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<blockquote data-quote="Bastimento" data-source="post: 462318" data-attributes="member: 6214"><p>Premetto che rispondo a titolo personale, e non so come si comporterebbe un giudice.</p><p>Mi sono fatto questa opinione:</p><p></p><p>a) L'obbligo di disporre di certificazione, nasce con la legge 46/90: ciò che è stato realizzato dopo, doveva essere certificato dall'elettricista che lo ha realizzato. Questo indipendentemente dal fatto che si parli di immobile locato o per uso proprio. Nonostante ciò, molti impianti post '90 non ne dispongono vuoi perchè la DICO è andata persa o perchè l'impianto è stato realizzato ....in nero.</p><p>La legge ha previsto la soluzione: in ogni momento puoi chiedere ad un tecnico di accertare ed asseverare la rispondenza alle buone norme. Ciò non significa che sia facile trovare il tecnico disposto a farlo, e nemmeno che sia scontato che ti risponda che tutto va bene. Solitamente se è onesto ti dirà cosa bisogna fare come minimo per avere un impianto in regola e rilasciarti la DIRI.</p><p>b) Poi chiedi se sia obbligatorio rilasciare le certificazioni in caso di locazione: come ti è stato risposto, è obbligatorio per i contratti concordati, non è obbligatorio invece consegnarli o citarli nei contratti ordinari, ma l'inquilino ha il diritto di sapere se gli impianti sono certificati o no, e se sono adeguati o no.</p><p>c) Impianti a norma: rispondono alle normative stabilite dalla CEI/UNI. Queste regole rappresentano lo stato dell'arte.</p><p>d) obbligo di rispetto delle norme: dipende; alcune norme sono esplicitamente citate dalla legge, ed in questo caso sono obbligatorie; altre no, rappresentano quindi delle raccomandazioni.</p><p>e) In caso di contestazione, se l'impianto risponde a norme CEI, è considerato "sicuro ed a norma" : in caso di soluzioni diverse, l'onere della prova in merito alla correttezza e sicurezza spetta al soggetto in questo caso al proprietario .</p><p>f) Impianto adeguato: significa che non risponde più alle norme vigenti, ma la sua sicurezza è ritenuta sufficiente ed adeguata.</p><p>g) messa a terra: qui le interpretazioni correnti sono varie: secondo me questo requisito non è contemplato per gli impianti domestici ante 90, che vengono considerati adeguati con la sola presenza del salvavita, del magnetotermico, e della protezione ai contatti diretti ((prese con protezione).</p><p>h) Diverso il discorso per locali non domestici, locali condominiali, e luoghi di lavoro: qui la messa a terra e la messa a norma sono obbligatori.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Bastimento, post: 462318, member: 6214"] Premetto che rispondo a titolo personale, e non so come si comporterebbe un giudice. Mi sono fatto questa opinione: a) L'obbligo di disporre di certificazione, nasce con la legge 46/90: ciò che è stato realizzato dopo, doveva essere certificato dall'elettricista che lo ha realizzato. Questo indipendentemente dal fatto che si parli di immobile locato o per uso proprio. Nonostante ciò, molti impianti post '90 non ne dispongono vuoi perchè la DICO è andata persa o perchè l'impianto è stato realizzato ....in nero. La legge ha previsto la soluzione: in ogni momento puoi chiedere ad un tecnico di accertare ed asseverare la rispondenza alle buone norme. Ciò non significa che sia facile trovare il tecnico disposto a farlo, e nemmeno che sia scontato che ti risponda che tutto va bene. Solitamente se è onesto ti dirà cosa bisogna fare come minimo per avere un impianto in regola e rilasciarti la DIRI. b) Poi chiedi se sia obbligatorio rilasciare le certificazioni in caso di locazione: come ti è stato risposto, è obbligatorio per i contratti concordati, non è obbligatorio invece consegnarli o citarli nei contratti ordinari, ma l'inquilino ha il diritto di sapere se gli impianti sono certificati o no, e se sono adeguati o no. c) Impianti a norma: rispondono alle normative stabilite dalla CEI/UNI. Queste regole rappresentano lo stato dell'arte. d) obbligo di rispetto delle norme: dipende; alcune norme sono esplicitamente citate dalla legge, ed in questo caso sono obbligatorie; altre no, rappresentano quindi delle raccomandazioni. e) In caso di contestazione, se l'impianto risponde a norme CEI, è considerato "sicuro ed a norma" : in caso di soluzioni diverse, l'onere della prova in merito alla correttezza e sicurezza spetta al soggetto in questo caso al proprietario . f) Impianto adeguato: significa che non risponde più alle norme vigenti, ma la sua sicurezza è ritenuta sufficiente ed adeguata. g) messa a terra: qui le interpretazioni correnti sono varie: secondo me questo requisito non è contemplato per gli impianti domestici ante 90, che vengono considerati adeguati con la sola presenza del salvavita, del magnetotermico, e della protezione ai contatti diretti ((prese con protezione). h) Diverso il discorso per locali non domestici, locali condominiali, e luoghi di lavoro: qui la messa a terra e la messa a norma sono obbligatori. [/QUOTE]
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