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L'Esperto Immobiliare Risponde
Compravendita, Professionisti, Aste e Pignoramenti
Sentenza n. 18135 del 16/09/2015
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<blockquote data-quote="Caino81" data-source="post: 466433" data-attributes="member: 62245"><p>Buongiorno a tutti. Sono nuovo del forum. Vivo a Roma ed ho 32 anni. Volevo rappresentarvi il mio caso che praticamente non mi sta facendo più dormire la notte.</p><p>In data 22 ottobre c.a. acquisto un immobile in edilizia convenzionata e quindi in "diritto di superficie" pagandolo il doppio del prezzo imposto da convenzione. Il Comune di Roma nel mese giugno rilascia liberatoria alla vendita in prezzo di libero mercato al venditore, specificando tra l'altro che la convenzione in essere riguarda solo ed esclusivamente il primo rapporto di compravendita tra costruttore e primo acquirente. Così si procede con contratto preliminare di vendita, con il quale verso al venditore la meta del prezzo pattuito (pari all'intero valore del prezzo imposto) ed al rogito, avvenuto 6 giorni dopo l'uscita della sentenza, effettuo il pagamento del saldo. Tutto cio' ovviamente avviene con notaio che oltre a stilare il contratto di compravendita, esegue anche il l'atto di mutuo con l'istituto di credito. A questo punto io vengo a sapere tramite conoscenze dell'esistenza di una sentenza (questa) della corte di cassazione emessa proprio 6 giorni prima, quindi in essere al momento della stipula dell'atto. Ovviamente io adesso mi ritrovo ad avere un immobile che ho pagato 200.000 20 giorni fa, ma che in realtà oggi potrei vendere solo a 100.000. In questo caso di chi è la responsabilità? Il notaio non doveva essere a conoscenza di questa situazione? Adesso io cosa rischio? Mi consigliate di fare causa? Io vorrei chiedere il rimborso della differenza tra prezzo imposto e prezzo pagato ed in ogni caso la cessione (a me proprietario) dell'intera proprietà dell'immobile in quanto non responsabile di quanto avvenuto ma a mio dire, assolutamente "truffato" o quantomeno tratto in inganno anche con la collaborazione dello stesso Comune di Roma Per cortesia datemi lumi.</p><p>F.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Caino81, post: 466433, member: 62245"] Buongiorno a tutti. Sono nuovo del forum. Vivo a Roma ed ho 32 anni. Volevo rappresentarvi il mio caso che praticamente non mi sta facendo più dormire la notte. In data 22 ottobre c.a. acquisto un immobile in edilizia convenzionata e quindi in "diritto di superficie" pagandolo il doppio del prezzo imposto da convenzione. Il Comune di Roma nel mese giugno rilascia liberatoria alla vendita in prezzo di libero mercato al venditore, specificando tra l'altro che la convenzione in essere riguarda solo ed esclusivamente il primo rapporto di compravendita tra costruttore e primo acquirente. Così si procede con contratto preliminare di vendita, con il quale verso al venditore la meta del prezzo pattuito (pari all'intero valore del prezzo imposto) ed al rogito, avvenuto 6 giorni dopo l'uscita della sentenza, effettuo il pagamento del saldo. Tutto cio' ovviamente avviene con notaio che oltre a stilare il contratto di compravendita, esegue anche il l'atto di mutuo con l'istituto di credito. A questo punto io vengo a sapere tramite conoscenze dell'esistenza di una sentenza (questa) della corte di cassazione emessa proprio 6 giorni prima, quindi in essere al momento della stipula dell'atto. Ovviamente io adesso mi ritrovo ad avere un immobile che ho pagato 200.000 20 giorni fa, ma che in realtà oggi potrei vendere solo a 100.000. In questo caso di chi è la responsabilità? Il notaio non doveva essere a conoscenza di questa situazione? Adesso io cosa rischio? Mi consigliate di fare causa? Io vorrei chiedere il rimborso della differenza tra prezzo imposto e prezzo pagato ed in ogni caso la cessione (a me proprietario) dell'intera proprietà dell'immobile in quanto non responsabile di quanto avvenuto ma a mio dire, assolutamente "truffato" o quantomeno tratto in inganno anche con la collaborazione dello stesso Comune di Roma Per cortesia datemi lumi. F. [/QUOTE]
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