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<blockquote data-quote="Bagudi" data-source="post: 122859" data-attributes="member: 3943"><p>Io a 11 anni ho deciso che volevo fare la psicoanalista, per cui tutto il mio excursus di studio è stato finalizzato in quella direzione.</p><p></p><p>Ho fatto il liceo classico.</p><p></p><p>Allora (1968) non esisteva ancora la Facoltà di Psicologia, quindi era necessaria una laurea in materie letterarie per poi fare una Scuola di Specializzazione: ho fatto Filosofia con indirizzo psicologico e psichiatrico e mi sono laureata alla prima sessione del 4° anno.</p><p></p><p>Nel frattempo, avevano aperto la Facoltà di Psicologia a Padova e a Roma e mi sono iscritta a Roma: mi hanno abbonato alcuni esami, altri ne ho dato, finchè mi sono resa conto che non avevo il carattere giusto per fare la psicoanalista (non sapevo se sarei stata capace di reggere emotivamente tutto il dolore che le persone in analisi ti riversano addosso...) e al terzo anno ho abbandonato l'Università e ho cercato un lavoro.</p><p></p><p>Non volevo insegnare e ho risposto al primo annuncio immobiliare che mi ha attratto: sono andata al colloquio e, nonostante affermassi di non voler vendere nulla, il manager che ho incontrato è stato così bravo da convincermi a partecipare ad un corso... al buio, senza dirmi che tipo di lavoro era...</p><p>Al corso, fatto all'americana, ho imparato molte cose sulla comunicazione e, soprattutto, che il lavoro consisteva nel .... vendere libri porta a porta (i famosi Quindici e un'Enciclopedia monografica) <img src="/styles/default/xenforo/smilies.emoji/people/scream.emoji.svg" class="smilie" loading="lazy" alt=":shock:" title="Shock :shock:" data-shortname=":shock:" /><img src="/styles/default/xenforo/smilies.emoji/people/scream.emoji.svg" class="smilie" loading="lazy" alt=":shock:" title="Shock :shock:" data-shortname=":shock:" /><img src="/styles/default/xenforo/smilies.emoji/people/scream.emoji.svg" class="smilie" loading="lazy" alt=":shock:" title="Shock :shock:" data-shortname=":shock:" /></p><p></p><p>Il manager era così bravo che ha convinto me e i miei colleghi ad accettare e così ho venduto libri per ben 9 mesi...</p><p>Credo che dopo aver venduto libri porta a porta - anche se eravamo nel 1977-78 ed era più facile che ti aprissero la porta... - uno possa affrontare qualunque lavoro !!!<img src="/styles/default/xenforo/smilies.emoji/people/smile.emoji.svg" class="smilie" loading="lazy" alt=":^^:" title="Sorriso :^^:" data-shortname=":^^:" /></p><p></p><p>Dopo qualche mese, il direttore ebbe un'offerta per dirigere un'agenzia immobiliare (eravamo agli albori...) e andò via: quando l'agenzia gemella si trovò nella necessità di assumere una segretaria di acquisizione, pensò a me e quindi andai a lavorare nel settore immobiliare.</p><p><strong></strong></p><p><strong>Una pura casualità, quind</strong>i: se lui fosse andato a lavorare in una galleria d'arte o in una concessionaria automobilistica, forse non avrei mai conosciuto questo settore...</p><p></p><p>Silvana</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Bagudi, post: 122859, member: 3943"] Io a 11 anni ho deciso che volevo fare la psicoanalista, per cui tutto il mio excursus di studio è stato finalizzato in quella direzione. Ho fatto il liceo classico. Allora (1968) non esisteva ancora la Facoltà di Psicologia, quindi era necessaria una laurea in materie letterarie per poi fare una Scuola di Specializzazione: ho fatto Filosofia con indirizzo psicologico e psichiatrico e mi sono laureata alla prima sessione del 4° anno. Nel frattempo, avevano aperto la Facoltà di Psicologia a Padova e a Roma e mi sono iscritta a Roma: mi hanno abbonato alcuni esami, altri ne ho dato, finchè mi sono resa conto che non avevo il carattere giusto per fare la psicoanalista (non sapevo se sarei stata capace di reggere emotivamente tutto il dolore che le persone in analisi ti riversano addosso...) e al terzo anno ho abbandonato l'Università e ho cercato un lavoro. Non volevo insegnare e ho risposto al primo annuncio immobiliare che mi ha attratto: sono andata al colloquio e, nonostante affermassi di non voler vendere nulla, il manager che ho incontrato è stato così bravo da convincermi a partecipare ad un corso... al buio, senza dirmi che tipo di lavoro era... Al corso, fatto all'americana, ho imparato molte cose sulla comunicazione e, soprattutto, che il lavoro consisteva nel .... vendere libri porta a porta (i famosi Quindici e un'Enciclopedia monografica) :eek::eek::eek: Il manager era così bravo che ha convinto me e i miei colleghi ad accettare e così ho venduto libri per ben 9 mesi... Credo che dopo aver venduto libri porta a porta - anche se eravamo nel 1977-78 ed era più facile che ti aprissero la porta... - uno possa affrontare qualunque lavoro !!!:hi: Dopo qualche mese, il direttore ebbe un'offerta per dirigere un'agenzia immobiliare (eravamo agli albori...) e andò via: quando l'agenzia gemella si trovò nella necessità di assumere una segretaria di acquisizione, pensò a me e quindi andai a lavorare nel settore immobiliare. [B] Una pura casualità, quind[/B]i: se lui fosse andato a lavorare in una galleria d'arte o in una concessionaria automobilistica, forse non avrei mai conosciuto questo settore... Silvana [/QUOTE]
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