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<blockquote data-quote="gcaval" data-source="post: 114261" data-attributes="member: 14014"><p>La paternità non è per il nome, ma per i contenuti. La Cassazione, a tal riguardo, ha più volte sottolineato che non serve dire preliminare, compromesso o contratto di compravendita, ma quello che conta è ciò che è scritto nel contratto. La paternità sta nel fatto che si è deliberatamente deciso di dribblare gli effetti obbligatori del contratto.</p><p> </p><p></p><p></p><p></p><p>Infatti, ma sei tu che travisi, non io. In una normale proposta d'acquisto (e io citavo a posta i vostri moduli ufficiali) c'è scritto che la parte acquirente si obbliga ad acquistare ed il proprietario si obbliga a vendere, a seguito dell'accettazione della proposta stessa, insieme alla quale si lascia un assegno come caparra. Per me è questa la proposta, e non una lettera d'intenti a sottoscrivere in seguito qualche altra cosa. L'equivoco nasce da qui. Siete abituati a far firmare più "carte", di cui le prime non hanno senso né alcun impegno. E quindi nascono problemi. Quello che tu citi, è esattamente quello che ho detto anch'io.</p><p></p><p></p><p></p><p>Io neanche utilizzo il vostro modulo, qualunque esso sia. Faccio una proposta preparata dal mio avvocato, che controfirmata è per legge un preliminare, già completissimo, senza bisogno di altri ritocchi. Se il proprietario non è d'accordo su qualcosa? Se ne parla, si può modificare oppure ritiro la proposta. </p><p>In ogni caso, per non saper né leggere e né scrivere, preferirei di gran lunga una proposta redatta su modulistica "ufficiale" che un contratto come quello fatto firmare all'amico che ha avviato questa discussione, senza nemmeno i dati catastali. Almeno il modulo ti indica le cose essenziali da mettere...</p><p>Con questo non critico il tuo operato (anche perché non lo conosco). Probabilmente i tuoi contratti contemplano molte voci in più utili affinché le parti in causa non abbiano sorprese... e questo sarebbe ottimale.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="gcaval, post: 114261, member: 14014"] La paternità non è per il nome, ma per i contenuti. La Cassazione, a tal riguardo, ha più volte sottolineato che non serve dire preliminare, compromesso o contratto di compravendita, ma quello che conta è ciò che è scritto nel contratto. La paternità sta nel fatto che si è deliberatamente deciso di dribblare gli effetti obbligatori del contratto. Infatti, ma sei tu che travisi, non io. In una normale proposta d'acquisto (e io citavo a posta i vostri moduli ufficiali) c'è scritto che la parte acquirente si obbliga ad acquistare ed il proprietario si obbliga a vendere, a seguito dell'accettazione della proposta stessa, insieme alla quale si lascia un assegno come caparra. Per me è questa la proposta, e non una lettera d'intenti a sottoscrivere in seguito qualche altra cosa. L'equivoco nasce da qui. Siete abituati a far firmare più "carte", di cui le prime non hanno senso né alcun impegno. E quindi nascono problemi. Quello che tu citi, è esattamente quello che ho detto anch'io. Io neanche utilizzo il vostro modulo, qualunque esso sia. Faccio una proposta preparata dal mio avvocato, che controfirmata è per legge un preliminare, già completissimo, senza bisogno di altri ritocchi. Se il proprietario non è d'accordo su qualcosa? Se ne parla, si può modificare oppure ritiro la proposta. In ogni caso, per non saper né leggere e né scrivere, preferirei di gran lunga una proposta redatta su modulistica "ufficiale" che un contratto come quello fatto firmare all'amico che ha avviato questa discussione, senza nemmeno i dati catastali. Almeno il modulo ti indica le cose essenziali da mettere... Con questo non critico il tuo operato (anche perché non lo conosco). Probabilmente i tuoi contratti contemplano molte voci in più utili affinché le parti in causa non abbiano sorprese... e questo sarebbe ottimale. [/QUOTE]
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