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<blockquote data-quote="festad" data-source="post: 656380" data-attributes="member: 80062"><p>Buongiorno, innanzitutto spero di non aver sbagliato sezione del forum, in tal caso mi scuso in anticipo.</p><p></p><p>La questione che vorrei esporre alla vostra attenzione è la seguente. A inizio gennaio faccio una proposta d’acquisto per un bilocale (anni 60), con l’esplicita richiesta al venditore di fornire la documentazione degli impianti. L’agenzia ci assicura diverse volte che tutti gli impianti sono a norma e che il venditore fornirà tutta la documentazione da noi richiesta. Questa mia richiesta è dovuto anche al fatto che non ho la possibilità di seguire eventuali lavori, poiché lavoro all’estero, e ritenevo quindi questo appartamento interessante anche per il fatto che (apparentemente e secondo agenzia e venditore) non necessitava di alcun intervento, neanche per gli impianti. Intanto la proposta d’acquisto viene accettata. Il 20 maggio, giorno del rogito, il venditore ci informa di non avere nessuna certificazione, assicurandoci che però è tutto in regola e funzionante. Tuttavia la situazione non ci convince, il rogito non si fa e, dopo vivaci discussioni con il venditore, ci mettiamo d’accordo nel verificare il giorno seguente la condizione degli impianti con un elettricista, alla presenza dello stesso venditore e dell’agenzia. L’elettricista sentenzia che l’impianto elettrico è da rifare completamente. Il venditore, dopo averci offesi ed accusato di cercare cavilli per non comprare l’appartamento, insiste nel non voler provvedere ad adeguare l’impianto elettrico, sostenendo che non è un problema suo. L’agenzia inizialmente non si esprime (forse per qualche senso di colpa), salvo poi ammettere che noi acquirenti in effetti avevamo ragione. L’agenzia quindi ci chiede qualche giorno per convincere il venditore a mettere a norma l’impianto oppure a farci uno sconto sul prezzo d'acquisto dell'immobile. Ad oggi il venditore non ne vuole sapere di trattare, quindi si è creato un muro contro muro. A questo punto sono tentato di dire le vie legali ma non sono sicuro che ne valga la pena. Cosa consigliereste, qualcuno si è già trovato in una situazione di questo tipo? Nel caso in cui non si raggiungesse un accordo pensate si potrebbe richiedere la risoluzione del preliminare e quindi richiedere la restituzione della caparra? Grazie per la pazienza nel leggere il lungo post e grazie mille in anticipo per eventuali commenti e risposte.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="festad, post: 656380, member: 80062"] Buongiorno, innanzitutto spero di non aver sbagliato sezione del forum, in tal caso mi scuso in anticipo. La questione che vorrei esporre alla vostra attenzione è la seguente. A inizio gennaio faccio una proposta d’acquisto per un bilocale (anni 60), con l’esplicita richiesta al venditore di fornire la documentazione degli impianti. L’agenzia ci assicura diverse volte che tutti gli impianti sono a norma e che il venditore fornirà tutta la documentazione da noi richiesta. Questa mia richiesta è dovuto anche al fatto che non ho la possibilità di seguire eventuali lavori, poiché lavoro all’estero, e ritenevo quindi questo appartamento interessante anche per il fatto che (apparentemente e secondo agenzia e venditore) non necessitava di alcun intervento, neanche per gli impianti. Intanto la proposta d’acquisto viene accettata. Il 20 maggio, giorno del rogito, il venditore ci informa di non avere nessuna certificazione, assicurandoci che però è tutto in regola e funzionante. Tuttavia la situazione non ci convince, il rogito non si fa e, dopo vivaci discussioni con il venditore, ci mettiamo d’accordo nel verificare il giorno seguente la condizione degli impianti con un elettricista, alla presenza dello stesso venditore e dell’agenzia. L’elettricista sentenzia che l’impianto elettrico è da rifare completamente. Il venditore, dopo averci offesi ed accusato di cercare cavilli per non comprare l’appartamento, insiste nel non voler provvedere ad adeguare l’impianto elettrico, sostenendo che non è un problema suo. L’agenzia inizialmente non si esprime (forse per qualche senso di colpa), salvo poi ammettere che noi acquirenti in effetti avevamo ragione. L’agenzia quindi ci chiede qualche giorno per convincere il venditore a mettere a norma l’impianto oppure a farci uno sconto sul prezzo d'acquisto dell'immobile. Ad oggi il venditore non ne vuole sapere di trattare, quindi si è creato un muro contro muro. A questo punto sono tentato di dire le vie legali ma non sono sicuro che ne valga la pena. Cosa consigliereste, qualcuno si è già trovato in una situazione di questo tipo? Nel caso in cui non si raggiungesse un accordo pensate si potrebbe richiedere la risoluzione del preliminare e quindi richiedere la restituzione della caparra? Grazie per la pazienza nel leggere il lungo post e grazie mille in anticipo per eventuali commenti e risposte. [/QUOTE]
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