Graf

Nominato ad Honorem
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Privato Cittadino
Gli italiani amano “frequentare” con assiduità, senza alcun dubbio, il mercato immobiliare.
Infatti, appena riescono ad accantonare un discreto tesoretto, la prima cosa che fanno è usarlo per acquistare una casa.
Pare che l'85% degli italiani sia proprietario di almeno un'unità immobiliare.
Se i fondamentali economici - patrimoniali delle famiglie italiane sono ancora sani, a differenza di quelli dei nuclei familiari di altre nazioni, soprattutto anglosassoni, ciò è dovuto, prevalentemente, alla notevole ricchezza immobiliare detenuta dai nostri connazionali insieme alla loro relativamente scarsa propensione ad indebitarsi per spese voluttuarie.
Perché questa singolare inclinazione agli investimenti immobiliari del popolo italico, anche a costo di lunghi anni di rinunce e sacrifici?
Alto senso del risparmio?
Sentimento familiare molto elevato?
Bisogno di sicurezza?
Notevole senso pratico degli italiani?
Atavico timore per investimenti finanziari?
Scarso attitudine alla mobilità geografica e territoriale?
Sentimento campanilistico della “piccola patria” molto sviluppato?
Voi operatori immobiliari, come spieghereste questa peculiare prerogativa antropologica degli italiani?

Un’ultima domanda:le cose, in questi ultimi e difficili tempi, sono realmente cambiate? A causa del credit crunch e della scarsità di lavoro, ritenete possibile che questa dote “sparagnina” degli italiani vada persa nel giro di una generazione?
 

gmp

Membro Storico
Privato Cittadino
è curioso osservare come la percentuale di proprietari sia piu elevata proprio nei paesi (Belgio compreso) con record di debito pubblico e problemi di competitività (i mitici PIIGS).
E, aggiungerei, sono proprio i paesi dell'Unione con la bolla più grossa, Irlanda Spagna noi e Grecia, i maggiori crolli dei mercati immobiliari gonfiati negli anni '00 da debiti pubblici e privati...
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Graf

Nominato ad Honorem
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Privato Cittadino
Tale grafico c'entra, forse, qualcosa con l'argomento della discussione?
Non sono preparato a rispondere alla domanda.

Dico solo che, in Italia, le famiglie sono solide economicamente (e la cosa non è certamente una colpa...) mentre lo Stato è povero e indebitato.

Mi vengono in mente anche altre correlazioni ma, per una volta, voglio tacere.
E alla Merkel non vengano in mente certe idee...
 

gmp

Membro Storico
Privato Cittadino
E secondo te, le famiglie non sono ricche proprio perche lo Stato ha elargito a profusione? :^^:
A me sembra che la tua discussione voglia essere sulla specificità degli italiani, ti faccio quindi presente che la % di proprietari è analoga in altri Paesi, con curiose analogie col nostro, proprio su argomenti scottanti dell'economia.
Ah e un'altra cosa che ci accomuna ai PIIGS: paesi cattolici, dove vige il perdono dei peccati e quindi si ruba piu facilmente :^^:
 

Graf

Nominato ad Honorem
Membro dello Staff
Privato Cittadino
Ah e un'altra cosa che ci accomuna ai PIIGS: paesi cattolici, dove vige il perdono dei peccati e quindi si ruba piu facilmente

Superficiale preconcetto. Che io, però, non mi bevo.
Se solo studiassi, a livello elementare, la teologia morale non cadresti in simili errori di valutazione.
Il ladro “cattolico” si trova in una situazione morale molto più problematica e delicata di un ladro “protestante” o ateo.
Il sacramento della confessione della Chiesa Cattolica é un gran correttore delle storture sociali.
Afferma la millenaria dottrina della Chiesa Cattolica che nessuno può essere assolto (e cioè Dio stesso, nella persona del sacerdote, non assolve) del peccato grave di furto se il ladro non restituisce tutto il maltolto.
Senza restituzione non c'è salvezza della propria anima. Inutile che il ladro si confessi, quindi. O questi restituisce la refurtiva oppure il sacerdote deve negare l'assoluzione.
Sarebbe troppo comodo, rubare, confessarsi, essere assolto e godersi il bottino...
Comodità che hanno, invece, i ladri di paesi non cattolici. In quei paesi un ladro può rubare e allegramente godersi il maltolto ritenendo (se non viene arrestato...) di farla franca con la propria coscienza e con Dio.
Pensa un pò se, nei paesi protestanti, dove non esiste il sacramento della confessione, dove non c’è il sacerdote confessore che ti ammonisce e ti mette in guardia della dannazione eterna, un ladro si senta spinto a restituire quello che ha rubato.
O se si sente a farlo un ateo.
Chi vuole rubare non trova nella dottrina cattolica nessuna forma di complicità e di indulgenza.
 

