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<blockquote data-quote="Becksy" data-source="post: 611094" data-attributes="member: 77261"><p>Buongiorno, i miei genitori hanno messo in vendita una casa tramite un'agenzia immobiliare con mandato di esclusiva scaduto nel 2018 senza tacito rinnovo. Il contratto stabiliva il prezzo di vendita a 390mila e provvigioni del 4% più IVA. Alla scadenza del contratto sono comunque rimasti d'accordo verbalmente che avrebbero continuato a portare persone interessate, hanno convinto i miei genitori ad abbassare il prezzo di ulteriori 40mila e, nel caso in cui si fosse trovato l'acquirente avrebbero poi anche trovato un accordo sulle provvigioni. Le visite continuano ma i miei genitori rifiutano offerte solo verbali, non scritte, perchè si aggirano tutte a circa 100mila in meno rispetto al prezzo iniziale pattuito di 390, con continue pressioni psicologiche dell'agenzia ad accettare queste offerte, minacciando di non seguire più la vendita e dandogli letteralmente dei matti perchè non volevano accettarle. Premetto che i miei genitori sono due persone anziane e la mancanza di rispetto è evidente...nemmeno io figlio mi permetto di usare certe parole con loro. Un giorno arrivano degli acquirenti che, alla seconda visita, effettuata senza agente poichè impossibilitato, decidono di contattare telefonicamente l'agente e offrono "solo" 75mila in meno rispetto al prezzo iniziale, quindi un netto miglioramento. Si incontrano con l'agente, il quale chiama i miei per sapere se avrebbero accettato quell'offerta. I miei rispondono che potevano pensare di accettarla solo se anche l'agenzia rivedeva le loro provvigioni. Cosa succede? Che anche gli acquirenti hanno chiesto di trattare sulle provvigioni. Quindi l'agente cosa fa? Prima abbandona di punto in bianco gli acquirenti senza far firmare loro la proposta, dicendo che non intendeva assolutamente trattare, che si erano messi d'accordo e che non accettava ricatti, e andando via senza neanche salutare, poi chiama i miei accusandoli di aver complottato, che era solo colpa loro se la trattativa saltava e chiude il telefono in faccia, senza possibilità alcuna di replica. I miei a quel punto contattano il titolare dell'agenzia, chiedendo spiegazioni sul comportamento della sua collaboratrice e lui risponde che ha fatto benissimo e che a parti invertite avrebbe fatto lo stesso. Inoltre alla richiesta dei miei di non essere più seguiti da quell'agente lui si è rifiutato. Ovviamente nè i miei nè i possibili acquirenti vogliono più avere a che fare con questa agenzia. Queste persone però non trovano giusto che ora non possano comprare più comprare la casa senza dover riconoscere le provvigioni a questa agenzia. I miei d'altro canto non vogliono saperne di chiudere con queste persone per lo stesso motivo, non vogliono rischiare di andare in causa etc. E' effettivamente così? Non c'è nessuna legge che tuteli il venditore in casi come questi?</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Becksy, post: 611094, member: 77261"] Buongiorno, i miei genitori hanno messo in vendita una casa tramite un'agenzia immobiliare con mandato di esclusiva scaduto nel 2018 senza tacito rinnovo. Il contratto stabiliva il prezzo di vendita a 390mila e provvigioni del 4% più IVA. Alla scadenza del contratto sono comunque rimasti d'accordo verbalmente che avrebbero continuato a portare persone interessate, hanno convinto i miei genitori ad abbassare il prezzo di ulteriori 40mila e, nel caso in cui si fosse trovato l'acquirente avrebbero poi anche trovato un accordo sulle provvigioni. Le visite continuano ma i miei genitori rifiutano offerte solo verbali, non scritte, perchè si aggirano tutte a circa 100mila in meno rispetto al prezzo iniziale pattuito di 390, con continue pressioni psicologiche dell'agenzia ad accettare queste offerte, minacciando di non seguire più la vendita e dandogli letteralmente dei matti perchè non volevano accettarle. Premetto che i miei genitori sono due persone anziane e la mancanza di rispetto è evidente...nemmeno io figlio mi permetto di usare certe parole con loro. Un giorno arrivano degli acquirenti che, alla seconda visita, effettuata senza agente poichè impossibilitato, decidono di contattare telefonicamente l'agente e offrono "solo" 75mila in meno rispetto al prezzo iniziale, quindi un netto miglioramento. Si incontrano con l'agente, il quale chiama i miei per sapere se avrebbero accettato quell'offerta. I miei rispondono che potevano pensare di accettarla solo se anche l'agenzia rivedeva le loro provvigioni. Cosa succede? Che anche gli acquirenti hanno chiesto di trattare sulle provvigioni. Quindi l'agente cosa fa? Prima abbandona di punto in bianco gli acquirenti senza far firmare loro la proposta, dicendo che non intendeva assolutamente trattare, che si erano messi d'accordo e che non accettava ricatti, e andando via senza neanche salutare, poi chiama i miei accusandoli di aver complottato, che era solo colpa loro se la trattativa saltava e chiude il telefono in faccia, senza possibilità alcuna di replica. I miei a quel punto contattano il titolare dell'agenzia, chiedendo spiegazioni sul comportamento della sua collaboratrice e lui risponde che ha fatto benissimo e che a parti invertite avrebbe fatto lo stesso. Inoltre alla richiesta dei miei di non essere più seguiti da quell'agente lui si è rifiutato. Ovviamente nè i miei nè i possibili acquirenti vogliono più avere a che fare con questa agenzia. Queste persone però non trovano giusto che ora non possano comprare più comprare la casa senza dover riconoscere le provvigioni a questa agenzia. I miei d'altro canto non vogliono saperne di chiudere con queste persone per lo stesso motivo, non vogliono rischiare di andare in causa etc. E' effettivamente così? Non c'è nessuna legge che tuteli il venditore in casi come questi? [/QUOTE]
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