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<blockquote data-quote="Studio Roversi" data-source="post: 534755" data-attributes="member: 59241"><p><img src="/styles/default/xenforo/smilies.emoji/people/slight_smile.emoji.svg" class="smilie" loading="lazy" alt=":)" title="Lieve sorriso :)" data-shortname=":)" /> Scusate, ma a me Pyer fa troppo ridere. Non lo dico per prenderlo in giro, lo giuro. Non se ne abbiano a male gli altri, ma , dopo Ingelman, è il mio agente immobiliare preferito. Mentre per Ingelman esistono solo due tipi di individui: <em>coloro che nella carbonara mettono la pancetta e coloro che mettono il guanciale, il resto è solo contorno,</em> per Pyer esistono solo due tipi di individui: <em>coloro che acquistano e coloro che vendono, il resto è solo contorno</em>.</p><p></p><p>L'ho attentamente studiato, e per me Pyer incarna una figura preistorica: l'agente immobiliare cacciatore. Pyer considera il cliente come preda, ma senza sadismo alla David Lynch, per il gusto di uccidere fine a sè stesso. No, la sua è un'azione finalizzata alla sopravvivenza, sua e della Toffanin, che segue i principi della competizione fra gli altri agenti immobiliari che "battono" quello stesso ambiente: per non essere sopraffatto, per esempio dalla concorrenza, deve affermare le proprie strategie.</p><p></p><p>E' una persona diretta e semplice, con grande capacità di sfruttare le risorse (mezzi e strumenti), grazie alla sua energia apparentemente insauribile. In realtà, il cacciatore non può essere longevo per il fatto che spreca e brucia tutto nel <em>"qui e adesso"</em> nella sua ansia da risultato. Per lui il bottino ha il sapore della giusta ricompensa per gli sforzi profusi, ma è anche contemporaneamente ciò di cui ha bisogno per giustificare agli altri il proprio sforzo eccessivo.</p><p></p><p>In questo senso va ricordata la continuità e la ripetitività dell sue azioni da cacciatore (chi non si ricorda la mitica agendina di Pyer, compagna di tante battaglie, completa e fornitissima di tutti i numeri telefonci, informazioni, personali e professionali, di tutti i suoi potenziali clienti, anche passati a miglior vita?), l'organizzazione del tempo, per cui egli sfrutta la sua maggiore efficenza fisica de mattino (alle 7:00 è già sotto casa a suonare il campanello del primo cliente, neanche i Testimoni di Geova osano tanto).</p><p></p><p>Il riordino degli strumenti e delle conoscenze acquisite sono destinati alla sera, quando il cacciatore rientra nella sua tana (la caccia dura 16 ore al giorno, perchè le cose o si fanno bene o non si fanno), la necessità di delimitare il territorio per conoscerlo e controllarlo bene (in questo spazio il cacciatore è signore e padrone), il saper attendere, andando e tornando piu' volte sul luogo della caccia per interpretare i segnali lasciati dalle prede.</p><p></p><p>Conta su poche armi, ma molto efficienti (dopo la falenge, la falangina e la falangetta, incorpora un palmare connesso alla Rete), ma la sua arma migliore è la parola, e con l'uso dei sensi, affinati dal Pleistocene, (la sensibiltà del cacciatore che instintivamente sa quando è il mometno di andare a comandare), la capacità di mimetizzarsi da un lato, e nel contempo l'adozione di tecniche di avvistamento per non insospettire la preda, per studiarne le mosse e i comportamenti, finalizzati al pedinamento e al <em>final showdown </em>preferibilmente uno contro uno (al cacciatore non piace cacciare in branco), un corpo a corpo asfissiante, per prendere la preda per sfinimento, obbligandola prima o dopo a confessare e a comprare, pur di non vederlo anche il giorno dopo.</p><p></p><p>Per ottenere i risultati va bene qualsiasi mezzo, pertanto il caccatore è sempre alla ricerca di armi nuove, perchè quelle che ha non sono mai abbastanza, per essere il piu' forte, per battere sempre gli altri sul tempo: intanto si vende, poi si vedrà. Ama lavorare su ampi territori e sempre diversi, altrimenti rischia di annoiarsi e di non alimentare la sua sete di visibilità e gratificazione, ma è il primo a sapere che chi è troppo onesto, non farà mai i soldi (salvo le eccezioni).