b.paola

Membro Junior
Agente Immobiliare
Ti ringrazio mi ci voleva proprio un pò di positività visto che oggi per l'ennesima volta dovrò decidere se andare avanti con un decreto ingiuntivo per riscuotere una bella sostanziosa fattura.Ciao
 

d1ego

Membro Attivo
Privato Cittadino
E' un'analisi che vuole demonizzare il sacrosanto diritto delle persone a non voler emigrare a tutti i costi. Il che è la solita stronxata usa, che nel tentativo di favorire la mescolanza di popoli attraverso le migrazioni anzichè risolvere come sarebbe giusto in loco i problemi occupazionali

Secondo me le persone hanno il sacrosanto diritto a fare quello che gli pare, emigrare o no e di cercarsi o, meglio ancora inventarsi, il lavoro dove gli pare.

D'altra parte penso che nessuno, Stato compreso, può essere obbligato a creare artificialmente posti di lavoro dove, per altre circostanze, non conviene farlo. Il lavoro è un bene come un'altro, che ha il suo mercato. Se in un posto non ce n'è domanda o si vende da un'altra parte o rimane invenduto.
Siete AI, pretendereste di vendere case dove non le vuole nessuno perché solo su quelle avete ricevuto un mandato? Non credo... Cerchereste di renderle attrattive in qualche modo, di farne abbassare il prezzo ma se non si vendono non potete obbligare nessuno a comprarle.
 

Mil

Membro Senior
Secondo me le persone hanno il sacrosanto diritto a fare quello che gli pare, emigrare o no e di cercarsi o, meglio ancora inventarsi, il lavoro dove gli pare.

D'altra parte penso che nessuno, Stato compreso, può essere obbligato a creare artificialmente posti di lavoro dove, per altre circostanze, non conviene farlo. Il lavoro è un bene come un'altro, che ha il suo mercato. Se in un posto non ce n'è domanda o si vende da un'altra parte o rimane invenduto.
Siete AI, pretendereste di vendere case dove non le vuole nessuno perché solo su quelle avete ricevuto un mandato? Non credo... Cerchereste di renderle attrattive in qualche modo, di farne abbassare il prezzo ma se non si vendono non potete obbligare nessuno a comprarle.

Probabilmente non mi sono spiegato troppo bene, nè pretendo di vendere un bel nulla a nessuno (non sono un Agenti Immobiliari!). Oltretutto ho sempre sostenuto che in Italia c'è stata bolla eccome, che le agenzie sono state in gran parte complici della situazione, che i prezzi erano insostenibili GIA' DAL 2003 e non c'era mercato anche allora, o meglio si trattava già di un mercato autoalimentato da un credito drogato, che una casa si deve comprare in 15 anni, non 40 etc. Bisognava prevedere per puro senso logico che qualcosa non stava funzionando, compresa la moltiplicazione esponenziale di agenzie immobiliari e delle quotazioni degli immobili. Stavamo iniziando ad appoggiarci su un tavolo roso all'interno dai tarli, che prima o poi sarebbe crollato.
Premesso questo il problema è che la crisi NON E' CERTO SOLO DEGLI Agenti Immobiliari, ma di tutti quelli che semplicemente intendono svolgere un mestiere in un Paese dove sono presumibilmente stanziali. Presto o tardi tutti ne sentiranno le conseguenze, IN QUALUNQUE CAMPO.
E' evidente che benchè gli a.i.abbiano più colpe del diavolo NON E' certo solo in loro potere la facoltà di riallineare il mercato: il gap tra domanda e offerta è talmente ampio e le problematiche (di credito, occupazionali etc.) sono talmente spaventose che non è possibile attribuire responsabilità che effettivamente ora non hanno se non in parte e che si riconducono invece a molto, molto più in alto, tant'è che sono evidenti in tutti i settori.
Lo specchio più evidente della crisi immobiliare però è come dici tu la crisi occupazionale, e infatti l'indagine all'inizio dell'articolo è incentrata proprio sull'eventuale collegamento immobili-lavoro.
Affermare che il "lavoro è un bene come un altro e quindi la gente è libera di emigrare e comprare casa altrove" è un principio indubbiamente vero, ma che provoca le migrazioni di massa. Che la gente vada dove c'è lavoro è cosa risaputa da secoli, che l'aver costruito delle radici (casa, relazioni familiari etc.) possa rappresentare un aggravante alla disoccupazione vuol dire invitare la gente alla non-stanzialità anzichè tentare di creare occupazione nel proprio Paese.
In effetti è una situazione che stiamo GIA' VIVENDO (infatti molti giovani non comprano più!!!) benchè sottaciuta dai media, ma che dal mio punto di vista non è una bella cosa.
Qui non si tratta affatto di invocare l'economia reale pianificata, ma di evitare perlomeno di inneggiare alla transumanza- giudicata come cosa positiva- e invece deprecare come mentalità sbagliata la ricerca di stanzialità e di lavoro nel proprio Paese.
Io critico i risultati dei ricercatori americani perchè secondo me gli usa, nazione senz'altro avanzata, hanno però purtoppo una visione distorta di alcune cose ed è comprensibile, trattandosi di un non-popolo creatosi da un meticciato diffuso conseguenza o di deportazioni all'epoca dello schiavismo o di esodi di altri popoli tra cui per l'appunto gli italiani. Antropologicamente, sociologicamente esiste un abisso tra europei ed americani, ecco perchè le loro indagini vanno rilette alla luce del loro punto di vista.
Le loro conclusioni sono un buon risultato per una nazione "artificiale", un errore gravissimo per popoli stanziali da tempo, basta guardare ciò che sta accadendo dopo la "primavera araba" e le problematiche che inevitabilmente ne conseguono. Il primo diritto delle persone è di poter vivere dignitosamente a casa loro, se si emigra lo si deve fare per scelta, non per necessità.
 

