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Sentenza n. 18135 del 16/09/2015
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<blockquote data-quote="giannelmo" data-source="post: 506736" data-attributes="member: 66927"><p>Il punto è che Tronca non è un amministratore che deve rispondere ai cittadini, ma solo un burocrate che applica ciecamente leggi e norme (ho avuto molto a che fare con un altro noto prefetto, so di cosa parlo, pare che la forma mentis sia la stessa per tutti). Aggiungiamo l'ormai concalamata incapacità (se non peggio) dei dipendenti comunali addetti a gestire l'edilizia residenziale pubblica, ed avremo documenti come le ordinanze di Tronca: apparentemente ineccepibili sotto il profilo tecnico-giuridico ma di fatto irricevibili. Poi magari nella sostanza sono pure sbagliate, le stime dei valori venali nei vari PdZ mi sembrano estratte col pallottoliere.</p><p>Così facendo poi il comune commette un errore veramente grossolano (lo stesso che fa il governo quando alza le accise sulla benzina): dovrebbe sapere che c'è sempre un limite oltre al quale aumentando l'imposizione gli incassi calano. Qui rischia di incassare solo quel poco derivante dalle vendite, quando si riuscirà a sbloccarle, che saranno meno di quelle che ci sarebbero state se non avessero fatto scappar via gli acquirenti di tutta Roma (dolosamente o per colpa? Ci vorrebbe davvero un'inchiesta su questo fatto).</p><p></p><p>Non è nuova l'amministrazione capitolina a fatti del genere (far pagare i proprio errori ai cittadini che essi stessi sono stati danneggiati dai suddetti errori).</p><p>Mi riferisco all'altro pasticciaccio brutto dei conguagli sui diritti di superficie: giusto chiederli, meno giusto non saper dimostrare, calcoli alla mano, come si è arrivati alle cifre richieste. Anzi finora, almeno nel caso del mio quartiere, sono state disattese tutte le istanze di accesso agli atti, in modo da impedire ai cittadini interessati (fra cui geometri, insegnanti di matematica e di statistica, architetti, ingegneri ecc.) di verificare da sé l'esattezza dei calcoli; non è pui difficile, la metodologia di calcolo è indicata da apposite leggi, basta avere tutti i dati e verificarne la correttezza e l'aggiornamento (per es. superficie edificabile ridotta a causa di vincoli archeologici o naturalistici, strade che da locali sono diventate assi di scorrimento vitali per il traffico, zona destinata a verde su cui si è edificata cubatura commerciale grazie a varianti, ecc.; non sarebbe corretto addebitare tutto ai concessionari). Si è generato così un contenzioso infinito ed il comune non ha incassato ancora un cent, mentre, almeno nei famosi 14 PdZ dove si può riscattare il diritto di superficie, avrebbe potuto incassare comunque una cospicua somma da oltre 10 anni.</p><p></p><p>Ho il sospetto che gli stessi errori siano stati fatti per definire le stime dei valori veniali.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="giannelmo, post: 506736, member: 66927"] Il punto è che Tronca non è un amministratore che deve rispondere ai cittadini, ma solo un burocrate che applica ciecamente leggi e norme (ho avuto molto a che fare con un altro noto prefetto, so di cosa parlo, pare che la forma mentis sia la stessa per tutti). Aggiungiamo l'ormai concalamata incapacità (se non peggio) dei dipendenti comunali addetti a gestire l'edilizia residenziale pubblica, ed avremo documenti come le ordinanze di Tronca: apparentemente ineccepibili sotto il profilo tecnico-giuridico ma di fatto irricevibili. Poi magari nella sostanza sono pure sbagliate, le stime dei valori venali nei vari PdZ mi sembrano estratte col pallottoliere. Così facendo poi il comune commette un errore veramente grossolano (lo stesso che fa il governo quando alza le accise sulla benzina): dovrebbe sapere che c'è sempre un limite oltre al quale aumentando l'imposizione gli incassi calano. Qui rischia di incassare solo quel poco derivante dalle vendite, quando si riuscirà a sbloccarle, che saranno meno di quelle che ci sarebbero state se non avessero fatto scappar via gli acquirenti di tutta Roma (dolosamente o per colpa? Ci vorrebbe davvero un'inchiesta su questo fatto). Non è nuova l'amministrazione capitolina a fatti del genere (far pagare i proprio errori ai cittadini che essi stessi sono stati danneggiati dai suddetti errori). Mi riferisco all'altro pasticciaccio brutto dei conguagli sui diritti di superficie: giusto chiederli, meno giusto non saper dimostrare, calcoli alla mano, come si è arrivati alle cifre richieste. Anzi finora, almeno nel caso del mio quartiere, sono state disattese tutte le istanze di accesso agli atti, in modo da impedire ai cittadini interessati (fra cui geometri, insegnanti di matematica e di statistica, architetti, ingegneri ecc.) di verificare da sé l'esattezza dei calcoli; non è pui difficile, la metodologia di calcolo è indicata da apposite leggi, basta avere tutti i dati e verificarne la correttezza e l'aggiornamento (per es. superficie edificabile ridotta a causa di vincoli archeologici o naturalistici, strade che da locali sono diventate assi di scorrimento vitali per il traffico, zona destinata a verde su cui si è edificata cubatura commerciale grazie a varianti, ecc.; non sarebbe corretto addebitare tutto ai concessionari). Si è generato così un contenzioso infinito ed il comune non ha incassato ancora un cent, mentre, almeno nei famosi 14 PdZ dove si può riscattare il diritto di superficie, avrebbe potuto incassare comunque una cospicua somma da oltre 10 anni. Ho il sospetto che gli stessi errori siano stati fatti per definire le stime dei valori veniali. [/QUOTE]
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