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<blockquote data-quote="Wile" data-source="post: 393600" data-attributes="member: 28968"><p>Oltre all'effetto psicologico c'e' anche l'effetto della distorsione cognitiva del cervello che "dilata" relativamente i tempi in previsione di un evento non conosciuto.</p><p>La strada in andata spesso non viene fatta di frequente e quindi il cervello si aspetta una cosa "nuova" da analizzare completamente e quindi ha bisogno di "tempo" per verificare tutti gli eventuali imprevisti (anche una semplice curva che non si sa se sia a destra, a sinistra, larga, stretta...) e preparare le eventuali reazioni. Questo lo fa "accelerando" la sua elaborazione delle informazioni nell'unita' di tempo. A molti e' capitato in un grave incidente o in un evento inaspettato in cui c'e' l'esigenza di rapide valutazioni e reazioni per evitare il peggio di ricordare l'evento come se si fosse verificato "al rallentatore": questo perche' il cervello sotto lo stimolo delle adrenaline scatenate dalla situazione di pericolo velocizza di molto la capacita' elaborativa e quindi (per la relativita' del tempo) il tempo sembra rallentare e lasciare al cervello piu' tempo (virtuale) per reagire (vedi Hammy nella scena finale de "La gang del bosco"), spesso in un modo che pur rientrando nell'ambito delle nostre competenze e capacita' se avessimo dovuto farlo con i tempi della razionalita' non ci avrebbe dato scampo.</p><p>Se la strada e' ripetitiva il cervello e' ormai a conoscenza del percorso e viaggia a "velocita' normale". Per questo fatto e' piu' pericolosa la citta' e i tratti di pendolari, sia per il traffico che per l'"abitudine" che costringe il cervello a non considerare o considerare di meno gli eventuali imprevisti.</p><p>Un pendolare sara' piu' soggetto ad incidenti nel tratto che compie ogni giorno, anche se l'aumento di probabilita' dovuto all'abitudine e' risibile rispetto al fatto che frequenta tale tratto molto piu' di un'altra persona (e quindi ha probabilita' di incidente maggiori piu' per la sua presenza che per la sua abitudine), tranne per quelli che dopo che sio son "abituati" si mettono a leggere il giornale o un libro in autostrada (capitato...!!!)<img src="/styles/default/xenforo/smilies.emoji/people/scream.emoji.svg" class="smilie" loading="lazy" alt=":shock:" title="Shock :shock:" data-shortname=":shock:" /><img src="/styles/default/xenforo/smilies.emoji/people/scream.emoji.svg" class="smilie" loading="lazy" alt=":shock:" title="Shock :shock:" data-shortname=":shock:" /></p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Wile, post: 393600, member: 28968"] Oltre all'effetto psicologico c'e' anche l'effetto della distorsione cognitiva del cervello che "dilata" relativamente i tempi in previsione di un evento non conosciuto. La strada in andata spesso non viene fatta di frequente e quindi il cervello si aspetta una cosa "nuova" da analizzare completamente e quindi ha bisogno di "tempo" per verificare tutti gli eventuali imprevisti (anche una semplice curva che non si sa se sia a destra, a sinistra, larga, stretta...) e preparare le eventuali reazioni. Questo lo fa "accelerando" la sua elaborazione delle informazioni nell'unita' di tempo. A molti e' capitato in un grave incidente o in un evento inaspettato in cui c'e' l'esigenza di rapide valutazioni e reazioni per evitare il peggio di ricordare l'evento come se si fosse verificato "al rallentatore": questo perche' il cervello sotto lo stimolo delle adrenaline scatenate dalla situazione di pericolo velocizza di molto la capacita' elaborativa e quindi (per la relativita' del tempo) il tempo sembra rallentare e lasciare al cervello piu' tempo (virtuale) per reagire (vedi Hammy nella scena finale de "La gang del bosco"), spesso in un modo che pur rientrando nell'ambito delle nostre competenze e capacita' se avessimo dovuto farlo con i tempi della razionalita' non ci avrebbe dato scampo. Se la strada e' ripetitiva il cervello e' ormai a conoscenza del percorso e viaggia a "velocita' normale". Per questo fatto e' piu' pericolosa la citta' e i tratti di pendolari, sia per il traffico che per l'"abitudine" che costringe il cervello a non considerare o considerare di meno gli eventuali imprevisti. Un pendolare sara' piu' soggetto ad incidenti nel tratto che compie ogni giorno, anche se l'aumento di probabilita' dovuto all'abitudine e' risibile rispetto al fatto che frequenta tale tratto molto piu' di un'altra persona (e quindi ha probabilita' di incidente maggiori piu' per la sua presenza che per la sua abitudine), tranne per quelli che dopo che sio son "abituati" si mettono a leggere il giornale o un libro in autostrada (capitato...!!!):eek::eek: [/QUOTE]
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