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Svendere o non svendere? questo è il dilemma
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Testo
<blockquote data-quote="desmo" data-source="post: 473768" data-attributes="member: 50294"><p>Aggiungo e concludo che se pensiamo all'incidenza di ogni operazione, è ancora più probabile (ed infatti è reale) che ci attacchiamo ad ogni operazione come la cozza al suo scoglio. Pensiamo al grande store che vende 10.000 prodotti all'anno. Se in un certo anno non ne vende 100, non muore nessuno. Eppure posso dirvi che le nuove strategie di gestione aziendale prevedono l'analisi a livello cliente e non sul fatturato complessivo, si fanno cioè strategie pensando a come non perdere 1 singola vendita, non 100. Eppure, è chiaro a tutti che con l'1% in meno di profitto non muore nessuno. Ma se noi di 10 operazioni ne perdiamo una, abbiamo perso non l'1% del nostro incasso ma il 10%! Il notaio può permettersi di perdere 10 contratti l'anno perchè non ci vede chiaro...chissenefrega, incassa, 300.000 euro l'anno. Noi no. Quindi nel nostro modello noi cerchiamo necessariamente di portare a casa ogni operazione perchè poche e di importo elevato. Come si fa a pretendere di fare consulenze allo stesso tempo non perdendo operazioni ognuna delle quali ha un'incidenza enorme sul nostro profitto?</p><p></p><p>Io ho fatto questo esperiento da me, credetemi, molta più soddisfazione con la consulenza, e ti fa fare soldi dove prima non ce n'erano, ma va completamente contro il core business che è l'attività di vendita. Addirittura si rischia di mandare in confusione la clientela perchè non sa mai se sei un venditore o un consulente. Le due figure, mi si dimostri il contrario, sono completamente incompatibli, e possono diventarlo solo se alla base ci sarà un diverso regime legale che regola la nostra attività. L'esperimento da me condotto è durato diversi anni non mesi, e oggi mi rendo comunque conto che da solo non posso cambiare nulla perchè per l'opinione pubblica, nonostante io sia ben noto nella mia zona (non alle forze dell'ordine <img src="/styles/default/xenforo/smilies.emoji/people/grinning.emoji.svg" class="smilie" loading="lazy" alt=":D" title="Ghignata :D" data-shortname=":D" />) resto un venditore di immobili ed è li che la mia clientela mi fa capire che è il mio fatturato preponderante. Pertanto continuo a curare le vendite sempre in ottica consulenziale rinunciando per forza a qualche operazione non sicura o non conveniente, trovando cioè un bilanciamento tra le 2 attività (che sottolineo, sono agli antipodi). Il modello cioè è inefficace. Efficace sarebbe vendere di più e guadagnare di più ma dovrei abbandonare la consulenza, cambiare il mio nome all'anagrafe e subire un'operazione al cervello, iniziando finalmente a lavorare come fanno molti maiali con la cravatta che conosco. Oppure puntare tutto sulla consulenza ma cambiando necessariamente professione, perchè incompatibile con la vendita. Io credo che sia possibile evitare entrambe le cose, con la trasformazione. Ma da solo non posso fare altro che chiacchierare qui sul forum.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="desmo, post: 473768, member: 50294"] Aggiungo e concludo che se pensiamo all'incidenza di ogni operazione, è ancora più probabile (ed infatti è reale) che ci attacchiamo ad ogni operazione come la cozza al suo scoglio. Pensiamo al grande store che vende 10.000 prodotti all'anno. Se in un certo anno non ne vende 100, non muore nessuno. Eppure posso dirvi che le nuove strategie di gestione aziendale prevedono l'analisi a livello cliente e non sul fatturato complessivo, si fanno cioè strategie pensando a come non perdere 1 singola vendita, non 100. Eppure, è chiaro a tutti che con l'1% in meno di profitto non muore nessuno. Ma se noi di 10 operazioni ne perdiamo una, abbiamo perso non l'1% del nostro incasso ma il 10%! Il notaio può permettersi di perdere 10 contratti l'anno perchè non ci vede chiaro...chissenefrega, incassa, 300.000 euro l'anno. Noi no. Quindi nel nostro modello noi cerchiamo necessariamente di portare a casa ogni operazione perchè poche e di importo elevato. Come si fa a pretendere di fare consulenze allo stesso tempo non perdendo operazioni ognuna delle quali ha un'incidenza enorme sul nostro profitto? Io ho fatto questo esperiento da me, credetemi, molta più soddisfazione con la consulenza, e ti fa fare soldi dove prima non ce n'erano, ma va completamente contro il core business che è l'attività di vendita. Addirittura si rischia di mandare in confusione la clientela perchè non sa mai se sei un venditore o un consulente. Le due figure, mi si dimostri il contrario, sono completamente incompatibli, e possono diventarlo solo se alla base ci sarà un diverso regime legale che regola la nostra attività. L'esperimento da me condotto è durato diversi anni non mesi, e oggi mi rendo comunque conto che da solo non posso cambiare nulla perchè per l'opinione pubblica, nonostante io sia ben noto nella mia zona (non alle forze dell'ordine :D) resto un venditore di immobili ed è li che la mia clientela mi fa capire che è il mio fatturato preponderante. Pertanto continuo a curare le vendite sempre in ottica consulenziale rinunciando per forza a qualche operazione non sicura o non conveniente, trovando cioè un bilanciamento tra le 2 attività (che sottolineo, sono agli antipodi). Il modello cioè è inefficace. Efficace sarebbe vendere di più e guadagnare di più ma dovrei abbandonare la consulenza, cambiare il mio nome all'anagrafe e subire un'operazione al cervello, iniziando finalmente a lavorare come fanno molti maiali con la cravatta che conosco. Oppure puntare tutto sulla consulenza ma cambiando necessariamente professione, perchè incompatibile con la vendita. Io credo che sia possibile evitare entrambe le cose, con la trasformazione. Ma da solo non posso fare altro che chiacchierare qui sul forum. [/QUOTE]
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