Giuseppe60

Membro Attivo
Privato Cittadino
salve a tutti,
scrivo per chiedere un'informazione riguardo al diritto di abitazione nella casa ereditata; mi spiego meglio:

mio suocero, dopo essere rimasto vedovo, si è risposato e, subito dopo il nuovo matrimonio, ha acquistato dalla sua unica figlia (mia moglie) la quota di 1/4 della casa co-ereditata da quest'ultima alla morte di mia suocera, divenendo così proprietario dell'immobile per 7/8 mentre 1/8 è diventato di proprietà della seconda moglie in quanto erano in comunione dei beni.
Successivamente ha avuto un'altra figlia con la nuova moglie.
In seguito ha divorziato da questa seconda moglie e la casa è stata assegnata a lui in quanto ci viveva con la seconda figlia (all'epoca minorenne e affidata al padre).
Non so se prima o dopo il divorzio, per motivi che non sto qui a spiegare perché troppo complicati, ha acquistato anche la quota di 1/8 della seconda moglie diventando così proprietario del 100% dell'immobile nel quale ha continuato a vivere, fino a quando è morto, con la seconda figlia oggi maggiorenne.
Con la recente morte di mio suocero stanno sorgendo dei problemi perché mia moglie vorrebbe vendere la casa ereditata dividendo il ricavato tra le due sorelle, mentre sua sorella vuole rimanere a viverci asserendo che le spetta il diritto di abitazione e, in più, qualcuno ha ventilato a mia moglie l'ipotesi che la casa non sia da dividere al 50% tra le due sorelle in quanto il "quarto" che mio suocero aveva comprato da mia moglie 25 anni fa non rientrerebbe nell'eredità spettante a mia moglie.
Lo so, sembra la trama di una telenovela, ma è così (e c'è anche altro di peggio... ma non c'entra con la discussione sul forum), per cui chiedo l'aiuto di qualcuno esperto in materia per capire come stanno le cose.
Grazie a chiunque vorrà darci informazioni.
Giuseppe
 

Albano50

Membro Assiduo
Privato Cittadino
Se la casa di cui si sta discutendo era di proprietà del padre le due figlie ne sono oggi comproprietarie per successione ereditaria (posso immaginare ciascuna con una quota del 50% ) quindi tua moglie e sua sorella, in quanto comproprietarie, hanno certamente entrambe il diritto di abitarla.
La sorella può continuare ad abitare l’immobile.
Tua moglie potrebbe chiedere un “affitto” per l’occupazione dell’intero appartamento, e quest’ultima sarebbe obbligata a versarlo; fino a quando non avanza pretese, quest’ultima può continuare ad occupare gratuitamente anche la parte ideale dell’appartamento di proprietà di tua moglie.
 

Giuseppe60

Membro Attivo
Privato Cittadino
Grazie per la risposta... Quindi, se mia moglie volesse comunque disfarsi dell'eredità (senza rinunciarvi), dovrebbe proporre a sua sorella di acquistare la metà casa di mia moglie; giusto?
E se la sorella non volesse acquistarla e non volesse nemmeno pagare l'eventuale affitto? Mia moglie può fare qualcosa per chiudere per sempre con questa parte dolorosa della sua vita? Potrebbe, per esempio, "mettere all'asta la casa"?
E, nel frattempo, chi paga le spese di condominio, ordinarie e straordinarie, le tasse comunali ecc.?
E, se nelle more della soluzione della vicenda, accade che la sorella non paga le spese di condominio o le tasse e arriva un decreto ingiuntivo o la casa viene pignorata, mia moglie incorre in qualche problema o se la dovrebbe vedere soltanto la sorella che ancora ci abita?
Grazie ancora, chiedo scusa per la raffica di domande, ma la situazione ci sta causando veramente dei grossi problemi emotivi e non vediamo l'ora di uscirne.
Giuseppe
 
Ultima modifica:

francesca63

Moderatore
Membro dello Staff
Privato Cittadino
asserendo che le spetta il diritto di abitazione e, in più, qualcuno ha ventilato a mia moglie l'ipotesi che la casa non sia da dividere al 50% tra le due sorelle in quanto il "quarto" che mio suocero aveva comprato da mia moglie 25 anni fa non rientrerebbe nell'eredità spettante a mia moglie.
La sorella non ha il diritto di abitazione, ma la proprietà del 50%m quindi ha diritto ad abitarci, ma non in via esclusiva: non può impedire che anche tua moglie la usi e la abiti.
Se vuole abitarci da sola, deve pagare un affitto per il 50% non suo.
Ovviamente anche il quarto acquistato da tua moglie va in successione come il resto.

