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Tutto quello che non dovrebbe mai mancare in un compromesso che si rispetti
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<blockquote data-quote="skywalker" data-source="post: 245928" data-attributes="member: 14323"><p>A parte che c'è differenza tra termine essenziale e perentorio...in ogni caso apprezzo la buona volontà.</p><p>sarò impopolare ma vi dico come la vedo io...</p><p>Quando il compromesso è fatto tra due persone che intendono mantenere gli impegni presi...potrebbe anche essere molto semplice...tizio vende una mela a caio per il corrispettivo di un'euro.</p><p>caio acquista e ringrazia...</p><p>...però noi non siamo verdurai (per quanto come tali a volte veniamo trattati dagli amministratori della cosa pubblica) e quindi?</p><p>Quindi secondo me oltre a saper compilare il compitino per la maestra (cosa molto semplice a quelli preparati o a quelli che hanno sposato un'avvocato) che consiste in un contratto ineccepibile bisogna andare oltre e prevedere l'imprevedibile, lasciandosi delle "legallissime s'intende" scappatoie in caso non di pioggia ma di stronxi...</p><p>Molto dipende poi da dove il contratto è stipulato e se lavorate all'estero dovete capire che il diritto romano non è ovunque.</p><p>Resta il fatto che un buon contratto è quello che si costruisce prima di scrivere la prima lettera, quello dove ad entrambi è tutto chiaro sempre e comunque, quello dove si sa che il ripensamento ha un costo ma dove si sa anche che avendo avuto il giusto tempo per riflettere prima e tutti gli elementi per poter prender una decisione, questa, una volta presa...è definitiva...utile, e</p><p>tutelante per entrambi (troppo spesso si crede che l'indeciso sia solo l'acquirente) in quanto anche se a ripensarci fosse il venditore...esiste l'esecuzione coatta del contratto e questo riporta lo show in parità.</p><p>ed in ogni caso è irrisolvibile se non dopo aver pagato quanto pattuito e legalmente accettato.</p><p>Ma non perchè si è bravi a fare gli imbonitori ma perchè il lavoro di chiunque va pagato in proporzione al valore del lavoro che viene svolto...da chiunque...</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="skywalker, post: 245928, member: 14323"] A parte che c'è differenza tra termine essenziale e perentorio...in ogni caso apprezzo la buona volontà. sarò impopolare ma vi dico come la vedo io... Quando il compromesso è fatto tra due persone che intendono mantenere gli impegni presi...potrebbe anche essere molto semplice...tizio vende una mela a caio per il corrispettivo di un'euro. caio acquista e ringrazia... ...però noi non siamo verdurai (per quanto come tali a volte veniamo trattati dagli amministratori della cosa pubblica) e quindi? Quindi secondo me oltre a saper compilare il compitino per la maestra (cosa molto semplice a quelli preparati o a quelli che hanno sposato un'avvocato) che consiste in un contratto ineccepibile bisogna andare oltre e prevedere l'imprevedibile, lasciandosi delle "legallissime s'intende" scappatoie in caso non di pioggia ma di stronxi... Molto dipende poi da dove il contratto è stipulato e se lavorate all'estero dovete capire che il diritto romano non è ovunque. Resta il fatto che un buon contratto è quello che si costruisce prima di scrivere la prima lettera, quello dove ad entrambi è tutto chiaro sempre e comunque, quello dove si sa che il ripensamento ha un costo ma dove si sa anche che avendo avuto il giusto tempo per riflettere prima e tutti gli elementi per poter prender una decisione, questa, una volta presa...è definitiva...utile, e tutelante per entrambi (troppo spesso si crede che l'indeciso sia solo l'acquirente) in quanto anche se a ripensarci fosse il venditore...esiste l'esecuzione coatta del contratto e questo riporta lo show in parità. ed in ogni caso è irrisolvibile se non dopo aver pagato quanto pattuito e legalmente accettato. Ma non perchè si è bravi a fare gli imbonitori ma perchè il lavoro di chiunque va pagato in proporzione al valore del lavoro che viene svolto...da chiunque... [/QUOTE]
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