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IL BLITZ

Case di lusso a prezzi stracciati
La maxi truffa ai clienti stranieri

Otto gli arresti, con l’accusa di associazione per delinquere. Esperti del mercato immobiliare, riuscivano a clonare i documenti dei proprietari e a ingannare gli acquirenti, fino a intascare la caparra per il compromesso
di Redazione Milano online


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Panoramica di Milano dalla Terrazza Martini (Fotogramma)
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La tecnica
Secondo le indagini del nucleo investigativo, il gruppo ha organizzato 17 compravendite fittizie di immobili di pregio ubicati in quartieri centrali di Milano, riuscendo a truffare circa 2 milioni di euro. Gli indagati, particolarmente abili e conoscitori del mercato immobiliare, approfittavano della buona fede dei proprietari, che avvicinavano proponendo un inesistente portafoglio clienti di facoltosi stranieri interessati all’acquisto. Clonavano poi i documenti dei proprietari stessi e si presentavano agli aspiranti compratori come se fossero loro a mettere in vendita le case di lusso. Chiaramente i prezzi erano notevolmente inferiori rispetto al reale valore degli appartamenti, e qualcuno, ingolosito dall’affare, ci cascava. Si arrivava così al compromesso, con il versamento di una cospicua caparra: e a quel punto gli indagati, molto circospetti e prudenti, sparivano dalla circolazione e con il «ricavato» acquistavano lingotti d’oro in Svizzera.








Il procuratore
«Queste truffe potevano ripetersi all’infinito sarebbero andate ancora avanti per molto se non le avessimo fermate», ha commentato il procuratore aggiunto di Milano, Riccardo Targetti. Gli arrestati hanno una lunga carriera criminale, in particolare nel campo della ricettazione: questo ha permesso loro di avere una rete di contatti tale da potersi procurare documenti falsi in bianco, che compilavano con i dati dei proprietari reali. Il loro modo di fare, gentile e sempre educato, non destava sospetti nelle vittime, che tendevano a fidarsi di loro e tardavano a denunciarli.



Le intercettazioni
La svolta nelle indagini è avvenuta grazie a una intercettazione che ha permesso di individuare uno degli arrestati, Eugenio Pulici, alias Claudio Negroni, e ricostruire attraverso lui tutta la rete di truffatori. Nel corso delle indagini sono emersi dei tentativi di depistaggio da parte di alcuni componenti della banda. «In uno studio notarile coinvolto a sua insaputa nella truffa lavorava la figlia di una delle persone arrestate (che ha cognome diverso) e al termine di un accertamento quest’ultima e un’altra dipendente (entrambe poi indagate) hanno riferito ai vertici dell’organizzazione che era in corso un’indagine - hanno spiegato gli investigatori - così alcuni soggetti si sono presentati in procura e hanno fornito elementi, nel tentativo di depistare le indagini, ma hanno commesso dei grossolani errori».

20 maggio 2016 | 09:30
 

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