E se la sorella non volesse acquistarla e non volesse nemmeno pagare l'eventuale affitto?
Tua moglie potrebbe chiedere la divisione giudiziale della comunione ereditaria: se la casa non è divisibile, viene venduta in asta (di solito però ad un prezzo molto più basso del valore commerciale), e il ricavato diviso tra le due comproprietarie.
Spesso e l’unica soluzione, in caso di conflitti famigliari.
Ma non è una cosa breve.
Le spese sono metà per uno: se la sorella vive lì, non pagherà IMU (tua moglie si), mentre per le altre spese devono dividere a metà, salvo accordi diversi.

Purtroppo in casi del genere il buon senso si fa fatica a trovarlo, specie da parte di alcuni.
In bocca al lupo.
 

Albano50

Membro Assiduo
Privato Cittadino
Tua moglie può vendere la sua parte a sua sorella.
Non credo sia percorribile la strada dell'asta, se l'immobile fosse frazionabile si potrebbe convincere la sorella a frazionare e sucessivamente provare a vendere la parte di tua moglie.
Le spese dell'immobile sono in capo ai proprietari, le tasse pro quota, il condominio se la sorella non lo paga tocca a tua moglie.
(Ho postato insieme a @francesca63 ma lei sull'argomento è più ferrata.)
 

Giuseppe60

Membro Attivo
Privato Cittadino
Grazie per le risposte precise e chiarissime... L'immobile è un appartamento piccolo e non divisibile, per cui credo non rimangano molte strade da percorrere... Vedremo come si sviluppa...
Grazie ancora a tutti...
Giuseppe
 

brina82

Membro Storico
Professionista
...Non credo sia percorribile la strada dell'asta...
A volte è l'unica soluzione (a seguito di divisione giudiziale).

Non sono ferrato sulle divisioni giudiziali, ma logica vorrebbe che qualora vi siano dei debiti e venga iscritta ipoteca giudiziale, parte del ricavato della vendita servirà per ripagare i creditori (e l'ipoteca cancellata con decreto del giudice).

Piuttosto che l'iscrizione ipotecaria resta e il debito verrà saldato dal nuovo proprietario.

Penso più la prima soluzione, ma solo un legale potrà sciogliere questo dubbio.
 

Giuseppe60

Membro Attivo
Privato Cittadino
Buongiorno a tutti, ho qualche altra domanda riguardante questa vicenda che non si sta sviluppando bene, anche se, dopo i problemi iniziali, sembrava che si stesse arrivando ad una soluzione condivisa.
In pratica la sorella di mia moglie sembrava aver compreso, conti alla mano, che non poteva continuare ad abitare nell'appartamento perché, materialmente, non poteva sostenerne i costi (utenze tutte a suo carico, metà delle spese condominiali ecc.) anche se mia moglie le ha concesso di rimanere (nelle more della definizione della storia) a titolo gratuito senza pagare l'affitto per la metà di proprietà di mia moglie (in questa maniera risparmiano anche noi sull'IMU che spetta pagare a mia moglie sulla sua quota).
La sorella aveva accettato di far valutare la casa a tre agenzie immobiliari per avere un'idea sul valore reale e sulle possibilità di vendita; le risposte sono puntualmente arrivate (molto diverse tra di loro sia per quanto riguarda il valore attribuito alla casa sia per le spiegazioni fornite dagli Agenti Immobiliari in merito; c'è stato chi si è limitato a mandare una mail con l'indicazione di un massimo ed un minimo e chi ha corredato la valutazione di informazioni dettagliate sulla situazione del mercato immobiliare in zona, ha fatto comparazioni con altri immobili simili in zona per anzianità, stato d'uso, stato del palazzo ecc.).
Dopo un paio di settimane dall'arrivo delle valutazioni, due degli Agenti Immobiliari hanno contattato mia moglie per chiedere notizie sulle eventuali decisioni, in quanto non riuscivano a mettersi in contatto con sua sorella perché non rispondeva alle telefonate e ai messaggi. Dato che purtroppo questo modo di comportarsi non è nuovo da parte di sua sorella, di mia moglie è stata costretta a chiedere agli Agenti Immobiliari di pazientare qualche tempo per trovare una soluzione.
Adesso secondo noi non rimane altro da fare, considerato l'ostruzionismo in atto, che chiedere la divisione giudiziale della comunione ereditaria (come indicato da @francesca63) e avviare gli atti per mandare la casa all'asta.
E da qui nascono le domande: qualcuno ha un'idea dei tempi medi di una vendita all'asta? Serve un legale per farlo? qual'è la strada più veloce (non pagare la quota delle spese condominiali ad esempio)?
Grazie in anticipo a chiunque avrà informazioni da darci.
 