gmp

Membro Storico
Privato Cittadino
Superficiale preconcetto.
:fico: azz che preparazione teologica... complimenti... resta il fatto che la % di evasori, base della ricchezza delle famiglie italiche, è superiore in italia-grecia-spagna rispetto ai paesi protestanti. Rilancio: forse perche l'autorita laica dello stato non è riconosciuta e fa paura appunto piu il prete del carabiniere? :^^:
 

Mil

Membro Senior
:fico: azz che preparazione teologica... complimenti... resta il fatto che la % di evasori, base della ricchezza delle famiglie italiche, è superiore in italia-grecia-spagna rispetto ai paesi protestanti.

...beh, ma in ogni caso se fosse vera la tua teoria ne avremmo visto i frutti da tempo, giacchè il protestantesimo è parte del cattolicesimo da almeno mezzo secolo...No, non credo l'attitudine all'evasione dipenda da questo.
Quanto alla bolla...beh, è evidente che viene scientemente indirizzata verso luoghi dove si pensa ci possa essere domanda...e dove un bene è considerato tale. Le bolle in passato riguardarono pure bulbi di fiori, fino a quando regge la domanda va bene, poi a un certo punto qualcuno deve essersi interrogato sul perché stava comprando un bulbo pagandolo un occhio della testa...e lì il meccanismo è crollato.
 

Tommaso Badano

Membro Attivo
Agente Immobiliare
Interessantissimo questo dibattito.
Premetto di vivere in un'area montana il cui mercato prevalente è dato dalle seconde case.
La mia analisi locale è, dando per buone - quale più quale meno - tutte le motivazioni di Graf:
- propensione al risparmio e alla sicurezza familiare tutt'ora ben radicata ma limitata alla prima casa;
- seconda casa a suo tempo considerata con analoghe motivazioni, ora in calo verticale.
Fattori limitanti che non mi fanno vedere né a breve né a lungo periodo il classico recupero ciclico del mercato della seconda casa (e in minor parte anche della prima) sono secondo me:
- edilizia vissuta storicamente, in tutti i paesi citati, sia come investimento per la vita ma anche come investimento finanziario (con la filosofia che tanto prima o poi i prezzi tornano a crescere);
- prodotto "casa" considerato come bene durevole plurigenerazionale e fisicamente "eterno" a differenza dei paesi nordici dove la casa è un bene di consumo prevalentemente monogenerazionale (poi si distrugge e si ricostruisce);
- recente "bolla" che ha trasformato la casa in molte zone da prodotto economico in prodotto finanziario senza avere un reale mercato;
- eccesso di edificazioni negli anni 50-60-70, ovvero di immobili che si avvicinano alla necessità di ristrutturazioni importanti;
- fine del boom demografico di quegli anni;
- aumento spropositato del costo del lavoro che porta ad aumentare a dismisura anche i costi di manutenzione e ristrutturazione delle case;
- inizio di una sensibilità energetica che imporrà pian piano requisiti che la gran parte del patrimonio edilizio non ha (con i relativi costi);
- burocrazia eccessiva e costosissima anche per piccolisimi interventi;
- fisco esoso e iniquo (tassa patrimoniale sulla casa ma non su altri beni patrimoniali).
Con queste premesse arrivo alla mia conclusione: gli italiani continuano a pensare alla PRIMA casa. Le altre, se andiamo avanti su questa strada, sono destinate a ridursi drasticamente (qui da me su 1800 abitanti abbiamo oltre 4mila unità immobiliari) con morte civile di agenzie, impresari, muratori e settori annessi.
 

Ponz

Membro sognante
Agente Immobiliare
resta il fatto che la % di evasori, base della ricchezza delle famiglie italiche, è superiore in italia-grecia-spagna rispetto ai paesi protestanti.
Semplicemente perchè una forte percentuale di evasori lo fa per mantenere un livello minimo di sopravvivenza, visto che lo stato latita. Nei paesi dove si sta bene, in proporzione, visto che lo stato non latita, la percentuale di disonesti è molto superiore a quella italiana. ;)

I dati sulla sola evasione fiscale vedono l’Italia maglia nera con più di 180 miliardi di euro, seguita dalla Germani a 159 miliardi e dalla Francia (121). Ci sono poi la Gran Bretagna (74) e la Spagna (73). (fatto)

http://www.economy2050.it/numeri-evasione-fiscale-italia-europa/
 

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