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Nel 2° trimestre 2013 attesa di ripresa delle transazioni
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<blockquote data-quote="skywalker" data-source="post: 269448" data-attributes="member: 14323"><p>Lavoro nel settore seguendo il comparto speculativo/investimenti.</p><p>Non ho mai avuto momenti di stallo o cali lavorativi ma un sensibile aumento dell'interesse è in atto già dalla metà del mese di ottobre/inizi di novembre.</p><p>Contrariamente a ciò che avrebbero voluto farci credere vero da quando l'ex premier Monti (servo dei padroni, banche e grandi capitali) si è dimesso...gli investitori internazionali seppur preoccupati dall'eventuale patrimoniale, promessa ma mai dichiarata, da Bersani...sono tornati ad affacciarsi.</p><p>Quelli autoctoni hanno semplicemente tirato un sospiro di solievo...</p><p>Questa situazione farà pur fuggire gli amanti della finanza creativa ma per l'immobiliare valgono altri criteri...</p><p>I dati americani sono migliori che in passato e la fine della stretta del credito potrebbe essere una realtà.</p><p>Ti invito però a riflettere sul fatto che dopo un lungo periodo di digiuno del settore, la "grande abbuffata" da te velatamente auspicata, potrebbe causare più danni all'organismo che benefici (esattamente come accade con il fisico umano).</p><p>Secondo il mio punto di vista un flusso di credito maggiore dovrebbe andare a sostenere prima il comparto produttivo in modo da consentire competitività alle aziende, poi affluire nel settore immobiliare ma per una via. secondaria certo, ma sana.</p><p>...cercherò di farmi capire meglio...</p><p>Il credito immesso direttamente nell'immobiliare favorirebbe una nuova speculazione (non parlo di "bolla" perchè in Italia una vera bolla immobiliare non c'è mai stata se non nella testa di coloro che approfittavano del termine per cercare di dare debolezza al settore convogliando gli investimenti verso settori meno protetti) ma darebbe al settore un nuovo connotato di precarietà.</p><p>Immettere il medesimo denaro e la medesima elasticità nel settore produttivo , di contro, spalmerebbe il beneficio su tutto il tessuto economico e sociale creando fonadmenti solidi di sostenibilità anche per noi.</p><p>Se le aziende funzionano e gli stipendi tornano ad aumentare, stai pure tranquillo che l'innata propensione del popolo italico ad investire in ciò che è certo e tangibile, non può altro che sospingere il settore ben oltre quelle barriere che solo sino a ieri ci apparivano come insormontabili.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="skywalker, post: 269448, member: 14323"] Lavoro nel settore seguendo il comparto speculativo/investimenti. Non ho mai avuto momenti di stallo o cali lavorativi ma un sensibile aumento dell'interesse è in atto già dalla metà del mese di ottobre/inizi di novembre. Contrariamente a ciò che avrebbero voluto farci credere vero da quando l'ex premier Monti (servo dei padroni, banche e grandi capitali) si è dimesso...gli investitori internazionali seppur preoccupati dall'eventuale patrimoniale, promessa ma mai dichiarata, da Bersani...sono tornati ad affacciarsi. Quelli autoctoni hanno semplicemente tirato un sospiro di solievo... Questa situazione farà pur fuggire gli amanti della finanza creativa ma per l'immobiliare valgono altri criteri... I dati americani sono migliori che in passato e la fine della stretta del credito potrebbe essere una realtà. Ti invito però a riflettere sul fatto che dopo un lungo periodo di digiuno del settore, la "grande abbuffata" da te velatamente auspicata, potrebbe causare più danni all'organismo che benefici (esattamente come accade con il fisico umano). Secondo il mio punto di vista un flusso di credito maggiore dovrebbe andare a sostenere prima il comparto produttivo in modo da consentire competitività alle aziende, poi affluire nel settore immobiliare ma per una via. secondaria certo, ma sana. ...cercherò di farmi capire meglio... Il credito immesso direttamente nell'immobiliare favorirebbe una nuova speculazione (non parlo di "bolla" perchè in Italia una vera bolla immobiliare non c'è mai stata se non nella testa di coloro che approfittavano del termine per cercare di dare debolezza al settore convogliando gli investimenti verso settori meno protetti) ma darebbe al settore un nuovo connotato di precarietà. Immettere il medesimo denaro e la medesima elasticità nel settore produttivo , di contro, spalmerebbe il beneficio su tutto il tessuto economico e sociale creando fonadmenti solidi di sostenibilità anche per noi. Se le aziende funzionano e gli stipendi tornano ad aumentare, stai pure tranquillo che l'innata propensione del popolo italico ad investire in ciò che è certo e tangibile, non può altro che sospingere il settore ben oltre quelle barriere che solo sino a ieri ci apparivano come insormontabili. [/QUOTE]
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