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L'Esperto Immobiliare Risponde
Compravendita, Professionisti, Aste e Pignoramenti
Sentenza n. 18135 del 16/09/2015
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Testo
<blockquote data-quote="Santi60" data-source="post: 517147" data-attributes="member: 67090"><p>La questione è che, prima, tutti, compreso me, eravamo convinti che dopo 5 anni si potesse vendere liberamente, poiché le Convenzioni erano scritte in un Italiano volutamente contorto e con parole mancanti (le famose "<strong><em>e suoi aventi causa</em></strong>" dopo "<strong><em>Concessionario</em></strong>") e le informazioni che fornivano le Imprese erano quelle che ho scritto in un precedente post.</p><p>Successivamente, qualcuno ha cominciato a mettere di mezzo i Tribunali (anche perché l'informazione di come venivano gestite le compravendite per questo tipo di appartamenti in altri Comuni d'Italia si è cominciata a diffondere anche a Roma) e, quindi, i Notai hanno cominciato a volersi difendere imponendo la richiesta di chiarimenti al Comune, che, in sostanza, era una parte "terza" fra acquirente e venditore e avrebbe dovuto ben conoscere cosa aveva stipulato con le Convenzioni.</p><p>Fra l'altro, tali Convenzioni, molto spesso, erano del tutto ignote ai proprietari degli alloggi e nei contratti di primo acquisto (almeno nel mio) erano solo indicate nelle premesse, spacciandole come un semplice atto fra Comune ed Impresa (potevano essere scambiate come semplice richiesta di permesso a costruire oppure atti d'obbligo per parcheggi aree verdi etc...), senza la clausola che l'acquirente dovesse dichiarare di "ben conoscere ed accettare" (clausola che, invece c'era solo per il Regolamento di Condominio).</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Santi60, post: 517147, member: 67090"] La questione è che, prima, tutti, compreso me, eravamo convinti che dopo 5 anni si potesse vendere liberamente, poiché le Convenzioni erano scritte in un Italiano volutamente contorto e con parole mancanti (le famose "[B][I]e suoi aventi causa[/I][/B]" dopo "[B][I]Concessionario[/I][/B]") e le informazioni che fornivano le Imprese erano quelle che ho scritto in un precedente post. Successivamente, qualcuno ha cominciato a mettere di mezzo i Tribunali (anche perché l'informazione di come venivano gestite le compravendite per questo tipo di appartamenti in altri Comuni d'Italia si è cominciata a diffondere anche a Roma) e, quindi, i Notai hanno cominciato a volersi difendere imponendo la richiesta di chiarimenti al Comune, che, in sostanza, era una parte "terza" fra acquirente e venditore e avrebbe dovuto ben conoscere cosa aveva stipulato con le Convenzioni. Fra l'altro, tali Convenzioni, molto spesso, erano del tutto ignote ai proprietari degli alloggi e nei contratti di primo acquisto (almeno nel mio) erano solo indicate nelle premesse, spacciandole come un semplice atto fra Comune ed Impresa (potevano essere scambiate come semplice richiesta di permesso a costruire oppure atti d'obbligo per parcheggi aree verdi etc...), senza la clausola che l'acquirente dovesse dichiarare di "ben conoscere ed accettare" (clausola che, invece c'era solo per il Regolamento di Condominio). [/QUOTE]
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