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Agenti Immobiliari
Esercitare la Professione di Agente Immobiliare
Un Agente Immobiliare che sovrastima un immobile non tradisce il proprio ruolo?
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<blockquote data-quote="Graf" data-source="post: 62237" data-attributes="member: 9824"><p>Vi domando:</p><p>la strategia, da parte di alcuni Agenti Immobiliari, si sovrastimare un immobile ( o meglio, di accettare passivamente il prezzo “sparato” dal venditore…) al fine di acquisirlo e inserirlo velocemente nel proprio portafoglio, non contraddice, strepitosamente, la funzione del mediatore che dovrebbe tenersi “indipendente” da ambedue le parti, evitando di contribuire ad alimentare la bolla immobiliare, e quasi, di “turbare” il mercato, impedendo altresì, una rapida definizione delle trattative puntando, invece, ad incarichi lunghissimi, ricercando, presso il proprietario venditore, solo dopo parecchi mesi, una diminuzione del prezzo per giungere finalmente alla vendita? </p><p>Questo è un gioco spregiudicato che può riuscire alle catene di franchising che, giovandosi di “infervorati” acquisitori “a cottimo”, incravattati e scampanellanti non iscritti al ruolo, e puntando sui grandi numeri, può permettersi di avere, nel listino, immobili “fuori mercato” che hanno un costo addizionale irrisorio in termini di gestione e di comunicazione pubblicitaria.</p><p></p><p>Invece, ho notato che sono le agenzie medie e quelle piccole a conduzione familiare , se posso esprimermi così,</p><p>ad avere in portafoglio immobili con valutazioni reali o quasi</p><p>perché non si possono permettere di investire commercialmente su un immobile che è invendibile a causa del prezzo da “castello”.</p><p></p><p>Si può dichiarare che, alla fine, le catene di franchising “ostacolano” o ritardano una vendita immobiliare, contraddicendo la funzione “lubrificatrice” del proprio ruolo di mediatore mentre, i mediatori “artigianali” al contrario, favoriscono e spingono massimamente e rapidamente verso la definizione di una trattativa di vendita?</p><p></p><p>Quale potrebbe essere il “segreto” di un agente immobiliare indipendente per riuscire a strappare, dai rapaci artigli di un franchising, un immobile a prezzo equo?</p><p>Aspettare che il cliente si cuocia nel suo brodo?</p><p>Intervenire in un secondo tempo?</p><p>Promettere una rapida vendita a fronte di prezzo più basso? </p><p></p><p>Debbo convenire che lavorare con prezzi al ribasso rispetto alla concorrenza dei “Marziani” può essere molto ma molto arduo e faticoso….</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Graf, post: 62237, member: 9824"] Vi domando: la strategia, da parte di alcuni Agenti Immobiliari, si sovrastimare un immobile ( o meglio, di accettare passivamente il prezzo “sparato” dal venditore…) al fine di acquisirlo e inserirlo velocemente nel proprio portafoglio, non contraddice, strepitosamente, la funzione del mediatore che dovrebbe tenersi “indipendente” da ambedue le parti, evitando di contribuire ad alimentare la bolla immobiliare, e quasi, di “turbare” il mercato, impedendo altresì, una rapida definizione delle trattative puntando, invece, ad incarichi lunghissimi, ricercando, presso il proprietario venditore, solo dopo parecchi mesi, una diminuzione del prezzo per giungere finalmente alla vendita? Questo è un gioco spregiudicato che può riuscire alle catene di franchising che, giovandosi di “infervorati” acquisitori “a cottimo”, incravattati e scampanellanti non iscritti al ruolo, e puntando sui grandi numeri, può permettersi di avere, nel listino, immobili “fuori mercato” che hanno un costo addizionale irrisorio in termini di gestione e di comunicazione pubblicitaria. Invece, ho notato che sono le agenzie medie e quelle piccole a conduzione familiare , se posso esprimermi così, ad avere in portafoglio immobili con valutazioni reali o quasi perché non si possono permettere di investire commercialmente su un immobile che è invendibile a causa del prezzo da “castello”. Si può dichiarare che, alla fine, le catene di franchising “ostacolano” o ritardano una vendita immobiliare, contraddicendo la funzione “lubrificatrice” del proprio ruolo di mediatore mentre, i mediatori “artigianali” al contrario, favoriscono e spingono massimamente e rapidamente verso la definizione di una trattativa di vendita? Quale potrebbe essere il “segreto” di un agente immobiliare indipendente per riuscire a strappare, dai rapaci artigli di un franchising, un immobile a prezzo equo? Aspettare che il cliente si cuocia nel suo brodo? Intervenire in un secondo tempo? Promettere una rapida vendita a fronte di prezzo più basso? Debbo convenire che lavorare con prezzi al ribasso rispetto alla concorrenza dei “Marziani” può essere molto ma molto arduo e faticoso…. [/QUOTE]
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