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Vendita immobile con difformità catastale citata nel preliminare
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<blockquote data-quote="fox1234" data-source="post: 488903" data-attributes="member: 64193"><p>Buongiorno,</p><p>in fase di trattativa di vendita di un immobile, ho fatto presente al prommissario acquirente che esisteva una difformità catastale dell'immobile che andava sanata. Lui mi ha segnalato che non c'erano problemi, e che avrebbe sanato lui una volta acquistato l'immobile, a proprie spese.</p><p>Tutto questo veniva riportato per iscritto sul preliminare stipulato tra le parti.</p><p>Ad una settimana dal rogito previsto, chiamo il notaio (scelto dall'acquirente) per avere conferma che sul rogito venisse riportato quanto concordato nel preliminare, e lo stesso mi comunica (ora lo so anch'io, correttamente!) che l'atto non si poteva fare proprio per tale difformità catastale. Informo prontamente il promissario acquirente, a cui segnalo che bisogna prima sanare la difformità catastale (tempo minimo previsto 1 mese e mezzo), poi sarà possibile rogitare.</p><p>Gli propongo due soluzioni: se ne occupa completamente lui a proprie spese (facendo firmare ovviamente a me le carte in qualità di proprietario dell'immobile), o in alternativa me ne occupo io, a mie spese, ma a condizione di alzare il prezzo di vendita originariamente definito. Lui tergiversa un po', poi mi manda una raccomandata in cui mi dice che il termine per il rogito è spirato e che il rogito non si fa più per colpa è del venditore!</p><p>Ora sono pertanto in una fase di stallo e vi chiedo: posso rischiare di perdere il doppio della caparra, pur avendo in mano un preliminare che evidenzia che non solo lui era al corrente della difformità, ma che se ne sarebbe fatto anche carico a sue spese?</p><p>Io oltretutto voglio ancora vendere l'immobile (ovviamente non più entro il termine concordato, in quanto non possibile), mentre lui sembra che si sia tirato indietro. Posso tenermi la caparra che mi ha lasciato?</p><p>Fatemi pf sapere cosa ne pensate.</p><p>Ciao e grazie</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="fox1234, post: 488903, member: 64193"] Buongiorno, in fase di trattativa di vendita di un immobile, ho fatto presente al prommissario acquirente che esisteva una difformità catastale dell'immobile che andava sanata. Lui mi ha segnalato che non c'erano problemi, e che avrebbe sanato lui una volta acquistato l'immobile, a proprie spese. Tutto questo veniva riportato per iscritto sul preliminare stipulato tra le parti. Ad una settimana dal rogito previsto, chiamo il notaio (scelto dall'acquirente) per avere conferma che sul rogito venisse riportato quanto concordato nel preliminare, e lo stesso mi comunica (ora lo so anch'io, correttamente!) che l'atto non si poteva fare proprio per tale difformità catastale. Informo prontamente il promissario acquirente, a cui segnalo che bisogna prima sanare la difformità catastale (tempo minimo previsto 1 mese e mezzo), poi sarà possibile rogitare. Gli propongo due soluzioni: se ne occupa completamente lui a proprie spese (facendo firmare ovviamente a me le carte in qualità di proprietario dell'immobile), o in alternativa me ne occupo io, a mie spese, ma a condizione di alzare il prezzo di vendita originariamente definito. Lui tergiversa un po', poi mi manda una raccomandata in cui mi dice che il termine per il rogito è spirato e che il rogito non si fa più per colpa è del venditore! Ora sono pertanto in una fase di stallo e vi chiedo: posso rischiare di perdere il doppio della caparra, pur avendo in mano un preliminare che evidenzia che non solo lui era al corrente della difformità, ma che se ne sarebbe fatto anche carico a sue spese? Io oltretutto voglio ancora vendere l'immobile (ovviamente non più entro il termine concordato, in quanto non possibile), mentre lui sembra che si sia tirato indietro. Posso tenermi la caparra che mi ha lasciato? Fatemi pf sapere cosa ne pensate. Ciao e grazie [/QUOTE]
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