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Agente Immobiliare
Fonte:La Nuova Sardegna.

Corrumanciu in bilico tra recupero e demolizioni.

SANT’ANNA ARRESI. Gli ambientalisti chiedono la demolizione degli immobili abusivi a Corrumanciu ma il Comune è pronto ad opporsi. Amici della Terra e Gruppo di Intervento Giuridico hanno presentato l’ennesimo esposto per sollecitare la demolizione e il ripristino ambientale di un insediamento, 36 residenze e 9 strutture commerciali, realizzati a Porto Pino. I responsabili sono stati condannati in appello ma hanno ricorso in Cassazione. Il Comune intenderebbe acquisire gli immobili al patrimonio pubblico. Sarà un altro braccio di ferro fra ente pubblico e associazioni ambientaliste, come quello che caratterizzò qualche anno fa la vicenda dell’ hotel Baia delle Ginestre, a Teulada. In questa occasione, tuttavia, l’amministrazione comunale ha intenzione di muoversi per tempo per evitare che l’ordinanza di demolizione vanifichi le procedure di acquisizione degli immobili al patrimonio pubblico. A Teulada si verificarono dei ritardi ma la demolizione del Baia delle Ginestre non doveva essere eseguita, come sentenziò di lì a poco la Corte di Cassazione. Anche dalle macerie possono trarsi utili insegnamenti: «Per quanto ci riguarda faremo di tutto per scongiurare che le ruspe buttino giù questi immobili - conferma il sindaco Paolo Luigi Dessì - abbiamo già un’idea di come utilizzarli. Intanto, occorrerà attendere la sentenza della Corte di Cassazione perché c’è stato un ricorso da parte della società lottizzante. Non capisco questa fretta nel chiedere la demolizione quando ancora c’è un grado di giudizio che potrebbe dare ragione alle persone condannate dal Tribunale di Cagliari». Non la pensano così, naturalmente, gli Amici della Terra ed il Gruppo di Intervento Giuridico, i quali il 13 marzo scorso hanno inviato un esposto ai vari enti di competenza chiedendo che, in caso di mancata ottemperanza da parte dei presunti trasgressori, vengano emessi i provvedimenti di demolizione e ripristino ambientale coattivi a spese di chi ha realizzato le presunte opere abusive. Nel lungo comunicato, denso di citazioni normative, gli ambientalisti ricostruiscono le vicende penali di queste opere che il Tribunale Penale di Cagliari, nel 2007, e la Corte d’Appello, nel 2008, ha ritenuto abusive sotto il profilo paesaggistico. Di qui le condanne per l’amministratore delegato della società lottizzante, per direttore dei lavori e per il tecnico comunale a dieci mesi di arresto con la condizionale ed a 20 mila euro di ammenda. Ancora: demolizione degli abusi edilizi e ripristino ambientale. Per le associazioni ecologiste, costituitesi parte civile, un risarcimento danni, oltre le spese legali, per complessivi 8 mila euro. L’iter che ha portato sino alla sentenza di secondo grado era iniziato il 25 ottobre 2004, quando il Corpo Forestale aveva posto sotto sequestro penale il cantiere. Sembra che l’intervento fosse sprovvisto di nullaosta paesaggistico. Tutta la vicenda, come già accennato, è però tutt’altro che conclusa: «S’è vero che esiste sempre la presunzione d’innocenza sino a sentenza definitiva - aggiunge il sindaco - credo che debba valere anche in questo caso. Inoltre, l’interesse della collettività ci spingerà a scongiurare la demolizione, acquisendo il bene al patrimonio del comune».
 

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