma certo potrebbero rendersi più appetibili. Un conto quindi è la "attualizzazione" degli importi dell'accordo di riferimento riferimento. Un altro è l'adeguamento successivo del canone corrente (che non potrà mai superare il 75% della variazione assoluta) Se gli accordi di milano sono del 1997 (o 96') la rivalutazione da considerare (vedi tav5 istat) è quasi del +40%.... Quanto alla affermazione di Taraka circa un ipotetico regolamento locale di Milano che renda fuori legge i canoni concordati, rimango perplesso. Premesso che non faccio il vostro mestiere e non mi è mai capitato e mai considerato interessante imbarcarmi in un tale contratto, prsumo anche qui ci sa una sorta di equivoco Non è che la riconduzione al classico 4+4 avviene per il semplice fatto che i contratti spesso non si attengono correttamente entro i limiti dell'accordo territoriale? Per quel che avevo capito, gli accordi territoriali sono stati concepiti proprio per far fronte alle emergenze nei comuni ad alta tensione abitativa: e Milano per la medesima situazione opta per la strada opposta, dopo aver stipulato un accordo territoriale per canoni concordati? Non torna: va bene che la logica non sempre sta di casa in queste situazioni, ma proprio contro-logica mi sembra troppo. Mi lancio in un commento a quanto ho anche letto nel corso della discussione: nella mia esperienza come provvigione mi è sempre stata chiesta una mensilità. Confermo che si crea una certa fidelizzazione: ma non mi è mai capitato di ricevere servizi post contratto, tipo avvisi di rinnovo annualità, scadenze ecc. Anzi [/QUOTE]
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