</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Studio Roversi, post: 534755, member: 59241"] :) Scusate, ma a me Pyer fa troppo ridere. Non lo dico per prenderlo in giro, lo giuro. Non se ne abbiano a male gli altri, ma , dopo Ingelman, è il mio agente immobiliare preferito. Mentre per Ingelman esistono solo due tipi di individui: [I]coloro che nella carbonara mettono la pancetta e coloro che mettono il guanciale, il resto è solo contorno,[/I] per Pyer esistono solo due tipi di individui: [I]coloro che acquistano e coloro che vendono, il resto è solo contorno[/I]. L'ho attentamente studiato, e per me Pyer incarna una figura preistorica: l'agente immobiliare cacciatore. Pyer considera il cliente come preda, ma senza sadismo alla David Lynch, per il gusto di uccidere fine a sè stesso. No, la sua è un'azione finalizzata alla sopravvivenza, sua e della Toffanin, che segue i principi della competizione fra gli altri agenti immobiliari che "battono" quello stesso ambiente: per non essere sopraffatto, per esempio dalla concorrenza, deve affermare le proprie strategie. E' una persona diretta e semplice, con grande capacità di sfruttare le risorse (mezzi e strumenti), grazie alla sua energia apparentemente insauribile. In realtà, il cacciatore non può essere longevo per il fatto che spreca e brucia tutto nel [I]"qui e adesso"[/I] nella sua ansia da risultato. Per lui il bottino ha il sapore della giusta ricompensa per gli sforzi profusi, ma è anche contemporaneamente ciò di cui ha bisogno per giustificare agli altri il proprio sforzo eccessivo. In questo senso va ricordata la continuità e la ripetitività dell sue azioni da cacciatore (chi non si ricorda la mitica agendina di Pyer, compagna di tante battaglie, completa e fornitissima di tutti i numeri telefonci, informazioni, personali e professionali, di tutti i suoi potenziali clienti, anche passati a miglior vita?), l'organizzazione del tempo, per cui egli sfrutta la sua maggiore efficenza fisica de mattino (alle 7:00 è già sotto casa a suonare il campanello del primo cliente, neanche i Testimoni di Geova osano tanto). Il riordino degli strumenti e delle conoscenze acquisite sono destinati alla sera, quando il cacciatore rientra nella sua tana (la caccia dura 16 ore al giorno, perchè le cose o si fanno bene o non si fanno), la necessità di delimitare il territorio per conoscerlo e controllarlo bene (in questo spazio il cacciatore è signore e padrone), il saper attendere, andando e tornando piu' volte sul luogo della caccia per interpretare i segnali lasciati dalle prede. Conta su poche armi, ma molto efficienti (dopo la falenge, la falangina e la falangetta, incorpora un palmare connesso alla Rete), ma la sua arma migliore è la parola, e con l'uso dei sensi, affinati dal Pleistocene, (la sensibiltà del cacciatore che instintivamente sa quando è il mometno di andare a comandare), la capacità di mimetizzarsi da un lato, e nel contempo l'adozione di tecniche di avvistamento per non insospettire la preda, per studiarne le mosse e i comportamenti, finalizzati al pedinamento e al [I]final showdown [/I]preferibilmente uno contro uno (al cacciatore non piace cacciare in branco), un corpo a corpo asfissiante, per prendere la preda per sfinimento, obbligandola prima o dopo a confessare e a comprare, pur di non vederlo anche il giorno dopo. Per ottenere i risultati va bene qualsiasi mezzo, pertanto il caccatore è sempre alla ricerca di armi nuove, perchè quelle che ha non sono mai abbastanza, per essere il piu' forte, per battere sempre gli altri sul tempo: intanto si vende, poi si vedrà. Ama lavorare su ampi territori e sempre diversi, altrimenti rischia di annoiarsi e di non alimentare la sua sete di visibilità e gratificazione, ma è il primo a sapere che chi è troppo onesto, non farà mai i soldi (salvo le eccezioni). [/QUOTE]
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