Ancoratu

Membro Junior
Privato Cittadino
Salve,
circa sei mesi fa è stata inoltrata presso il tribunale di ...... domanda per l'autorizzazione alla vendita di un immobile da parte di una persona inabilitata. Tutte le procedure sono state rispettate,le richieste di informazioni sullo stato dell'iter vengono fatte almeno una volta a settimana ed io, interessata perchè comproprietaria, ho già inviato un sollecito al Giudice tutelare . Nulla si è mosso ed il rischio che corriamo è che il compratore, che non ha versato caparra ma ha fatto solo una proposta di acquisto , rinunci e di questi tempi trovarne un'altro sarebbe una cosa difficilissima.
Che cosa posso fare? Non ci sono dei temini da rispettare che neanche un tribunale ha il diritto di oltrepassare? Se salta la compravendita a chi chiedo i danni?
Grazie
Ancoratu
 
S

SGTorino

Ospite
Temo nulla. La legge Pinto del 2001 prevede che per ogni anno di ritardo (oltre i 3 anni per il primo grado, oltre i due per l'appello ed oltre l'anno per la Cassazione) il danneggiato possa ricorrere per un equo risarcimento. Mediamente le Corti d'Appello accordano un risarcimento di circa 1000 euro per ogni anno di ritardo. Qui però stiamo parlando di cause e non di semplici ricorsi. L'unica soluzione è legare contrattualmente l'acquirente per un periodo di tempo maggiore inserendo per esempio una condizione risolutiva nel caso, entro una data concordata insieme (viste le lungaggini, siate generosi), non si riesca ad avere l'autorizzazione. Contestualmente, potreste inserire degli step di sconti. Mi spiego: fissate una data per l'atto ad un anno da oggi, poi prevedete che ogni tre mesi la cifra concordata subisca un ribasso pari ad una percentuale che decidete insieme. In questo modo, correrai il rischio di vendere a meno ma, ingolosendolo, potresti tenerti stretto l'acquirente.
 

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