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Donazione Eredità Successione Usucapione e Servitù
Se un comproprietario non vuole vendere una casa in eredità è obbligato a farlo?
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Testo
<blockquote data-quote="Alberto Bizzotto" data-source="post: 71590" data-attributes="member: 12634"><p>Ci sono molte possibilità e casistiche:</p><p>Primo Caso Il bene è unico (appartamento con garage) non divisibile, il coniuge supersite ha il diritto di abitazione e se il bene è stato acquistato in comunione legale possiede già il 50% del bene, per il restante 50% si procede alla divisione legale, che assegna al coniuge supertite la quota indivisa di 1/3 mentre i rimanenti 2/3 vengono assegnati ai figli, pertanto le quote finali di proprietà al coniuge quota 12/18 mentre ai tre figli 2/18 a figlio, il bene deve essere gestito per la manutenzione ordinaria da parte del coniuge supestite con diritto di abitazione, per la manutenzione straordinaria mediante assemblea dei comunisti (proprietari delle quota) con spese in base alla propria quota tolto il diritto di abitazione in percentuale calcolato come l'usufrutto. Le quote indivise possono essere cedute ma prima devono essere offerte al proprietario che detiene la maggior quota, nel caso specifico il 66% lo deteiene il coniuge vivo con il diritto di abitazione.</p><p>Nel caso in cui l'appartamento fosse stato un bene esclusivo del coniuge defunto, ricevuto per eredità o acquistato con mezzi propri al coniuge vivente spetta comunque il diritto di abitazione , ma la proprietà legale è pari ad 1/3 mentre i 2/3 vengono assegnati ai figli, anche se tutti e tre i figli volessere cedere la propria quota pari a circa il 60% il coniuge non è obbligato a vendere la sua quota e nessuno può mandarlo via da casa in quanto il diritto di abitazione a lui spettanate può rinunciarlo solo su sua iniziativa.</p><p>Pertanto qualora la sorella volesse cedere la sua quota, deve prima chedere a comunisti se vogliono acquistare la quota ricevuta in eredità e nel caso di rinuncia scritta di questi ultimi può essere ceduta a terzi, con i vincoli sopracitati.</p><p>Una porzione di casa con diritto di abitazione del coniuge superstite vale veramente poco in quanto anche se una persona è disposta ad acquistarla non può averne beneficio fino alla morte del coniuge superstite, infatti non si può chiedere l'affitto a chi ha il diritto di abitazione. Spero di essere stato chiaro e comunque rimango a disposizione per qualsiasi chirimanto</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Alberto Bizzotto, post: 71590, member: 12634"] Ci sono molte possibilità e casistiche: Primo Caso Il bene è unico (appartamento con garage) non divisibile, il coniuge supersite ha il diritto di abitazione e se il bene è stato acquistato in comunione legale possiede già il 50% del bene, per il restante 50% si procede alla divisione legale, che assegna al coniuge supertite la quota indivisa di 1/3 mentre i rimanenti 2/3 vengono assegnati ai figli, pertanto le quote finali di proprietà al coniuge quota 12/18 mentre ai tre figli 2/18 a figlio, il bene deve essere gestito per la manutenzione ordinaria da parte del coniuge supestite con diritto di abitazione, per la manutenzione straordinaria mediante assemblea dei comunisti (proprietari delle quota) con spese in base alla propria quota tolto il diritto di abitazione in percentuale calcolato come l'usufrutto. Le quote indivise possono essere cedute ma prima devono essere offerte al proprietario che detiene la maggior quota, nel caso specifico il 66% lo deteiene il coniuge vivo con il diritto di abitazione. Nel caso in cui l'appartamento fosse stato un bene esclusivo del coniuge defunto, ricevuto per eredità o acquistato con mezzi propri al coniuge vivente spetta comunque il diritto di abitazione , ma la proprietà legale è pari ad 1/3 mentre i 2/3 vengono assegnati ai figli, anche se tutti e tre i figli volessere cedere la propria quota pari a circa il 60% il coniuge non è obbligato a vendere la sua quota e nessuno può mandarlo via da casa in quanto il diritto di abitazione a lui spettanate può rinunciarlo solo su sua iniziativa. Pertanto qualora la sorella volesse cedere la sua quota, deve prima chedere a comunisti se vogliono acquistare la quota ricevuta in eredità e nel caso di rinuncia scritta di questi ultimi può essere ceduta a terzi, con i vincoli sopracitati. Una porzione di casa con diritto di abitazione del coniuge superstite vale veramente poco in quanto anche se una persona è disposta ad acquistarla non può averne beneficio fino alla morte del coniuge superstite, infatti non si può chiedere l'affitto a chi ha il diritto di abitazione. Spero di essere stato chiaro e comunque rimango a disposizione per qualsiasi chirimanto [/QUOTE]
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Se un comproprietario non vuole vendere una casa in eredità è obbligato a farlo?
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