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<blockquote data-quote="CheCasa!" data-source="post: 398810" data-attributes="member: 56079"><p>Gianni,</p><p>nessuno ha detto che tu non possa vendere al di sotto del valore catastale e potresti essere costretto a farlo se l'andamento del mercato te lo imponesse e tu persistessi nell'intento di disfarti del bene. </p><p>Il prezzo di compravendita può essere anche inferiore al valore catastale.</p><p>il consiglio di @[USER=51516]brina82[/USER] di pagare comunque le imposte sul valore catastale è quello che in questi casi viene fornito anche dal notaio, anche se è vero, come dice @[USER=50431]dormiente[/USER], che non è in grado di inibire il potere di accertamento dell'Agenzia delle Entrate.</p><p>Il rischio vale la candela?</p><p>Per quanto riguarda un venditore che non abbia da pagare plusvalenze, in quanto proprietario da più di 5 anni, direi che il rischio è affrontabile.</p><p>E' vero che l'eventuale maggior valore attribuito dall'Agenzia delle Entrate potrebbe determinare la richiesta del pagamento di una differenza (per altro probabilmente minima se il tuo acquirente comprasse come prima casa) di imposte per il quale tu saresti solidale con l'acquirente. Ma è altrettanto vero che quel maggiore esborso sarebbe comunque di competenza dell'acquirente, potendoti tu riservare, qualora - ma veramente parliamo di casi da manuale - l'acquirente non paghi, la possibilità di rivalsa su di lui.</p><p></p><p>Inoltre, devi sapere che l'Agenzia delle Entrate, una volta inviata la rettifica del prezzo, funziona un po' come il mercato del pesce. Il contribuente si reca di persona e tratta sul dovuto. Nell'ultimo caso che ho gestito (di questo mese!) a fronte di una richiesta dell'AdE di 2.700,00 euro circa il contribuente ha chiuso con 800,00 euro, risparmiandosi la bega di fare opposizione.</p><p></p><p>In una zona collinare non lontana dal mio ufficio ho in vendita un blocco composto da 4 unità, completamente da ristrutturare al prezzo di vendita di €75.000,00 il cui valore catastale è pari ad € 120.000,00.</p><p>Prima di metterlo sul mercato mi sono consultato con alcuni notai i quali mi hanno consigliato di far pagare le imposte sul valore catastale, di allegare la perizia giurata, di indicare nell'atto di vendita lo stato precario in cui versa l'immobile, di conservare la pubblicità cartacea effettuata per la pubblicizzazione dell'immobile.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="CheCasa!, post: 398810, member: 56079"] Gianni, nessuno ha detto che tu non possa vendere al di sotto del valore catastale e potresti essere costretto a farlo se l'andamento del mercato te lo imponesse e tu persistessi nell'intento di disfarti del bene. Il prezzo di compravendita può essere anche inferiore al valore catastale. il consiglio di @[USER=51516]brina82[/USER] di pagare comunque le imposte sul valore catastale è quello che in questi casi viene fornito anche dal notaio, anche se è vero, come dice @[USER=50431]dormiente[/USER], che non è in grado di inibire il potere di accertamento dell'Agenzia delle Entrate. Il rischio vale la candela? Per quanto riguarda un venditore che non abbia da pagare plusvalenze, in quanto proprietario da più di 5 anni, direi che il rischio è affrontabile. E' vero che l'eventuale maggior valore attribuito dall'Agenzia delle Entrate potrebbe determinare la richiesta del pagamento di una differenza (per altro probabilmente minima se il tuo acquirente comprasse come prima casa) di imposte per il quale tu saresti solidale con l'acquirente. Ma è altrettanto vero che quel maggiore esborso sarebbe comunque di competenza dell'acquirente, potendoti tu riservare, qualora - ma veramente parliamo di casi da manuale - l'acquirente non paghi, la possibilità di rivalsa su di lui. Inoltre, devi sapere che l'Agenzia delle Entrate, una volta inviata la rettifica del prezzo, funziona un po' come il mercato del pesce. Il contribuente si reca di persona e tratta sul dovuto. Nell'ultimo caso che ho gestito (di questo mese!) a fronte di una richiesta dell'AdE di 2.700,00 euro circa il contribuente ha chiuso con 800,00 euro, risparmiandosi la bega di fare opposizione. In una zona collinare non lontana dal mio ufficio ho in vendita un blocco composto da 4 unità, completamente da ristrutturare al prezzo di vendita di €75.000,00 il cui valore catastale è pari ad € 120.000,00. Prima di metterlo sul mercato mi sono consultato con alcuni notai i quali mi hanno consigliato di far pagare le imposte sul valore catastale, di allegare la perizia giurata, di indicare nell'atto di vendita lo stato precario in cui versa l'immobile, di conservare la pubblicità cartacea effettuata per la pubblicizzazione dell'immobile. [/QUOTE]
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