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Quando una vendita puo' essere impugnata da chi ha acquistato
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<blockquote data-quote="Letizia Labanti" data-source="post: 561730" data-attributes="member: 73499"><p>Mi spiace che la cosa sia molto complicata ma di fatto lo è, per cui provo a spiegare di nuovo: l'immobile è del 1955 e si compone di 4 appartamenti in cui risiedevano tutti familiari. I due appartamenti del primo e ultimo piano sono stati acquistati uno da me l'altro da un'altra famiglia circa 9 anni fa. Nell'atto di vendita si fa menzione che la casa è dotata è di impianto di riscaldamento a legna che serve tutti gli appartamenti di cui, come proprietaria, ho ripetutamente chiesto di avere copia del certificato di conformità etc. al responsabile dell'impianto che è anche chi mi ha venduto la casa e risiede nell'appartamento a piano terra. Non mi sono mai stati dati i documenti richiesti adducendo che non capivano di che mi preoccupavo, era tutto a norma, di che m'impicciavo. Anche quando è uscita la norma sui ripartitori non hanno voluto procede dicendo che l'impianto a legna ne era esente. Avere informazioni e notizie è molto difficile, ma io, che ho intenzione di vendere il mio appartamento, non potevo certo più acconterami della loro parola circa la conformità e regolarità dell'impianto. Così mi sono messa in moto fino a che in agosto, a seguito di una ispezione della USL, è stato verificato che detto impianto non solo non era a norma ma non era mai stato neppure denunciato configurandosi quindi un problema igienico-sanitario e la necessità di una ordinanza. A detta degli stessi tecnici è da considerarsi abusivo e di fatto da chiudere e i residenti devono dotarsi, se ne hanno la necessità, di un nuovo impianto di riscaldmento, individuale o collettivo, da progettare, pensare e realizzare come Ex novo e secondo le più attuali normative e disposizioni di legge. Adesso quindi mi ritrovo a dover spendere una montagna di soldi per un impianto che non è solo da mettere " a norma" montando un pomello, ma richiede un progetto che va approvato, un nuvo layout, nuovo componenti tra cui la caldaia, nuovo vaso di espansione, nuovo impianto elettrico, nuova canna fumaria...insomma si parte da zero come se l'impianto non ci fosse.</p><p>Questo il motivo della mia domanda. Ho letto i codici civili che riguardano la vendita con vizi e anche io sono perplessa per il tempo trascorso ma di fatto solo un pezzo di carta, un'ordinanza appunto, rende ufficiale e incontrovertibile il fatto che la casa mi è stata venduta con un impianto abusivo centralizzato e che ora devo quindi ripagarmelo.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Letizia Labanti, post: 561730, member: 73499"] Mi spiace che la cosa sia molto complicata ma di fatto lo è, per cui provo a spiegare di nuovo: l'immobile è del 1955 e si compone di 4 appartamenti in cui risiedevano tutti familiari. I due appartamenti del primo e ultimo piano sono stati acquistati uno da me l'altro da un'altra famiglia circa 9 anni fa. Nell'atto di vendita si fa menzione che la casa è dotata è di impianto di riscaldamento a legna che serve tutti gli appartamenti di cui, come proprietaria, ho ripetutamente chiesto di avere copia del certificato di conformità etc. al responsabile dell'impianto che è anche chi mi ha venduto la casa e risiede nell'appartamento a piano terra. Non mi sono mai stati dati i documenti richiesti adducendo che non capivano di che mi preoccupavo, era tutto a norma, di che m'impicciavo. Anche quando è uscita la norma sui ripartitori non hanno voluto procede dicendo che l'impianto a legna ne era esente. Avere informazioni e notizie è molto difficile, ma io, che ho intenzione di vendere il mio appartamento, non potevo certo più acconterami della loro parola circa la conformità e regolarità dell'impianto. Così mi sono messa in moto fino a che in agosto, a seguito di una ispezione della USL, è stato verificato che detto impianto non solo non era a norma ma non era mai stato neppure denunciato configurandosi quindi un problema igienico-sanitario e la necessità di una ordinanza. A detta degli stessi tecnici è da considerarsi abusivo e di fatto da chiudere e i residenti devono dotarsi, se ne hanno la necessità, di un nuovo impianto di riscaldmento, individuale o collettivo, da progettare, pensare e realizzare come Ex novo e secondo le più attuali normative e disposizioni di legge. Adesso quindi mi ritrovo a dover spendere una montagna di soldi per un impianto che non è solo da mettere " a norma" montando un pomello, ma richiede un progetto che va approvato, un nuvo layout, nuovo componenti tra cui la caldaia, nuovo vaso di espansione, nuovo impianto elettrico, nuova canna fumaria...insomma si parte da zero come se l'impianto non ci fosse. Questo il motivo della mia domanda. Ho letto i codici civili che riguardano la vendita con vizi e anche io sono perplessa per il tempo trascorso ma di fatto solo un pezzo di carta, un'ordinanza appunto, rende ufficiale e incontrovertibile il fatto che la casa mi è stata venduta con un impianto abusivo centralizzato e che ora devo quindi ripagarmelo. [/QUOTE]
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