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<blockquote data-quote="Antonello" data-source="post: 60592" data-attributes="member: 8160"><p>Riassumendo:</p><p>a) un odontoiatra ha condotto in affitto una stanza di un immobile per esercitare la professione da circa 7 (sette) anni.</p><p>b) ha avuto contatti con il pubblico in quanto è stato detto che aveva "anche l'uso insieme al collega, della sala d'attesa", che si presume per i clienti.</p><p>c) non esiste alcun contratto scritto ed il pagamento è avvenuto in nero.</p><p></p><p>Per il punto a): In qualsiasi aula di un qualsiasi tribunale può far valere che il suo contratto, anche se verbale, è il classico 6+6, già rinnovato automaticamente dopo il sesto (6°) anno.</p><p>Ha diritto a continuare l'attività sino al dodicesimo (12°) anno senza alcun aumento di canone.</p><p>Per il punto b): se il locatore volesse tout court chiudere i rapporti con il conduttore, questi, se non si oppone, ha diritto alle indennità previste dalla legge sulle locazioni di immobili ad uso diderso da quelli di abitazione.</p><p>In questo caso 18 mensilità dell'ultimo canone pagato.</p><p>Per il punto c): per quanto riguarda il contratto, si è già detto al punto a). </p><p>E' logico che la pratica va trattata con candidi guanti bianchi perchè se è vero che il locatario ha percepito il nero è altrettanto vero che il conduttore ha pagato in nero. </p><p>Se il pallino si dovesse spostare dall'aula del tribunale civile ad una stanza dell'Agenzia delle Entrate è difficile quantificare il danno, per entrambi, e chi, fra i due, uscirà vincitore.</p><p>Da oggi ti posso dire che uno, con matematica certezza, ci sarà: IL FISCO. </p><p>Ti consiglio di dire al giovane laureato di far presente al collega-locatario dello studio quanto hai appreso da noi e cercare, con molto tatto, di regolarizzare la posizione contrattuale e fiscale.</p><p>In questi casi, se prevale il buon senso (di non farsi male a vicenda) tutto si risolve.</p><p>In difetto il foro competente.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Antonello, post: 60592, member: 8160"] Riassumendo: a) un odontoiatra ha condotto in affitto una stanza di un immobile per esercitare la professione da circa 7 (sette) anni. b) ha avuto contatti con il pubblico in quanto è stato detto che aveva "anche l'uso insieme al collega, della sala d'attesa", che si presume per i clienti. c) non esiste alcun contratto scritto ed il pagamento è avvenuto in nero. Per il punto a): In qualsiasi aula di un qualsiasi tribunale può far valere che il suo contratto, anche se verbale, è il classico 6+6, già rinnovato automaticamente dopo il sesto (6°) anno. Ha diritto a continuare l'attività sino al dodicesimo (12°) anno senza alcun aumento di canone. Per il punto b): se il locatore volesse tout court chiudere i rapporti con il conduttore, questi, se non si oppone, ha diritto alle indennità previste dalla legge sulle locazioni di immobili ad uso diderso da quelli di abitazione. In questo caso 18 mensilità dell'ultimo canone pagato. Per il punto c): per quanto riguarda il contratto, si è già detto al punto a). E' logico che la pratica va trattata con candidi guanti bianchi perchè se è vero che il locatario ha percepito il nero è altrettanto vero che il conduttore ha pagato in nero. Se il pallino si dovesse spostare dall'aula del tribunale civile ad una stanza dell'Agenzia delle Entrate è difficile quantificare il danno, per entrambi, e chi, fra i due, uscirà vincitore. Da oggi ti posso dire che uno, con matematica certezza, ci sarà: IL FISCO. Ti consiglio di dire al giovane laureato di far presente al collega-locatario dello studio quanto hai appreso da noi e cercare, con molto tatto, di regolarizzare la posizione contrattuale e fiscale. In questi casi, se prevale il buon senso (di non farsi male a vicenda) tutto si risolve. In difetto il foro competente. [/QUOTE]
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