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<blockquote data-quote="desmo" data-source="post: 461448" data-attributes="member: 50294"><p>quello che dovevo dimostrare l'ho già dimostrato e persone che non si chiamano Carlo. Essere esaminato da te su una materia che studiavo da ragazzino significherebbe buttare all'aria tutto quello che ho fatto dopo, che ritengo di un livello molto più elevato e interdisciplinare dell'estimo come lo conosci tu, cioè quello dei libri italiani che compri in mondadori, che va bene per un geometra, un agente, e basta.</p><p></p><p></p><p></p><p>perchè come ho già detto, l'estimo non tiene conto della consumer's behaviour, della neuroeconomics, della sociologia, e di tutto quanto non dimostrabile in una valutazione ma che io ritengo sia più utile per svolgere proficuamente la mia professione, ma forse tu conosci metodi per includerci tutto questo, e nel caso, ti prego di mostrarmi la via della luce. No, non ritengo di aver fatto male, anzi, i miei colleghi l'avrebbero valutato almeno 30.000 euro in più, perchè più orientati alla parte tecnica che a quella di mercato (che non conoscono) nel processo valutativo, e normalmente le mie valutazioni sono sempre di almeno il 30% più basse rispetto a quelle dei miei colleghi con profilo tecnico. Per capire perchè quell'immobile oggi è a 59.000 euro bisogna considerare tutte le discipline che ti ho elencato. Io le ho studiate per anni, pretendere di volerle capire allo stesso modo in 5 minuti attraverso un post su un forum vuol dire non avere nemmeno le basi per approcciarle.</p><p></p><p></p><p></p><p>Non è il mio caso, ma se leggessi prima di rispondere forse eviteresti di muovere verso di me accuse che non mi appartengono.</p><p>Ad ogni modo, io non sono il paladino dell'estimo che vuole unificare le metodologie perchè ognuno stimi allo stesso modo la stessa cosa, io voglio solo essere efficace nel lavoro che svolgo, e lo sono, per cui, valutati diversi approcci, compreso il tuo, ho scelto il modo più proficuo di operare con il mio segmento. Io non insegno la teoria dell'estimo, io devo dare numeri alla gente che mi mette in mano i propri soldi, e glieli do, reali, avendo affinato la mia tecnica con l'esperienza e lo studio di discipline che in Italia sono quasi completamente ignorate, eccezion fatta per le multinazionali che di Italiano non hanno nulla nel proprio modus di gestione tipico della piccola e media impresa ancorata a valori non più presenti nella concorrenza odierna.</p><p></p><p></p><p>Non sono d'accordo Carlo, e questo mi dimostra che ragioni da teorico, non da professionista che deve risolvere problemi pratici nell'ottica dell'economicità, dell'efficacia e dell'efficienza come hanno insegnato a me a fare.</p><p></p><p></p><p></p><p>nessuno ha parlato di costrizione, non capisco perchè ne parli. Ovviamente reputo quanto tu dici di nuovo teorico, la teoria la conosce qualsiasi laureato in economia, è la pratica che distingue un professionista che la teoria la affina ai suoi problemi imparando a leggere la società e le innumerevoli variabili che questa ci offre, e un altro che invece resta ancorato a teorie generiche prive di una buona fetta di applicabilità in uno specifico mercato. Il mercato, appunto, secondo te è uno solo, io lo vedo come un insieme unico si, ma di differenti mercati, ognuno dei quali necessita di strategie peculiari visto che le nostre aziende lavorano in contesti delimitati e con dinamiche anche molto differenti tra loro. Nulla di male a vederla diversamente Carlo, il mondo è bello perchè è vario e reputo comunque interessante uno scambio di opinioni senza dover per forza arrivare allo scontro. Io e te abbiamo evidentemente scopi diversi, o semplicemente modi diversi di vedere la stessa cosa, non credo che si possa universalmente affermare che io abbia ragione su di te e viceversa, perchè frutto della forma mentis e dell'esperienza peculiare di ognuno di noi. L'economia e tutte le sue branche non è matematica pura, dove 2+2 fa quattro.