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Testo
<blockquote data-quote="gcaval" data-source="post: 114251" data-attributes="member: 14014"><p>Ma giuridicamente non è mai esistito il preliminare di preliminare, è stata un'aberrazione voluta dalla categoria (alcuni in buona fede, altri meno). Si è passati, infatti, dal rimandare ad un eventuale altro atto davanti al notaio (fermo restando l'obbligatorietà della compravendita) all'impegno senza vincoli di un futuro contratto. In questo secondo modo, in maniera a mio avviso subdola, si possono vincolare "psicologicamente" le parti, facendo credere di avere diritto alla provvigione. Poi problemi delle due controparti in caso di problemi...</p><p></p><p>In effetti, nell'articolo gentilmente postato da Acquirente, si legge:</p><p></p><p></p><p>"Peraltro, come riconosciuto dalla stessa Corte di Cassazione, occorre tenere distinta la fattispecie in esame (“preliminare di preliminare”) dall’ipotesi in cui le parti si obblighino, con il contratto preliminare, a stipulare il contratto definitivo, impegnandosi altresì a rinnovare il loro consenso in un altro negozio “formale”. In quest’ultimo caso, infatti, il consenso per la stipulazione del definitivo si è già formato, e le parti intendono soltanto riprodurre il contratto già concluso in altra veste formale (per esempio, davanti ad un notaio). Spetterà al Giudice stabilire, di volta in volta, sulla base del suo prudente apprezzamento non censurabile in sede di legittimità, se si ricada nell’una o nell’altra ipotesi."</p><p></p><p>Quest'ultimo caso è quello che è nato con le buone intenzioni, da parte dei mediatori, per poi successivamente mettersi d'accordo sui dettagli. Nei moduli ufficiali della CCIAA delle proposte di acquisto, è espressamente detto che le parti si obbligano a vendere e a comprare. Poi succede che le stesse, quando non ci sono altre cose da discutere, firmino un altro contratto, superfluo dal punto di vista degli obblighi di comprare e vendere, e tutti sono contenti. Ma se invece sorgono problemi? Le colpe vengono date alla Corte di Cassazione, che a dire di qualcuno, come ho letto anche in altre discussioni, si "sveglia una mattina e cambia le carte in tavola"... La Corte di Cassazione fa il suo dovere, ossia riporta l'ordine lì dove per anni si è abusato di modalità contrattuali inesistenti. </p><p></p><p>Io credo che ci sia molta chiarezza, a riguardo. Basta fare i contratti secondo legge e non come si è sempre fatto.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="gcaval, post: 114251, member: 14014"] Ma giuridicamente non è mai esistito il preliminare di preliminare, è stata un'aberrazione voluta dalla categoria (alcuni in buona fede, altri meno). Si è passati, infatti, dal rimandare ad un eventuale altro atto davanti al notaio (fermo restando l'obbligatorietà della compravendita) all'impegno senza vincoli di un futuro contratto. In questo secondo modo, in maniera a mio avviso subdola, si possono vincolare "psicologicamente" le parti, facendo credere di avere diritto alla provvigione. Poi problemi delle due controparti in caso di problemi... In effetti, nell'articolo gentilmente postato da Acquirente, si legge: "Peraltro, come riconosciuto dalla stessa Corte di Cassazione, occorre tenere distinta la fattispecie in esame (“preliminare di preliminare”) dall’ipotesi in cui le parti si obblighino, con il contratto preliminare, a stipulare il contratto definitivo, impegnandosi altresì a rinnovare il loro consenso in un altro negozio “formale”. In quest’ultimo caso, infatti, il consenso per la stipulazione del definitivo si è già formato, e le parti intendono soltanto riprodurre il contratto già concluso in altra veste formale (per esempio, davanti ad un notaio). Spetterà al Giudice stabilire, di volta in volta, sulla base del suo prudente apprezzamento non censurabile in sede di legittimità, se si ricada nell’una o nell’altra ipotesi." Quest'ultimo caso è quello che è nato con le buone intenzioni, da parte dei mediatori, per poi successivamente mettersi d'accordo sui dettagli. Nei moduli ufficiali della CCIAA delle proposte di acquisto, è espressamente detto che le parti si obbligano a vendere e a comprare. Poi succede che le stesse, quando non ci sono altre cose da discutere, firmino un altro contratto, superfluo dal punto di vista degli obblighi di comprare e vendere, e tutti sono contenti. Ma se invece sorgono problemi? Le colpe vengono date alla Corte di Cassazione, che a dire di qualcuno, come ho letto anche in altre discussioni, si "sveglia una mattina e cambia le carte in tavola"... La Corte di Cassazione fa il suo dovere, ossia riporta l'ordine lì dove per anni si è abusato di modalità contrattuali inesistenti. Io credo che ci sia molta chiarezza, a riguardo. Basta fare i contratti secondo legge e non come si è sempre fatto. [/QUOTE]
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