eldic

Membro Storico
Privato Cittadino
tu adesso stai parlando di emigrare da uno stato all'altro; prima si discuteva di spostarsi all'interno dello stato.
Tu hai una vaga idea di quanti gente cresciuta al paesello, appena può è ben felice di tagliare i ponti e di andare a vivere in città?
o al contrario di quanti, esacerbati dai ritmi delle grandi metropoli, cercano di spostarsi in città più a misura d'uomo?
 

d1ego

Membro Attivo
Privato Cittadino
...Qui non si tratta affatto di invocare l'economia reale pianificata, ma di evitare perlomeno di inneggiare alla transumanza- giudicata come cosa positiva- e invece deprecare come mentalità sbagliata la ricerca di stanzialità e di lavoro nel proprio Paese.
[..] Antropologicamente, sociologicamente esiste un abisso tra europei ed americani, ecco perchè le loro indagini vanno rilette alla luce del loro punto di vista...

L'Italia esiste da 150 anni. L'Europa da 60. Prima non c'erano. Parlare di italianità o europeità "antropologica" non ha senso, IMHO.
Anche gli Italiani sono un crogiolo di genti sempre in movimento. Forse la vedo così perché abito a Roma... Nessuno dei miei amici ha i nonni nati a Roma, quasi nessuno neppure i genitori...
In ogni caso non inneggio alla transumanza (toh, non è un termine nuovo, è molto "antropologicamente" italiano...) e non depreco chi ricerca stanzialità e lavoro nel proprio paese. Depreco chi questo lavoro lo PRETENDE. Dove dice lui, come dice lui. A spese altrui. E se non si può creare il lavoro, comunque vuole il reddito e la casa.
Tu ad esempio che cosa intendi quando dici "Il primo diritto delle persone è di poter vivere dignitosamente a casa loro"? Per dignitosamente non credo tu intenda vivere a spese altrui, no?
 

Mil

Membro Senior
L'Italia esiste da 150 anni. L'Europa da 60. Prima non c'erano. Parlare di italianità o europeità "antropologica" non ha senso, IMHO.

Sì, su questo hai ragione. IL'italianità non è che il frutto di una forzatura, esattamente come l'europa. Quindi in questo senso è giusto dire che l'italianità non esiste.

Anche gli Italiani sono un crogiolo di genti sempre in movimento. Forse la vedo così perché abito a Roma... Nessuno dei miei amici ha i nonni nati a Roma, quasi nessuno neppure i genitori...
In ogni caso non inneggio alla transumanza (toh, non è un termine nuovo, è molto "antropologicamente" italiano...) e non depreco chi ricerca stanzialità e lavoro nel proprio paese. Depreco chi questo lavoro lo PRETENDE. Dove dice lui, come dice lui. A spese altrui. E se non si può creare il lavoro, comunque vuole il reddito e la casa.
Tu ad esempio che cosa intendi quando dici "Il primo diritto delle persone è di poter vivere dignitosamente a casa loro"? Per dignitosamente non credo tu intenda vivere a spese altrui, no?

No, infatti. Io depreco però chi PRETENDE di dire che la gente non deve avere troppo attaccamento alle proprie origini e che l'aver acquistato una casa possa essere considerato un limite. Credo che un tunisino abbia il sacrosanto diritto di riavere un futuro nella sua, di terra e non nei sobborghi di Parigi con il pretesto di un'accoglienza mascherata. Credo che ci siano dei modi molto concreti per non addossare tutte le colpe della mancanza cronica di lavoro alle popolazioni, perchè esistono delle dinamiche che vanno ben oltre le capacità dei singoli di strutturarsi per migliorare la propria condizione. Credo che su molte questioni ci sia una precisa volontà politica di condizionare l'economia per fare in modo che la gente si sposti. Tutto questo non c'entra nulla con il vivere a spese altrui (che poi non è altro che la naturale conseguenza del non mettere le persone in condizione di farcela da soli). Comunque è un discorso troppo ampio...[DOUBLEPOST=1385570687,1385570496][/DOUBLEPOST]
tu adesso stai parlando di emigrare da uno stato all'altro; prima si discuteva di spostarsi all'interno dello stato.
Tu hai una vaga idea di quanti gente cresciuta al paesello, appena può è ben felice di tagliare i ponti e di andare a vivere in città?
o al contrario di quanti, esacerbati dai ritmi delle grandi metropoli, cercano di spostarsi in città più a misura d'uomo?

sì certo che ho una vaga idea. Stiamo parlando di scelte però, non di costrizioni ;)
 

Mil

Membro Senior
probabilmente è una concezione diversa di "appartenza"; il sentirsi americani e non caronno-pertusellesi :)
..
beh,sì, sicuramente è una concezione diversa.
Il sentirsi americani è riconoscere l'appartenza a un super stato pseudodemocratico dove fin da bambino ti fanno piantare la bandiera davanti casa e magari sei africano.
Il caronno pertusellese è una appartenenza diversa, perchè magari sei casertano e rimani, giustamente, ancorato comunque ad una storia e una tradizione...
 

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