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Testo
<blockquote data-quote="Bastimento" data-source="post: 94011" data-attributes="member: 6214"><p>Purtroppo la risposta non mi sembra formalmente corretta. </p><p>Un conto è il diritto di abitazione sulla casa abitata a residenza familiare riservato al coniuge, (art. 540 c.c.)</p><p>Un conto è la quota proprietaria ereditata: Didi ha ereditato 1/6 di "piena" proprietà.</p><p></p><p>Ho messo fra virgolette il "piena" perchè in effetti è sottoposta ad un diritto reale (di uso e abitazione) esercitato dalla moglie del papà: come tale Didi non è soggetta ad ICI e IRPEF, che gravano tutte al 100% sulla madre fin che detiene il diritto di abitazione.</p><p></p><p>Quindi per questi effetti è equiparabile alla nuda proprietà: non per altri.</p><p></p><p>Didi chiedeva cosa cambia: ai fini della sua domanda iniziale nulla.</p><p></p><p>Il diritto di abitazione si estingue se non lo si esercita direttamente, cioè ad esempio se il coniuge decide di trasferirsi in un diverso immobile. I figli/nipoti non subentrano in tale diritto (però non so nel caso siano minori: ma qui dovrebbe prevalere un pò di umanità)</p><p>L'usufrutto non è vincolato all'effettivo uso/residenza nell'immobile, e potrebbe essere trasmissibile a terzi se previsto.</p><p></p><p><em>Aggiunto dopo 24 minuti </em>:</p><p></p><p>Nel frattempo ho letto gli ulteriori interventi: anche qui mi trovo a dissentire, e ciò mi disturba, constatando che gli interlocutori si presentano come esperti legali o come consulenti-agenti immobiliari. </p><p></p><p>la affermazione di smoker in merito alla perdita di valore della quota di Didi gravata dal diritto di abitazione, mi sembra più teorica che pratica. Non la trovo affatto giusta.</p><p></p><p>In realtà la possibilità di vendere a terzi estranei 1/6 di proprietà è pressocchè nulla.</p><p>La possibilità invece che il proprietario dei 5/6 di proprietà sia interessato a liberarsi di questa comunione, ed acquisire il restante 1/6 è alta.</p><p>Fatta quindi la somma algebrica, l'eventuale deprezzamento dovuto al vincolo esistente, è del tutto inesistente nel caso l'acquirente sia proprio il detentore del diritto reale e della quota maggioritaria rimanente: semmai potrebbe portare ad una valorizzazione vantaggiosa per Didi, che potrebbe porre ostacoli al rapido scioglimento della comunione.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Bastimento, post: 94011, member: 6214"] Purtroppo la risposta non mi sembra formalmente corretta. Un conto è il diritto di abitazione sulla casa abitata a residenza familiare riservato al coniuge, (art. 540 c.c.) Un conto è la quota proprietaria ereditata: Didi ha ereditato 1/6 di "piena" proprietà. Ho messo fra virgolette il "piena" perchè in effetti è sottoposta ad un diritto reale (di uso e abitazione) esercitato dalla moglie del papà: come tale Didi non è soggetta ad ICI e IRPEF, che gravano tutte al 100% sulla madre fin che detiene il diritto di abitazione. Quindi per questi effetti è equiparabile alla nuda proprietà: non per altri. Didi chiedeva cosa cambia: ai fini della sua domanda iniziale nulla. Il diritto di abitazione si estingue se non lo si esercita direttamente, cioè ad esempio se il coniuge decide di trasferirsi in un diverso immobile. I figli/nipoti non subentrano in tale diritto (però non so nel caso siano minori: ma qui dovrebbe prevalere un pò di umanità) L'usufrutto non è vincolato all'effettivo uso/residenza nell'immobile, e potrebbe essere trasmissibile a terzi se previsto. [i]Aggiunto dopo 24 minuti [/i]: Nel frattempo ho letto gli ulteriori interventi: anche qui mi trovo a dissentire, e ciò mi disturba, constatando che gli interlocutori si presentano come esperti legali o come consulenti-agenti immobiliari. la affermazione di smoker in merito alla perdita di valore della quota di Didi gravata dal diritto di abitazione, mi sembra più teorica che pratica. Non la trovo affatto giusta. In realtà la possibilità di vendere a terzi estranei 1/6 di proprietà è pressocchè nulla. La possibilità invece che il proprietario dei 5/6 di proprietà sia interessato a liberarsi di questa comunione, ed acquisire il restante 1/6 è alta. Fatta quindi la somma algebrica, l'eventuale deprezzamento dovuto al vincolo esistente, è del tutto inesistente nel caso l'acquirente sia proprio il detentore del diritto reale e della quota maggioritaria rimanente: semmai potrebbe portare ad una valorizzazione vantaggiosa per Didi, che potrebbe porre ostacoli al rapido scioglimento della comunione. [/QUOTE]
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