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<blockquote data-quote="gcaval" data-source="post: 269764" data-attributes="member: 14014"><p>Non capisco molto il senso di tale ragionamento. Lungi da me voler fare polemiche inutili, come ormai le 1000 discussioni qui su Immobilio sul mercato immobiliare ci mostrano. Pagine e pagine di opinioni personali prese come verità, per finire poi con insulti reciproci che non modificano una virgola di quello che realmente sta succedendo e succederà nella realtà. </p><p> </p><p>In particolare non capisco quello che ho evidenziato in grassetto. I costruttori avrebbero dovuto costruire meno per non penalizzare i dipendenti/collaboratori o loro stessi? Si sarebbe dovuta immaginare una bolla speculativa? Bisognerebbe allora dire ai costruttori brasiliani, ad esempio, di andarci piano... fra una decina d'anni anche loro saranno nella nostra stessa situazione, se non prima. </p><p> </p><p>Non è mio interesse difendere i costruttori, ma come in tutti i business, credo abbiano sfruttato il vento in poppa. Non è scritto da nessuna parte che il cemento è e sarà per sempre una risorsa per il paese (sicuramente lo è stata), per lo meno non potrà più esserlo nei modi in cui lo è stato in passato. Fortunatamente. Se invece la critica era alle pubbliche amministrazioni che hanno concesso terreni per fare cassa e per far arricchire con mazzette e quant'altro un po' di gentaglia qua e là... mi trovi d'accordissimo.</p><p> </p><p>Sono certamente d'accordo che in questo paese non esiste un piano industriale forse da oltre 30 anni, sicuramente almeno da 20. Ma ciò non toglie che un settore può avere un momento di forte sviluppo e poi, magari, scomparire (non sarà certo questo dell'edilizia il caso, però il ridimensionamento si, ed è anche auspicabile - piuttosto si deve recuperare l'esistente).</p><p> </p><p>Un esempio. Con l'avvento dell'era digitale le pellicole sono andate in pensione. E con esse la Kodak, azienda leader mondiale. Ovvio che dispiace sempre quando la gente perde il posto di lavoro. Ma forse, a proposito di politiche industriali, bisognerà trovare delle alternative, come avviene in tutti gli altri paesi civili, per ricollocare i lavoratori e magari sfruttare al massimo la loro esperienza.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="gcaval, post: 269764, member: 14014"] Non capisco molto il senso di tale ragionamento. Lungi da me voler fare polemiche inutili, come ormai le 1000 discussioni qui su Immobilio sul mercato immobiliare ci mostrano. Pagine e pagine di opinioni personali prese come verità, per finire poi con insulti reciproci che non modificano una virgola di quello che realmente sta succedendo e succederà nella realtà. In particolare non capisco quello che ho evidenziato in grassetto. I costruttori avrebbero dovuto costruire meno per non penalizzare i dipendenti/collaboratori o loro stessi? Si sarebbe dovuta immaginare una bolla speculativa? Bisognerebbe allora dire ai costruttori brasiliani, ad esempio, di andarci piano... fra una decina d'anni anche loro saranno nella nostra stessa situazione, se non prima. Non è mio interesse difendere i costruttori, ma come in tutti i business, credo abbiano sfruttato il vento in poppa. Non è scritto da nessuna parte che il cemento è e sarà per sempre una risorsa per il paese (sicuramente lo è stata), per lo meno non potrà più esserlo nei modi in cui lo è stato in passato. Fortunatamente. Se invece la critica era alle pubbliche amministrazioni che hanno concesso terreni per fare cassa e per far arricchire con mazzette e quant'altro un po' di gentaglia qua e là... mi trovi d'accordissimo. Sono certamente d'accordo che in questo paese non esiste un piano industriale forse da oltre 30 anni, sicuramente almeno da 20. Ma ciò non toglie che un settore può avere un momento di forte sviluppo e poi, magari, scomparire (non sarà certo questo dell'edilizia il caso, però il ridimensionamento si, ed è anche auspicabile - piuttosto si deve recuperare l'esistente). Un esempio. Con l'avvento dell'era digitale le pellicole sono andate in pensione. E con esse la Kodak, azienda leader mondiale. Ovvio che dispiace sempre quando la gente perde il posto di lavoro. Ma forse, a proposito di politiche industriali, bisognerà trovare delle alternative, come avviene in tutti gli altri paesi civili, per ricollocare i lavoratori e magari sfruttare al massimo la loro esperienza. [/QUOTE]
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