brina82

Membro Storico
Professionista
Buongiorno a tutti, ho qualche altra domanda riguardante questa vicenda che non si sta sviluppando bene, anche se, dopo i problemi iniziali, sembrava che si stesse arrivando ad una soluzione condivisa.
In pratica la sorella di mia moglie sembrava aver compreso, conti alla mano, che non poteva continuare ad abitare nell'appartamento perché, materialmente, non poteva sostenerne i costi (utenze tutte a suo carico, metà delle spese condominiali ecc.) anche se mia moglie le ha concesso di rimanere (nelle more della definizione della storia) a titolo gratuito senza pagare l'affitto per la metà di proprietà di mia moglie (in questa maniera risparmiano anche noi sull'IMU che spetta pagare a mia moglie sulla sua quota).
La sorella aveva accettato di far valutare la casa a tre agenzie immobiliari per avere un'idea sul valore reale e sulle possibilità di vendita; le risposte sono puntualmente arrivate (molto diverse tra di loro sia per quanto riguarda il valore attribuito alla casa sia per le spiegazioni fornite dagli Agenti Immobiliari in merito; c'è stato chi si è limitato a mandare una mail con l'indicazione di un massimo ed un minimo e chi ha corredato la valutazione di informazioni dettagliate sulla situazione del mercato immobiliare in zona, ha fatto comparazioni con altri immobili simili in zona per anzianità, stato d'uso, stato del palazzo ecc.).
Dopo un paio di settimane dall'arrivo delle valutazioni, due degli Agenti Immobiliari hanno contattato mia moglie per chiedere notizie sulle eventuali decisioni, in quanto non riuscivano a mettersi in contatto con sua sorella perché non rispondeva alle telefonate e ai messaggi. Dato che purtroppo questo modo di comportarsi non è nuovo da parte di sua sorella, di mia moglie è stata costretta a chiedere agli Agenti Immobiliari di pazientare qualche tempo per trovare una soluzione.
Adesso secondo noi non rimane altro da fare, considerato l'ostruzionismo in atto, che chiedere la divisione giudiziale della comunione ereditaria (come indicato da @francesca63) e avviare gli atti per mandare la casa all'asta.
E da qui nascono le domande: qualcuno ha un'idea dei tempi medi di una vendita all'asta? Serve un legale per farlo? qual'è la strada più veloce (non pagare la quota delle spese condominiali ad esempio)?
Grazie in anticipo a chiunque avrà informazioni da darci.
Per la divisione giudiziale occorre rivolgerti ad un legale, ma tenere ben presente quanto segue:

- costo orientativo sui 10k, che dovrete anticipare (spese della procedura);
- tempi lunghi (se ti attivi subito, la perizia probabilmente sarà pronta nel 2020, e forse la prima asta ci sarà a partire dal 2021);
- a seconda del gap tra quanto stimato dal CTU e il prezzo di aggiudicazione, potrebbero esserci parecchie aste deserte (tra un'asta e l'altra passano dai 3 ad oltre i 12 mesi, può capitare);
- il numero di ribassi potrebbe essere notevole, tale da svendere l'immobile anche del 50%;
- a seguito dell'asta, riprenderete la vostra quota parte parecchi mesi dopo l'aggiudicazione (a volte passa anche un anno dall'aggiudicazione).

Pertanto, se avvii oggi un procedimento del genere, non contare su quei soldi prima di metà 2022-2023.

Come indicato più volte, è sconsigliabile, ma se proprio devi... In bocca al lupo!
 

Gratis per sempre!

  • > Crea Discussioni e poni quesiti
  • > Trova Consigli e Suggerimenti
  • > Elimina la Pubblicità!
  • > Informarti sulle ultime Novità
Alto