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="desmo, post: 461448, member: 50294"] quello che dovevo dimostrare l'ho già dimostrato e persone che non si chiamano Carlo. Essere esaminato da te su una materia che studiavo da ragazzino significherebbe buttare all'aria tutto quello che ho fatto dopo, che ritengo di un livello molto più elevato e interdisciplinare dell'estimo come lo conosci tu, cioè quello dei libri italiani che compri in mondadori, che va bene per un geometra, un agente, e basta. perchè come ho già detto, l'estimo non tiene conto della consumer's behaviour, della neuroeconomics, della sociologia, e di tutto quanto non dimostrabile in una valutazione ma che io ritengo sia più utile per svolgere proficuamente la mia professione, ma forse tu conosci metodi per includerci tutto questo, e nel caso, ti prego di mostrarmi la via della luce. No, non ritengo di aver fatto male, anzi, i miei colleghi l'avrebbero valutato almeno 30.000 euro in più, perchè più orientati alla parte tecnica che a quella di mercato (che non conoscono) nel processo valutativo, e normalmente le mie valutazioni sono sempre di almeno il 30% più basse rispetto a quelle dei miei colleghi con profilo tecnico. Per capire perchè quell'immobile oggi è a 59.000 euro bisogna considerare tutte le discipline che ti ho elencato. Io le ho studiate per anni, pretendere di volerle capire allo stesso modo in 5 minuti attraverso un post su un forum vuol dire non avere nemmeno le basi per approcciarle. Non è il mio caso, ma se leggessi prima di rispondere forse eviteresti di muovere verso di me accuse che non mi appartengono. Ad ogni modo, io non sono il paladino dell'estimo che vuole unificare le metodologie perchè ognuno stimi allo stesso modo la stessa cosa, io voglio solo essere efficace nel lavoro che svolgo, e lo sono, per cui, valutati diversi approcci, compreso il tuo, ho scelto il modo più proficuo di operare con il mio segmento. Io non insegno la teoria dell'estimo, io devo dare numeri alla gente che mi mette in mano i propri soldi, e glieli do, reali, avendo affinato la mia tecnica con l'esperienza e lo studio di discipline che in Italia sono quasi completamente ignorate, eccezion fatta per le multinazionali che di Italiano non hanno nulla nel proprio modus di gestione tipico della piccola e media impresa ancorata a valori non più presenti nella concorrenza odierna. Non sono d'accordo Carlo, e questo mi dimostra che ragioni da teorico, non da professionista che deve risolvere problemi pratici nell'ottica dell'economicità, dell'efficacia e dell'efficienza come hanno insegnato a me a fare. nessuno ha parlato di costrizione, non capisco perchè ne parli. Ovviamente reputo quanto tu dici di nuovo teorico, la teoria la conosce qualsiasi laureato in economia, è la pratica che distingue un professionista che la teoria la affina ai suoi problemi imparando a leggere la società e le innumerevoli variabili che questa ci offre, e un altro che invece resta ancorato a teorie generiche prive di una buona fetta di applicabilità in uno specifico mercato. Il mercato, appunto, secondo te è uno solo, io lo vedo come un insieme unico si, ma di differenti mercati, ognuno dei quali necessita di strategie peculiari visto che le nostre aziende lavorano in contesti delimitati e con dinamiche anche molto differenti tra loro. Nulla di male a vederla diversamente Carlo, il mondo è bello perchè è vario e reputo comunque interessante uno scambio di opinioni senza dover per forza arrivare allo scontro. Io e te abbiamo evidentemente scopi diversi, o semplicemente modi diversi di vedere la stessa cosa, non credo che si possa universalmente affermare che io abbia ragione su di te e viceversa, perchè frutto della forma mentis e dell'esperienza peculiare di ognuno di noi. L'economia e tutte le sue branche non è matematica pura, dove 2+2 fa quattro. [/QUOTE]
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