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Proposta d'acquisto, ma la casa non si vende
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<blockquote data-quote="studiopci" data-source="post: 179718" data-attributes="member: 10285"><p>Salve, in questa vicenda ci sono una serie di cose che è fondamentale tu sappia : </p><p>la prima ( consentimi di dirtelo ) è la tua poca accortezza nel non richiedere la visione dell'incartamento inerente l'immobile, cosa che, se l'Agenti Immobiliari non ti sottopone, quantomeno dovrebbe darti un'idea dell'attenzione che ti dedica il collega e che tu devi richiedere obbligatoriamente, come di dice " a scatola chiusa compro solo Arrigoni " . </p><p>la seconda </p><p> se la proposta è stata accettata l'assegno, che dovrebbe essere stato imputato conto caparra confirmatoria, è legittimo venga ritirato, l'unico caso in cui l'assegno resta in custodia dell'Agenti Immobiliari è quando si inserisce una clausola sospensiva nella proposta e/ o compromesso . </p><p>Terzo, se l'immobile ha più intestatari, la proposta deve essere indirizzata a tutti i comproprietari e deve essere anche chiaramente riportato nella stessa il nominativo ed i dati dei comproprietari, per logica conseguenza tutte le somme versate devono essere suddivise tra i vari proprietari; nel tuo caso per es. avresti dovuto fare tre assegni da € 1.000 cadauno per ogni proprietario.</p><p>Quarto, salvo leggere la proposta , in linea di principio e per assurdo tu avresti potuto anche sottoscrivere una proposta d'acquisto per la sola quota parte di proprietà di uno degli eredi , ma questa è una estremizzazione.</p><p>Quinto, un' ulteriore estremizzazione ma legale e potrebbe essere per assurdo il caso tuo , anche se in mancanza di procura notarile, un terzo può promettere in vendita un immobile in forza dell' art. 1478 Cod. Civ. ed una sentenza della Cassazione , la n. 11624 del 18 maggio 2006 , ha ribadito che la prestazione può essere eseguita, indifferentemente, acquistando il promittente il bene dall’effettivo proprietario per poi ritrasferirlo, una volta acquisita la proprietà, al promissario, oppure attraverso un trasferimento diretto tra l’effettivo proprietario e l’acquirente, il successivo articolo , il 1479 c.c., ha anche stabilito che l'acquirente , anche se in buona fede , non può chiedere la risoluzione del contratto prima della stipula del definitivo rogito , in quanto fino a tale data il promittente venditore potrebbe disporre della titolarità del bene. </p><p>Detto questo e tralasciando la poca " attenzione " posta dal collega , che lascia il tempo che trova iin questo momento, immagino che tu comincerai a preoccuparti di aver perso 3 mila euro , senza fasciarsi la testa di essersela rotta , anche se la vicenda non è il massimo della chiarezza sarebbe fondamentale leggere la proposta da te sottoscritta ed ancor più fondamentale sarebbe in prima battuta chiedere la risoluzione della proposta ed i soldi indietro per poi scappare via , in alternativa ad un eventuale rifiuto o perdita di tempo far visionare tutto ad un avvocato e con lui decidere i passi da intraprendere. Fabrizio</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="studiopci, post: 179718, member: 10285"] Salve, in questa vicenda ci sono una serie di cose che è fondamentale tu sappia : la prima ( consentimi di dirtelo ) è la tua poca accortezza nel non richiedere la visione dell'incartamento inerente l'immobile, cosa che, se l'Agenti Immobiliari non ti sottopone, quantomeno dovrebbe darti un'idea dell'attenzione che ti dedica il collega e che tu devi richiedere obbligatoriamente, come di dice " a scatola chiusa compro solo Arrigoni " . la seconda se la proposta è stata accettata l'assegno, che dovrebbe essere stato imputato conto caparra confirmatoria, è legittimo venga ritirato, l'unico caso in cui l'assegno resta in custodia dell'Agenti Immobiliari è quando si inserisce una clausola sospensiva nella proposta e/ o compromesso . Terzo, se l'immobile ha più intestatari, la proposta deve essere indirizzata a tutti i comproprietari e deve essere anche chiaramente riportato nella stessa il nominativo ed i dati dei comproprietari, per logica conseguenza tutte le somme versate devono essere suddivise tra i vari proprietari; nel tuo caso per es. avresti dovuto fare tre assegni da € 1.000 cadauno per ogni proprietario. Quarto, salvo leggere la proposta , in linea di principio e per assurdo tu avresti potuto anche sottoscrivere una proposta d'acquisto per la sola quota parte di proprietà di uno degli eredi , ma questa è una estremizzazione. Quinto, un' ulteriore estremizzazione ma legale e potrebbe essere per assurdo il caso tuo , anche se in mancanza di procura notarile, un terzo può promettere in vendita un immobile in forza dell' art. 1478 Cod. Civ. ed una sentenza della Cassazione , la n. 11624 del 18 maggio 2006 , ha ribadito che la prestazione può essere eseguita, indifferentemente, acquistando il promittente il bene dall’effettivo proprietario per poi ritrasferirlo, una volta acquisita la proprietà, al promissario, oppure attraverso un trasferimento diretto tra l’effettivo proprietario e l’acquirente, il successivo articolo , il 1479 c.c., ha anche stabilito che l'acquirente , anche se in buona fede , non può chiedere la risoluzione del contratto prima della stipula del definitivo rogito , in quanto fino a tale data il promittente venditore potrebbe disporre della titolarità del bene. Detto questo e tralasciando la poca " attenzione " posta dal collega , che lascia il tempo che trova iin questo momento, immagino che tu comincerai a preoccuparti di aver perso 3 mila euro , senza fasciarsi la testa di essersela rotta , anche se la vicenda non è il massimo della chiarezza sarebbe fondamentale leggere la proposta da te sottoscritta ed ancor più fondamentale sarebbe in prima battuta chiedere la risoluzione della proposta ed i soldi indietro per poi scappare via , in alternativa ad un eventuale rifiuto o perdita di tempo far visionare tutto ad un avvocato e con lui decidere i passi da intraprendere. Fabrizio [/QUOTE]
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