Forum
Nuovi Messaggi
Cerca...
Servizi
Nuova Discussione
Novità
Nuovi Messaggi
Nuovi Messaggi Profilo
Ultime Attività
Iscritti
Visitatori online
Nuovi Messaggi Profilo
Cerca tra i Messaggi Profilo
? Aiuto
Chi siamo
Faccine
Codici BB
Traguardi
Utilizzo dei Cookie
Termini e Condizioni d'uso del sito
Accedi
Registrati
Novità
Cerca
Cerca
Cerca solo tra i titoli
Da:
Nuovi Messaggi
Cerca...
Menu
Accedi
Registrati
Installa l'app
Installa
L'Esperto Immobiliare Risponde
Compravendita, Professionisti, Aste e Pignoramenti
Sentenza n. 18135 del 16/09/2015
JavaScript è disabilitato. Per una migliore esperienza di navigazione attivalo nel tuo programma o nella tua app per navigare prima di procedere.
Stai usando un browser molto obsoleto. Puoi incorrere in problemi di visualizzazione di questo e altri siti oltre che in problemi di sicurezza. .
Dovresti aggiornarlo oppure usare
usarne uno alternativo, moderno e sicuro
.
Rispondi alla discussione
Registrati in 30 Secondi
Registrarsi è gratis ed elimina la pubblicità
Testo
<blockquote data-quote="giannelmo" data-source="post: 583424" data-attributes="member: 66927"><p>Il problema è che la legge non era ondivaga (altrimenti quello che è successo a Roma sarebbe successo in tutta Italia con la stessa pervasività, mentre fuori Roma i casi si contano sulle dita di una mano), inoltre l'affrancazione da sola non basta a ripristinare la commerciabilità, perché con la solita faciloneria ed ottusità gli "esperti" del comune di Roma hanno pensato bene di cancellare, con la convenzione di affrancazione, solo i prezzo massimo di cessione, ma non i requisiti soggettivi del compratore: residenza, redditto, non aver usufruito in precedenza di contributi pubblici per l'acquisto di un'abitazione (per esempio chi trasloca da un immobile PEEP ad un altro a rigore non potrebbe farlo!!!!). Per cui affrancando paradossalmente si può vendere a prezzo di mercato ma solo a persone con requisiti abbastanza restrittivi, in pratica a chi difficilmente potrà permettersi un reale prezzo di mercato!</p><p>I requisiti residui, per come hanno fatto le cose a Roma, si possono eliminare solo mediante una ulteriore convenzione di trasformazione, cioé trasformando il diritto di superficie in diritto di proprietà: ma sarebbe arduo sostenere che spetterebbe al venditore anche il rimborso di questa spesa. In realtà sarebbe sufficiente la sola trasformazione, ma al comune di Roma da questo orecchio proprio non ci sentono.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="giannelmo, post: 583424, member: 66927"] Il problema è che la legge non era ondivaga (altrimenti quello che è successo a Roma sarebbe successo in tutta Italia con la stessa pervasività, mentre fuori Roma i casi si contano sulle dita di una mano), inoltre l'affrancazione da sola non basta a ripristinare la commerciabilità, perché con la solita faciloneria ed ottusità gli "esperti" del comune di Roma hanno pensato bene di cancellare, con la convenzione di affrancazione, solo i prezzo massimo di cessione, ma non i requisiti soggettivi del compratore: residenza, redditto, non aver usufruito in precedenza di contributi pubblici per l'acquisto di un'abitazione (per esempio chi trasloca da un immobile PEEP ad un altro a rigore non potrebbe farlo!!!!). Per cui affrancando paradossalmente si può vendere a prezzo di mercato ma solo a persone con requisiti abbastanza restrittivi, in pratica a chi difficilmente potrà permettersi un reale prezzo di mercato! I requisiti residui, per come hanno fatto le cose a Roma, si possono eliminare solo mediante una ulteriore convenzione di trasformazione, cioé trasformando il diritto di superficie in diritto di proprietà: ma sarebbe arduo sostenere che spetterebbe al venditore anche il rimborso di questa spesa. In realtà sarebbe sufficiente la sola trasformazione, ma al comune di Roma da questo orecchio proprio non ci sentono. [/QUOTE]
Riporta citazioni…
Verifica Anti SPAM
Invia risposta
L'Esperto Immobiliare Risponde
Compravendita, Professionisti, Aste e Pignoramenti
Sentenza n. 18135 del 16/09/2015
Alto