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"Piccole" differenze tra lavoratori dipendenti e lavoratori con Partite IVA
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<blockquote data-quote="andrea b" data-source="post: 376962" data-attributes="member: 22695"><p>Cambiando leggermente indirizzo alla discussione, quello che vedo io tutti i giorni è che il dipendente, pubblico o privato che sia, ha ancora la mentalità del "posto fisso", nonostante veda che questa realtà non esiste più. Pensa cioè che qualcuno, lo Stato, l'azienda, l'imprenditore, si debba prendere cura di lui e debba pagargli uno stipendio. Ma nessuno DEVE prendersi cura di te e DEVE pagarti uno stipendio, se non ha la convenienza economica a farlo e soprattutto se rischia del suo.</p><p>Tutti i giorni ho a che fare con persone che di fronte a spostamenti interni o riorganizzazioni del lavoro, si mettono in malattia, mettono bastoni fra le ruote, piantano grane di tutti i generi, perchè non vogliono cambiare la routine del loro lavoro o affrontare qualcosa di nuovo. Quando tutto era rose e fiori e giravano i soldi, questi personaggi si potevano tollerare, adesso che all'azienda serve una mano per galleggiare, utilizzando il personale in maniera più fruttuosa, allora no, il mio contratto dice così, non voglio andare a fare questo e quello, ecc. Perchè io, imprenditore, dovrei continuare a mantenere la mia azienda in Italia con gente simile? Prendo e me ne vado all'estero, mi costa meno produrre, i miei lavoratori sono persone che hanno fame e voglia di fare e voglia di fare andare bene l'azienda, preferisco mantenere loro...</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="andrea b, post: 376962, member: 22695"] Cambiando leggermente indirizzo alla discussione, quello che vedo io tutti i giorni è che il dipendente, pubblico o privato che sia, ha ancora la mentalità del "posto fisso", nonostante veda che questa realtà non esiste più. Pensa cioè che qualcuno, lo Stato, l'azienda, l'imprenditore, si debba prendere cura di lui e debba pagargli uno stipendio. Ma nessuno DEVE prendersi cura di te e DEVE pagarti uno stipendio, se non ha la convenienza economica a farlo e soprattutto se rischia del suo. Tutti i giorni ho a che fare con persone che di fronte a spostamenti interni o riorganizzazioni del lavoro, si mettono in malattia, mettono bastoni fra le ruote, piantano grane di tutti i generi, perchè non vogliono cambiare la routine del loro lavoro o affrontare qualcosa di nuovo. Quando tutto era rose e fiori e giravano i soldi, questi personaggi si potevano tollerare, adesso che all'azienda serve una mano per galleggiare, utilizzando il personale in maniera più fruttuosa, allora no, il mio contratto dice così, non voglio andare a fare questo e quello, ecc. Perchè io, imprenditore, dovrei continuare a mantenere la mia azienda in Italia con gente simile? Prendo e me ne vado all'estero, mi costa meno produrre, i miei lavoratori sono persone che hanno fame e voglia di fare e voglia di fare andare bene l'azienda, preferisco mantenere loro... [/QUOTE]
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